martedì 30 aprile 2013

Niente politica: idee per il Primo Maggio. Per tutti.


E’ primo maggio e finalmente fa caldo. Vuoi o non vuoi questo primo maggio coinvolge il mondo. Chi?

1)      Sei lavoratore? Festeggi il primo maggio in suddetti stati.
-          Italia. Ironia della sorte stiamo in crisi e festeggiano il primo maggio per la maggior parte non-lavoratori, bighelloni, studenti, artisti di strada: per loro (noi) la festa del primo maggio è simbolo vitale.
-          Francia. Ma in Francia le premier de Mai si va tutti a EuroDisney con la conseguenza che chi lavora a EuroDisney lavora anche il Primo Maggio invalidando il valore della festa dei lavoratori. Quindi in Francia si festeggia lavorando a EuroDisney.
-          Germania. In realtà la Merkel ha deciso che il Primo Maggio non è rosso sul calendario. Si lavora 8+8 ore gioendo della bighellonaggine degli stati circostanti. Bighellonate e noi lavoriamo. Poi facciamo tutto un conto.
-          Spagna. Ogni giorno è buono per fare festa. In Spagna ci sono 32 giorni dei lavoratori e dalle 15 alle 17 di ogni dì, c’è il siesta time, altrimenti detto primo maggio orario.
-          Grecia. Festeggiano già da tempo full time.
-          Russia. In Russia si festeggia anche l’arrivo del caldo: infatti le temperature arrivano a 9 gradi a mezzogiorno. Viva la primavera.
-          Ucraina.
-          Slovenia.
-          Svizzera. In Svizzera hanno deciso di divertirsi molto per il primo maggio. Si fa una cosa inconsueta: si esce di casa.
-          Romania. I romeni. Cioè loro festeggiano con noi, ma anche più di noi perché fanno lavori che noi italiani alla fine abbiamo negletto.
-          Macedonia.
2)      Sei un estimatore della Costituzione e dell’indipendenza delle Isole Marshall? È il tuo momento, se non sei lavoratore, puoi festeggiare con loro perché ricorre la loro festa nazionale. Biglietti aerei economici.
3)      Sei uno sportivo? Ecco il momento buono per andare a Cipro. Lì non si festeggia nulla che sia correlato al lavoro (ovviamente) ma semplicemente lo sport e la gioventù. Come conquistare una boccata d’aria fresca senza doverci ripiegare sui nostri problemi pesanti come macigni.
4)      Sei fan del Giorno della Memoria? Vai in Israele e festeggia la commemorazione della Shoah.
5)      MA puoi anche andare a:
-          Fossombrone dove si festeggia Sant’Aldebrando;
-          Sardegna dove si celebra il santo patrono Sant’Efisio;
-          Forlì, in cui la festa del santo patrono San Pellegrino Laziosi è molto sentita.
6)      LA festa del primo maggio è molto sentita se sei:
-          Druido o fedele del Wicca (non chiedetemi cosa sia, io ripiego sul druido, ho un bosco vicino casa che si presta a sacrifici)
-          Seguace di Odino (evviva i fan di Thor, film d’alto livello) e Asatrù.
-          Neopagano celtico-ligure. Ora sul perché dell’unione tra celti e Liguria dovrete rivolgervi a una vero specialista in settore. Forse Grillo ne sa qualcosa se è correlato con l’ecologia. Molto probabilmente sì.
-          Romani (ovvero religiosi pagani). Una dea in particolare Bona Dea è celebrata il Primo Maggio.
Quindi in fin dei conti, anche se non avete un lavoro, se odiate i sette scioperi mensili dei mezzi pubblici, se non respirate aria di primavera potrete sempre accollarvi ad un’altra festa, religiosa o pagana che sia, ricordando sempre che…il lavoro non è quello che ti dà un contratto ma è quello che ti dà la pagnotta. Indi per cui mio nonno, contadino festeggiava il Primo Maggio con codesta canzone:

               “noi di Vetralla, siam gli olivatori,
pei campi lieti andiam coi primi albori.
Cogliendo il frutto fino e prelibato.
Che dà salute ed è assi pregiato.
E girerà la ruota. E girerà. Col freddo col vento siam sempre giulivi,
se un raggio di sole ci bacia e ci sorride.
Com’è bello, far l’amore, sotto gli ulivi”

Buon festa dei lavoratori a tutti, e cominciate dalla terra. 

P.S. Il link vi rimanda a TUTTI I MUSEI AGGRATISE in giro. Senza contare che c'è il Concertone a Roma. http://tuttalabellezzadelmondo.it/index.php/buone-notizie/31-eventi/155-primo-maggio-2013-ecco-tutti-i-musei-statali-aperti-gratuitamente

Miriam Di Carlo

San Francesco Comunista davanti al Concertone a San Giovanni, Roma. 

lunedì 29 aprile 2013

Il doppio volto del Governo Letta.

 
 

 Oggi Ilvo Diamanti su Repubblica scrive: Diventeremo tutti Berlusconiani? Gli errori del centro-sinistra hanno spinto ora il Pdl al primo posto nei sondaggi e hanno dato in mano a Quello lì il controllo dell'operazione di governo. Come per Monti, anche ora potrebbe, quando ne trarrà vantaggio, far saltare ogni banco di trattative per andare al voto. Tutto questo è avvenuto perché il centro-sinistra non ha avuto il coraggio di dialogare con il Movimento 5 Stelle, nella scia di un vero cambiamento.
 
 
Oggi Enrico Letta alla Camera ha fatto un discorso interessante: abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, abolizione del secondo stipendio per i ministri parlamentari, abolizione delle Province, riduzione delle tasse sul lavoro, in particolare per i giovani neoassunti, agevolazioni fiscali alle imprese, miglioramento del patto di stabilità fiscale, non aumento dell'Iva. 
 
Letta ha anche lanciato la proposta berlusconiana di abolizione dell'Imu; in realtà il presidente del
Consiglio vorrà bloccare solamente i pagamenti per giugno, in attesa di modifiche della tassazione sulla prima casa. Letta ha detto cosa buona e giusta, ma bisognerà vedere come intenderà coprire il  mancato gettito dell'Imu. Mi sembra solo fumo la proposta di tagliare gli stipendi ai ministri parlamentari, che non riceveranno più la somma dovuta come altro stipendio; si vedranno accreditati però il compenso già previsto come ministri nella loro indennità come parlamentari.
 

L'Italia è sempre affascinata dal motto di gattopardiana memoria "cambiare tutto per non cambiare niente"; e soprattutto il Pd non ha cambiato niente, anzi ha peggiorato il tutto con un'alleanza che è abbraccio mortale. Il Movimento 5 Stelle, con tutte le pecche di sistema dovute alla gestione di Grillo e Casaleggio, rappresenta un elettorato onesto e volto verso il cambiamento. Può portare tensioni non ascoltare gli otto milioni di italiani che hanno votato i Cinquestelle.
 
                                                                                    Non mi sorprendo più di tanto se a Montecitorio un farabutto ha sparato a due carabinieri. Dico soltanto che questa persona, che va condannata senza riserve, ha espresso il malcontento di chi perde il lavoro in età matura e non ha nessuna prospettiva per ricominciare a lavorare. Ne approfitto anche per esprimere la mia vera e sentita solidarietà a chi, per colpa di questo miserabile, resterà paralizzato per una frattura del midollo osseo: dal canto mio ha fatto bene Grillo ad esprimere il suo dissenso contro l'uso della violenza.
 
I ministeri non appartengono a volti nuovi come quelli dei grillini, ma ai centristi, che poco hanno fatto in questa tornata elettorale per guadagnarseli. Gli ex-democristiani - Monti, Letta e Alfano - sono tornati da un anno a questa parte al potere. Ma non hanno vinto. E ora li riporterà in auge Quello lì, a patto che non lo ostacolino: Scelta Civica, che rappresenta la rinascita del centro democristiano, ha fallito miseramente alle scorse elezioni. La gente è indignata perché gli ex-democristiani, in questa fase politica, hanno accolto l'abbraccio del Joker di Arcore e, grazie a lui e con lui, stanno governando. Lo stesso Monti ha detto qualche giorno fa su La7 che Quello lì è una persona da ammirare per le sue grandi abilità politiche. 
 
Il Governo Letta è una maschera da clown, è una maschera da Double-Face, per rimanere nell'ambito della saga di Batman. E se il Pd non la restituirà al mittente, cioè al Joker di Arcore, sarà finito
 
 
 
Marco Di Caprio.



sabato 27 aprile 2013

Oggi giochiamo a Ok, il prezzo è alto. #governoletta


Quattro ciocche di capelli bianchi mi sono cresciute nell’ultimo periodo. Per chi mi conosce sa che sono cresciute mentre venivano proclamati i risultati di queste elezioni: prima in testa il PdL (cavolo, fondo un negozio di tette finte, sicuro che non avverto la crisi), poi il M5S. Le ultime due ciocche: Presidenza della Repubblica. Dimissioni Bersani e il vero non-partito dice a tutti che Dante lo avrebbe messo nella casella Infernale creata ad hoc. Il nuovo girone reca la dicitura  “Pd” in cui la legge del contrappasso è rappresentata da mille Berlusconini piccoli e piccini (alcuni con bandane, altri con cappelli di paglia, altri con occhiali da sole, altri in giacca e cravatta) che come demonietti spiritati punzecchiano le natiche dei vari esponenti del Pd.
In tutto ciò Grillo si sente tagliato fuori. Lui, così disponibile al dialogo invece è stato mandato a fanculo per una triste legge del contrappasso. Nel suo post da Leopardi incompreso dice a proposito degli elettori del M5S: “disprezzati come poveri coglioni di passaggio”. Anzitutto la peggiore delle etichette che puoi dare all’uomo-medio-italiano-privo-di-autorionia è coglione. Può essere buffone, stronzo[1], ma mai, dico mai un uomo accetta “coglione” o anche “casca-p****” che è un sinonimo in fin dei conti. Quindi 1)povero; 2)coglione; 3) di passaggio cioè non degno di nota, cioè insulso. Insomma Grillo ha etichettato con tre pennellate quello che pensa di se stesso e riversa sul turpiloquio tutta la frustrazione dei fallimenti di sogni troppo da “rosa mistica”. Ma non considera quella fetta di elettori che, aficionada del Pd ha dato il cosiddetto “voto di protesta” per far salire dall’Inferno almeno al Purgatorio il Pd.  
E ora Bersani fa la voce grossa, le spalle si fanno ampie e forti: “Per Governo Letta, Pd tutto compatto”: a Bersa, ma non lo potevi dire prima? Adesso che stai nell’Inferno vuoi essere compatto? Baffetto intanto se la ride sotto i baffetti anche se non ha ottenuto un Ministero. E Civati prova a fare quello che si pensa da tempo: scissione nel Pd, chi è d’accordo con larghe intese va con Letta, chi non è d’accordo va all’opposizione con coerenza. Ma anche qui, ci vuole un bel calice di vino, una lettura rassicurante e poi si rientra nei ranghi. Non si può, dobbiamo passare da ciauscolo a soppressata: unione, unità.
Quindi questa domenica giochiamo a “Ok, il prezzo è alto”: 100, 100, 100. Pronti? Via.

Agli Interni e Vicepremier proponiamo oggi un comodo Alfano Angelino, per gli amici Alf-Alf[2]. La proposta di oggi prevede una laurea in Giurisprudenza e un dottorato poi poltronissima in Parlamento a piedi pari. E’conosciuto per il cosiddetto Lodo Alfano[3] poi dichiarato anticostituzionale: ma Alf, non te lo avevano insegnato all’università che certe cose non si fanno?

Alla Difesa la proposta della domenica è niente popò di meno che Mauro Mario (il primo è il cognome il secondo il nome). Laureato in filosofia, milita prima nel Popolo delle Libertà e poi arriva a Scelta Civica, coerentemente con la sua appartenenza a Comunione e Liberazione: aggiudica così una vittoria dopo la sconfitta di Scola al Vaticano per i ciellini.

Agli Esteri proponiamo un’agguerrita e tenace Bonino Emma. Per quanto riguarda i miei studi linguistici sul linguaggio parlamentare posso solo dire che ha contribuito nell’imporre la voce della donna in un ambiente prettamente maschile, che non segue un discorso scritto (per cui frequenti sono attacchi ad personam e periodi basati prevalentemente sull’oralità e dalla sintassi semplice, piana ma diretta), che ha tenuto testa ad Amato Presidente del Consiglio per diverse volte, che in passato è stata troppo uterina e veemente nelle sue esternazioni. Nel suo intervento per la fiducia al Governo Amato rivendica il conio della parola “partitocrazia”[4] inteso come ‘potere dato in mano ai partiti’ e insieme ai radicali cerca di farsi portavoce della lotta contro l’egemonia dei partiti. Usa parole buffe come “papocchio” o “pateracchio” ma siamo sicuri che non le usi in ambiente estero e, anche se le dovesse usare, gli altri non capirebbero niente. Quindi confidiamo nel fatto che così come è incomprensibile spesso in italiano, sarà altrettanto all’estero dando l’idea di un’Italia autosufficiente e competente con un piano ben deciso e strutturato. E’ la voce giusta per dire bugie. Intanto su di lei si aggira l’ombra di baffetto che come sciacallo-Dissennatore vuole darle il bacio della morte.

Alla Giustizia la nostra proposta prevede Cancellieri Anna Maria. Scienze politiche è la facoltà di laurea, contribuisce ad abbassare l’impiego di botox tra le donne in Parlamento (rarità di questi tempi), ha fondato un circolo di uncinetto che potrebbe costituire nuovo sbocco di lavoro per giovani menti.

All’economia ecco che arriva sulla nostra pedana di “Ok” Saccomanni Fabrizio. Un curriculum ben fornito, assieme a diverse onorificenze contribuisce alla fiducia che potremmo accordargli se non fosse per il libro che ha scritto “Tigri globali, domatori nazionali”. Non avendolo letto non posso dire nulla ma sembrerebbe un incoraggiamento all’austerity o una disamina del fenomeno-Cina[5].

E alle Riforme istituzionali? Sì, oggi c’è Quagliariello Gaetano. Dopo la laurea in Scienze politiche e aver esercitato la sua professione di docente universitario alla LUISS di Roma passa dai Radicali a Forza Italia. Sulla natura dei Radicali si è pensato che alcuni di essi siano come i pompelmi: appaiono come arance e poi ti ritrovi amaro in bocca. Vedi Capezzone.

Allo Sviluppo di un paese che sta in un bel viluppo c’è Zanonato Flavio. Questo sconosciuto (almeno per me) ha una biografia di due righe ma tutta promettente e mi sono ritrovata con un sorriso ebete sul viso a leggere: “Cresciuto in un quartiere popolare, proviene da una famiglia operaia e cattolica. Il suo impegno politico inizia negli anni dei movimenti studenteschi. In breve tempo diventa consigliere comunale e segretario provinciale del Partito Comunista Italiano.”. Poi cade nella trappola Pd e si ritrova nel girone infernale con tutti i Piddini. La moglie-Andromaca, prima della trasferta a Roma, lo ha salutato come uomo che va al fronte: panino con la frittata e biancheria pulita.

Agli affari europei la proposta del giorno indica Moavero Enzo che-ha-fatto-un-fracco-di-cose. Curriculum vitae scritto in carta pecora, dovrà fronteggiare la Merkel e la sua figura, sebbene esile al confronto, promette bene. Se tutto dovesse fallire, propongo che Maria Montessori venga sostituita con Rita Levi Montalcini e che venga data maggiore dignità al taglio delle 2000 £, introvabili e dal colore antiestetico.

Eccolo là, ha saltellato fino alle Infrastrutture Lupi Maurizio cui dico direttamente: la decadenza dell’impero romano e dei grandi regni si vide prima di tutto nella fatiscenza e non curanza delle vie di comunicazione. Tra pochi anni tutti ci diamo al brigantaggio nelle foreste o diamo un po’di fondi per queste strade, treni, metro and so on?

Alle Politiche Agricole una giovane proposta: De Girolamo Nunzia, simbolo privilegiato del grande inciucio perché, appartenente al PdL si è sposata con Boccia del Pd. Nasce così Gea, prova che dall’unione di acqua e terra può nascere il mondo. Visione troppo romantica, ma smentisce tutti quelli che non tollerano chi la pensi diversamente da loro e pensano che l’antipatia personale sia influenzata dall’opposto credo politico. Anche noi abbiamo dei dubbi, perché se c’è vera ideologia, difficile è l’armonia. Così sia. Laureata in giurisprudenza ora dovrà rappresentare all’estero il peperoncino di Soverato, gli arrosticini abruzzesi e la mozzarella di bufala. Indicatissima.

Rullo di tamburi per noi giovani….Istruzione, Università e ricerca: Carrozza Maria Chiara. Nel su CV ricorre per ben 47 volte il prefisso bio-. Laureata in Bioingegneria Industriale, si occupa della microingegneria biomedica e in particolare progettazione di strumentazione biomedica. Si cimenta nella biorobotica, biomeccatronica, bioingegneria industriale per applicazioni biomediche. Si dedica a progettazione di bio-ispirati e biomeccatronici. Quindi bio-speriamo nella bio-boccata di “vita” che ispira questa bio-figura.

Alla Salute - Beatrice Lorenzin
Al Lavoro e Politiche sociali - Enrico Giovannini
All’Ambiente - Andrea Orlando
Ai Beni culturali e Turismo - Massimo Bray
Alla Coesione territoriale - Carlo Trigilia
Agli Affari regionali, sport e turismo - Graziano Delrio

Alle Pari opportunità, sport, politiche giovanili Idem Iosefa. Passa il testimone, la Carfagna, che lo passa alla Fornero che lo passa alla principessa olimpica Idem. La Apple si vuole ispirare ad una nuova proposta tecnologica partendo proprio dal suo nome (ignorando l’origine latina): I-dem in cui dem sta per on demand o democracy?

Ai Rapporti con il Parlamento - Dario Franceschini (Se i risultati sono quelli del Pd, siamo del gatto)

All’Integrazione la proposta più allettante è Kyenge Cecile. La Lega ha avuto uno sfogo urticante di massa e Maroni è stato frustato da Bossi. Grillo ha avuto una paresi facciale. Questa donna meravigliosa è laureata in Medicina e Chirurgia specializzandosi in oculistica. IN tutto ciò ha fondato e collaborato con diverse associazioni pregevoli tra cui una che si occupa del Congo. In tutto ciò ha due figlie. IN tutto ciò ha un sangue italiano più italiano del nostro che ci ammazziamo senza impegnarci: lei ci ha messo la faccia e il coraggio di un leone.

Alla Pubblica Amministrazione- Giampiero D'Alia.
Come Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio - Filippo Patroni Griffi

Bene. Dopo l’analisi sì fatta direi che questo Governo nasce come Spinta di Archimede. Prendete una pallina di plastica (che noi per comodità chiameremo Berlusconi). Ora tenetela premuta fino al fondo del lavabo pieno d’acqua per cercare di farla affondare. Quando avrà toccato il fondo (dichiarando un’uveite) lasciatela di botto: vedrete che schizzerà fuori dall’acqua con una forza pari ed opposta alla spinta che avete esercitato su di essa recando sulla sua superficie la scritta IMU e prendendovi direttamente in faccia. 
Miriam Di Carlo


[1] Anzi per alcuni (che considerano la mitezza segno di debolezza, e l’ironia una strana associazione di oggetti-soggetti uniti in maniera sconnessa) è un complimento perché enfatizza la loro virilità non considerando che stronzo significa appunto escremento dalle forme ben tornite.
[2] Per i nemici non lo diciamo perché già abbiamo abusato con parolacce nel precedente paragrafo. Diamo un indizio “Testa di c****”. Ci dispiace se siamo stati così oscuri ed enigmatici nell’occultare il soprannome ma non potevamo fare altrimenti.
[3] Lodo Alfano che consisteva nella proposta di immunità alle quattro cariche seguenti: Presidente della Repubblica, Presidente del Senato, Presidente della Camera dei deputati e Presidente del Consiglio in cui veniva sottolineato con pennarello rosso questa ultima dicitura con una postilla che diceva “lo facciamo per tutti, è carità cristiana”.
[4] Conio smentito nel mio studio poiché già esisteva dal 1942.
[5] Non lo saprò mai perché non avrò mai la forza di leggerlo. Leggetelo voi per me e poi me lo dite.

venerdì 26 aprile 2013

Le riforme obbligate per neutralizzare il Caimano.


Enrico Letta è pronto a presentare la squadra di governo. Ma già si è capito che i nodi più difficili da sciogliere sono Brunetta e il ministero della Giustizia, che il Pdl vorrebbe per sé. Quello lì ha parlato da Dallas auspicando che il governo possa essere quanto più lungo possibile, poi ha dovuto tenere a bada i falchi che vorrebbero puntare direttamente al voto. Ha anche telefonato al Capo dello Stato chiedendo garanzie. Ancora una volta il Joker di Arcore controlla le mosse politiche del Pd.

Sono rimasto molto deluso da come si sta evolvendo la situazione politica, e ancora una volta non
lo nascondo. Non voglio ovviamente tacciare Enrico Letta di mancata lealtà al partito, come ha fatto Grillo: non credo, e lo ribadisco, che Letta stia agendo sottobanco con suo zio Gianni, ma sicuramente è importante fattore di mediazione il suo legame di parentela con il consigliere principale di Quello lì.

Il Pd in queste ore sta perdendo la faccia: migliaia di giovani hanno occupato le sedi del Pd perché speravano in un cambiamento. Il Pd ha puntato sulla strada della grande alleanza e ora deve limitare i danni: Letta dovrà porre meno politici possibili nell'esecutivo e un maggior numero di tecnici per poter limitare la visibilità del Pd in questo governo di transizione. Dovrà fare, quindi, ciò che ha fatto il Pdl per il Governo Monti: non mostrarsi troppo implicato politicamente con il Joker di Arcore, porre a capo dei ministeri persone affidabili, di grande competenza ma non politici, e lasciare che il gioco sporco sia di altri.

Pochi punti: legge elettorale, abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, taglio dei costi della politica, dimezzamento del numero dei parlamentari, revisione della spesa pubblica. Il governo non dovrebbe durare più di sei mesi: poi dopo questi provvedimenti si andrà alle elezioni. Il Pd non può permettersi di far durare a lungo il governo, altrimenti sarà logorato da lotte interne e da una faida che lo farà implodere. 

Grillo dice: il prossimo governo è un'ammucchiata bunga-bunga. Il Pd deve far sì che Grillo non
abbia ragione: dovrà agire per il bene esclusivo del Paese e fare le riforme che stanno a cuore al suo elettorato. Se lo farà, quando finirà questa breve esperienza di governo vincerà le elezioni. Se non lo farà, sarà messo da parte e lascerà il Movimento 5 Stelle a contendersi la vittoria con il Pdl, con ottima possibilità di vittoria di Quello lì. Il Pd ha perso la grande occasione: non ha eletto Rodotà e dialogato con i grillini per far fuori Quello lì. Ora non potrà fare la legge sul conflitto d'interesse e rendere il nostro Paese allineato alle grandi democrazie. Ma faccia le riforme giuste per il Paese oppure sarà sopraffatto e lascerà l'Italia in balia dell'anti-politica, una volta e per sempre.  

Marco Di Caprio.  

giovedì 25 aprile 2013

25 Aprile: il perché dovremmo copiare un’idea ai francesi. Liberazione al cubo, di Miriam Di Carlo




Per chi non lo sapesse, esiste un’associazione francese ben strutturata e radicata chiamata Front de libération des nains de jardin. Traduzione: Fronte di liberazione dei nani da giardino. Scopo dell’associazione è preservare la libertà dei nani da giardino, rubandoli nelle ore notturne nei vari giardini di città e paesi, cui consegue una degna liberazione. Dove? Non si sa. Forse nel bosco. Quale? Non si sa. Ma non vi ponete troppe domande, ultimamente chi se le pone viene bacchettato come impuro.

Innanzitutto io copierei l’idea modificando leggermente: Fronte di liberazione DAI (e non DEI[1]nani da giardino. In fin dei conti quanti nani hanno tempestato la storia della nostra Italia, e continuano (sebbene capigliature voluminose che falsano la reale statura[2]) a caratterizzare la nostra storia?
La prima liberazione è quella che si celebra oggi, 25 aprile: liberazione dal movimento fondato dal primo nano che ha fatto casini nella nostra storia, Benito. Che sopravvive non solo come profilo scolpito nel Monte Pietralata nella Gola del Furlo (al pari del Monte Rushmore), ma anche in tutti quei Benito che si ritrovano piazzati questo nome sulla carta d’identità. E alcuni nella mentalità. Eh già.
La seconda liberazione dovrebbe essere quella verso un secondo nano, che ha caratterizzato un periodo mediatico basato sulla televisione, al pari di Benito con la radio: egli è niente meno che Quello-Lì. Un grande, guardate, è un grande: è riuscito a entrare per bene nella mentalità di certi soggetti asserviti supini ancora a quel nome[3]. Alcuni giornalisti di fama ormai affermata hanno fatto, della lotta al soggetto, la loro bandiera e si sono imposti come grandi partigiani del fronte di liberazione dai nani di Arcore con la conseguenza che il loro mestiere di giornalista si fonda su una dicotomia intrinseca: trovare sempre il nemico per sopravvivere e così poter far sentire la propria voce. Bene la seconda liberazione non può avvenire, per il semplice fatto che c’è un terzo nano (dalla folta capigliatura new age) che intralcia il tutto, sebbene dica che non è così. Questo nuovo nano (che chiameremo fanculolo) appunto, in virtù del suo nome, manda  a cagare tutti. Indi per cui ecco lo schema base[4].


OBIETTIVO: Risollevare l’Italia dalla crisi. Punti fondamentali da far passare ecc…, tutta la solfa che ascoltiamo/leggiamo almeno 3 volte al giorno.


                             Per arrivare a questo obiettivo serve un Governo che vari LEGGI.


Questo Governo deve avere la maggioranza altrimenti non si può costituire e non può legiferare (ovvero ANDARE AVANTI, ovvero RAGGIUNGERE l’OBIETTIVO)

Per avere la maggioranza si può appoggiare fondamentalmente a due forze politiche                                 

- M5S: Con cui ha cercato perché rispecchia in molti punti lo stesso programma del Pd e sembra poter convergere in alcune idee con cui è nato.

- PDL: che è l’anticristo per il PD,   rappresenta la macchia che ha   caratterizzato il periodo precedente a questo e  ha decretato la crisi dell’Italia                                                                    

Il M5S non vuole dialogare, non vuole dare la maggioranza perché c'è fanculolo che dice appunto fanculo. Quindi visto che PDL e PD ideologicamente sono inconciliabili non si crea maggioranza: PARALISI.

Il PD ora è obbligato a cercare dialogo con il secondo nano (PdL) perché, se non si crea maggioranza non si raggiunge l’OBIETTIVO.

Indi per cui solo per il bene del paese e arrivare all’obiettivo per il bene di tutti, il PD si sta suicidando, con lui Letta e tutti i suoi lettini ma preservando un nome intonso che non si è macchiato più di tanto le mani: Matteo Renzi. Quindi carissimi, stiamo assistendo al primo suicidio ideologico della storia dato da:
A)     Un Movimento che fa finta di aiutare ma tira la corda e ci manda tutti in paralisi solo perché fanculolo ripete il suo mantra.
B)      Una necessità di aiutare il paese con una maggioranza che si crea solo per motivi di servizio. Il PdL è il solo interlocutore e chiederà una posta tanto alta quanto la miriade di cavolate demagogiche che sono state scritte in questi giorni.

Nasce oggi 25 aprile 2013 il Fronte di liberazione dAi nani dal giardino-Italia. Non CLN ma FlNgI e vai sull’Aventino.

Miriam Di Carlo





[1] Così non rischiamo nemmeno beghe per i diritti d’autore. Ma tanto che ci importa, tra pochi anni neanche quelli serviranno più.
[2] Cfr. Grillo.
[3] Testimonianza diretta: ieri passando davanti al bar sotto casa un gruppo di anziani signori discutevano di politica (ormai siamo tutti politologi, anche noi). Ad un certo punto uno zittisce tutti urlando “Basta, Viva Berlusconi”. Tiè, beccate questo e porta a casa. Amara tristezza.
Testimonianza indiretta: tutti in casa, dico tutti,  abbiamo un frutto inconscio del berlusconismo. Che sia un oggetto, un soggetto, un pensiero. Purtroppo è entrato nelle case e al pari di Benito, vi rimarrà per sempre. In quelle labbra rifatte, in quella smania di successo, in  quella comicità becera fondata sulla barzelletta e il doppio senso. Si chiama italiano-medio di ritorno. 
[4] Mi scusino i lettori per l’eccessivo schematismo della questione. Ossequi. 

mercoledì 24 aprile 2013

La spada di Damocle: riflessioni su Letta a Palazzo Chigi.

Enrico Letta a palazzo Chigi: lo dico con grande franchezza, non me lo sarei mai aspettato. Non per la sua età: a 46 anni sarà il secondo presidente del Consiglio più giovane della storia Repubblicana (il più giovane, a 43 anni, è stato Giovanni Goria). Ma perché, seppure figura di primo piano, negli ultimi cinque anni è stato all'ombra del segretario Bersani. Ricordo che si candidò alle primarie contro Veltroni nel 2007, strappando un modesto 11 % di consensi. 


Il legame di parentela - è nipote di Gianni Letta, il consigliere principale di Quello-lì - non è stata condizione necessaria né sufficiente per l'affermazione di Enrico; quando suo zio, laureato in giurisprudenza ed ex-giornalista, è entrato in politica l'attuale premier incaricato era già stato membro del governo Ciampi come sottosegretario.  

Per il suo ruolo di moderato nel Pd, non poteva essere scelto un altro personaggio per il prosieguo dell'attività del Governo Monti. La posizione politica di Letta non è molto distante da quelle da Scelta Civica, partito fondato da Monti in occasione delle scorse elezioni politiche. 

Non posso dare torto a Grillo però, che ha detto: Enrico e Gianni sono un'unica famiglia. Il guru del Movimento ha enfatizzato il legame di parentela tra i due. E' anche vero però che l'appartenenza alla stessa famiglia non implica le stesse idee politiche: anche io ho familiari di idee politiche molto diverse e, anche se loro facessero i parlamentari o i sottosegretari, non li appoggerei per essere coerente con me stesso. 

In questo caso si è detto che l'alleanza era indispensabile per le sorti del Paese: premettendo quindi l'interesse collettivo a quello individuale, Enrico Letta avrebbe fatto una scelta per il bene del Paese. La sua posizione di vicinanza con suo zio, stratega del Pdl, può mettere d'accordo i due partiti principali, pronti a confluire in questa nuova esperienza di governo. Pd e Pdl, in questo abbraccio, saranno vincolati in una morsa costituita tra parenti-serpenti. 

Il ruolo del serpente sarà sicuramente del Pdl, che sfrutterà la favorevole congiuntura per accrescere i propri consensi, proprio come è accaduto quando, dimentico della difficile situazione economica, il Cavaliere ha staccato la spina al Governo Monti. 

Ancora una volta il Joker di Gotham City, cioè Quello lì, ha sotto controllo le istituzioni politiche in Italia. E' per questo che  ed è per questo che ha ricevuto il plauso dei suoi quando ha mostrato il suo raggiante sorriso dopo la rielezione di Napolitano. Ha fatto tutto lui: ha fatto rieleggere Napolitano alla Presidenza, ha affossato la candidatura di Renzi al Governo, preferendo Amato o il nipote del suo mentore Gianni, ha deciso che non punterà più al voto, ha messo a tacere i falchi nel suo partito, ha imposto un governo politico e non tecnico. Sempre e solo lui. 

Buona parte del Pd è convinta che l'alleanza con Quello-lì sarà l'unico modo per uscire dalla crisi economica e politica. E' incredibile: è stato proprio l'uomo di Arcore a non prendere provvedimenti nel novembre del 2011, portando lo spread a quota 576 e i tassi d'interesse sui titoli a quota 6 %. Ha poi abbandonato il governo Monti, quando era in procinto di altre importanti riforme in ambito economico-finanziario. 

Ma Enrico Letta ha detto di non volere accordi con Quello-lì: "Se è vero che Quello-lì è un problema grave, è una mina” che “blocca la trasformazione del Pdl” da “predillino” a “moderno partito conservatore europeo”. Letta invece ritiene un interlocutore affidabile Alfano: dimentica che il segretario del Pdl non ha mai detto neanche una parola in vita sua che non fosse stata già concordata con il burattinaio di Arcore. Spero di sbagliarmi, ma difficilmente il Pd troverà intese con il Pdl per mitigare la crisi economica in cui versa il nostro Paese. Purtroppo il Pd ha sprecato una grande occasione: votare Rodotà e rinnovare la politica. 

 Oggi Enrico Letta ha inoltre definito il Pdl molto meglio rispetto al Movimento 5 Stelle.  Secondo lui il Movimento ha solo tre obiettivi: non ripagare i debiti, uscire dall’euro e non dare la cittadinanza ai bambini immigrati nati in Italia”. Ciò che dice è cosa buona e giusta. Ma è anche vero che Quello lì non la pensa diversamente su questi temi. Il Movimento 5 Stelle purtroppo fa molte proposte che a livello finanziario potrebbero non avere la giusta copertura, anche in seguito ad eventuali tagli ai costi della politica: abolizione dell’Irap, pagamento dell’Iva solo a incasso avvenuto, sblocco immediato dei fondi che lo Stato deve agli enti e alle imprese.
 

Insomma, se le politiche del governo Monti in ambito economico sono state abbastanza decise, il Pd, ora che ha scelto la peggiore strada delle larghe intese, può solo puntare sui montiani che hanno provato a mitigare la nostra situazione economica. 

Inoltre il Pd dovrà attuare un programma snello e conciso: legge elettorale, riduzione dei costi della politica, riduzione del numero dei parlamentari, abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. Tutto volto ad una maggiore giustizia sociale, per non aggravare ancora le tasche dei contribuenti. 

Last but not least, il Pd dovrà svincolarsi quanto prima dall'abbraccio mortale con Quello lì. Se tutto ciò non avverrà presto, non saranno solo i giovani del partito - che sono generazione perduta e non ritrovata, cui è stato sottratto il futuro - a ribellarsi, ma tutto il Paese. Tutti insieme contro il Pd.

Marco Di Caprio.

martedì 23 aprile 2013

Il vintage del riuso responsabile e non il vecchio che avanza. Auguri ai Giorgi.




  
La lotta degli –ismi è cominciata.

Oggi è San Giorgio ed è ironico che le due più grandi personalità di riferimento della scena politica e religiosa italiana siano appunto due Giorgi: Giorgio Napolitano e Jeorge Maria Bergoglio, per gli amici di buona volontà papa Francesco. Anzitutto, auguri ad entrambi: c’è da lottare contro alcuni draghi.
Seconda cosa sono giorni che l’-ismo ha cambiato rotta: si è passato da berlusconismo, prodismo, morettismo (tutti derivati da nomi propri di persona), girotondismo, a parole antiche, ma quanto mai attuali secondo un riuso responsabile che ha tutti i toni del vintage: carrierismo, individualismo, tatticismo. Parole che descrivono come pennellate la situazione presente, denunciata e palesata dai nostri cari Giorgi. Ma cosa è successo? Se all’inizio del ‘900 gli –ismi in voga erano impressionismo, espressionismo, esistenzialismo, surrealismo, dadaismo e chi più ne ha più ne metta, ora non c’è più quella fecondità artistica che aveva inebriato la civiltà europea, no. Si è passato da denunciare una politica basata su singole personalità che hanno invaso la scena politica quali appunto Quello-lì[1], a constatare che questa politica ha marcito fino a decretare la decomposizione della stessa politica: anche la linguistica parla di realtà contemporanea.
E’ indubbio che stiamo in un momento di paralisi. In tutto. Paralisi istituzionale, paralisi economica, paralisi politica, paralisi lavorativa e paralisi affettiva. Ma perché? Che c’è alla base di questa paralisi? Fondamentalmente la paura. E’ come se fossimo circondati da un cerchio di morte per cui “il senso di solidarietà” che ha richiamato in gioco Giorgio N. sembra essere smarrito. E’ come se ogni seggiola del Parlamento fosse una mina e in questo campo minato non si sa dove mettere i piedi e quindi si sta completamente fermi e inermi aspettando la manna dal cielo. MA non è che funziona così la vita. Se fossimo sempre imbrigliati nelle nostre paure non usciremmo mai di casa, per il timore di prenderci un raffreddore, di incontrare qualcuno, di dover fronteggiare il traffico o quanto altro. Quello che vedono i nostri cari Giorgi è una prospettiva dall’alto: per il bene di tutti bisogna collaborare: una mano lava l’altra e tutte e due lavano il viso[2]. Stop. Basta recriminazioni, tweet lacrimogeni, post allucinogeni, interviste trasversali e randellate eventuali. Insomma siamo immobilizzati da un altro –ismo: il moralismo. E alla base del moralismo c’è il giudizio verso il mondo, verso tutti che non ci permette di entrare nella solidarietà. MA potrei dire che questo moralismo ha fondato solo distruttismo che prevede il NULLA.
Per quanto riguarda il discorso di Giorgio N. anche lì abbiamo un vintage di tutto rispetto: riuso responsabile. Se poi si pensa che Giorgio N. non ha nessun ghost writer che gli scrive i discorsi, beh, caro Giorgio hai quasi 90 anni, ma ci metto la firma se dovessi arrivare come te.
Ecco, così per il termine “inciucio"[3] Napolitano al minuto 32.30 del video http://www.youtube.com/watch?v=xKfp7dO8J2Y usa una serie di sinonimi: “Il fatto che in Italia si sia diffusa una sorta di orrore per ogni ipotesi di intese, alleanze, mediazioni, convergenze tra forze politiche diverse è segno di una regressione.”: cioè quello che dice Giorgio è che se non si collabora per paura di disattendere l’etica e la morale (nonché il giudizio) che si sono adottati verso se stessi non si va da nessuna parte. Ma la cosa che non hanno capito ancora tutte le forze politiche in campo è che corrisponde alla morale comune e dell’intera umanità la solidarietà e l’unione per il bene collettivo. Quindi o si va avanti tutti insieme o si rimane nell’eterno campo minato che è diventato Montecitorio. Con questo non dico che bisogna prostituire i propri ideali di partito per creare unioni ibride e che risulterebbero come minotauri sproporzionati, no. Bisognerebbe solamente collaborare per risollevare un intero paese: una paese che ha votato M5S, così come Pd, così come PdL (ahimè). Ahimè perché la causa di tutto ciò risiede nel frutto più aberrante del biennio 92-94 derivato dalla paura degli italiani che perdevano certezze: il grande creatore di belle ustioni sulla pelle dei baldi prodi. Il nuovo dato da notare nel discorso di Giorgio è una forza dell’io che non ha precedenti nella storia dei discorsi dei Presidenti della Repubblica: Giorgio ha un’identità ormai riconosciuta, richiamata in causa, che ha voce in capitolo, anzi può dirigere il capitolo “ne trattò le conseguenze” .
Ecco Giorgio è come Papà Castoro a cui i tre nipotini  http://www.youtube.com/watch?v=bNeAige6S7w chiedono di raccontare una storia: e la storia dell’Italia non è quella di Cenerentola, magari. E’ quella della Bella Addormentata nel bosco che, quando si è svegliata si è resa conto di aver fatto un bel po’ di casini.

Ps. Basta a terrorismo. Un dato evidente è dato dalle Quirinarie (-> vedi articolo sulle Quirinarie): un manipolo di  pochi aderenti hanno dato l’idea di una voce da onda anomala. Così come le notizie devastanti sul nostro futuro, la banca rotta e quant’altro: un terrorismo mediatico di cui, francamente non abbiamo bisogno. Alimentano le paure e rendono il campo minato ancora più minato: per andare avanti non abbiamo bisogno di questo, grazie. Che Grillo continui a pulire casa con la bava di lumaca o sostituire il gas con l’aloe vera, ma intanto consigli un buon parrucchiere a Casaleggio, per il bene collettivo.
Miriam Di Carlo.




          


[1] I redattori hanno deciso che, d’ora innanzi non verrà più usato il nome del cavaliere ma solo diciture quali Quello-lì o Tu-sai-chi o altre parafrasi. Ci scuserete ma tale nome altisonante non riflette la caratura morale dell’individuo.
[2] Cammeo che dedico a mia nonna: donna lucidissima e che l’avrebbe data a bere a 20 giovani pischelletti.
[3] Dal punto di vista dialettologico inciucio è una parola di origine napoletana (indi per cui viene spontaneo l’interrogativo: perché usata e abusata da un genovese?) che deriverebbe dall’onomatopea ciu-ciu: simulerebbe il parlare a bassa voce. Insomma come quando spettegolate su qualcuno o dite al vostro confidente durante una  riunione importante che vi fa male la pancia e dovete correre al bagno o quando chiedete se avete qualcosa tra i denti e vi puzza il fiato. 

lunedì 22 aprile 2013

Il coraggio della rinuncia.


Sono molto deluso: non solo perché, come ha detto Grillo, è stata la casta a decidere la rielezione del Presidente in carica. Ma perché le principali fonti di informazione tacciono su quello che è successo realmente sabato. Premetto che non sono mai stato favorevole alla gestione del Movimento 5 Stelle e al linguaggio adoperato dal suo capo; ora però Grillo ha ragione a lamentarsi: il suo candidato era perfetto per il Pd. Se fosse stato eletto Rodotà, i grillini avrebbero aperto ad un governo designato dal Capo dello Stato, quasi sicuramente con il Pd. 

Napolitano ha precisato nel suo breve discorso che ha accettato l'incarico con grande senso di
responsabilità e con spirito di sacrificio. Data la difficile congiuntura economica per il nostro Paese, si è sentito il dovere di non rifiutare, anche perché non è stato trovato un candidato condiviso tra gli schieramenti. E Rodotà cos'era se non un candidato condiviso? E' vero che è stato proposto dai soli grillini durante le loro quirinarie, ma subito Sel e una parte del Pd si è mostrata a lui favorevole. Ha scritto Eugenio Scalfari sulla Repubblica di ieri 21 aprile 2013: 
Cosa avrei potuto dirgli [a Rodotà]? Gli avrei detto che non capisco perché una persona delle sue idee e della sua formazione politica, giuridica e culturale potesse diventare candidato grillino per la massima autorità della Repubblica. 
Io direi che Rodotà non è solo il candidato di Grillo, ma di un'intera sinistra italiana, che si riconosce nelle sue battaglie per maggiore giustizia sociale e per i diritti civili. Ancora Scalfari: "Mentre scrivo (è la sera di sabato) è in corso una manifestazione di grillini in piazza Montecitorio." L'editorialista del maggiore quotidiano del Paese non può essere così vago sul colore politico dei manifestanti. Io, che sono un elettore deluso del Pd, ero in piazza quel giorno. E molti con me erano elettori di Bersani, delusi per l'inciucio con il Cavaliere che ha portato alla rielezione di Napolitano. E molti erano gli esponenti di Sel e di Rifondazione comunista: la sinistra italiana, moderata e radicale, ricompattata attorno al nome di Rodotà. Un nome di garanzia anche per i cattolici e i conservatori, incline al dialogo e alla mediazione. 

Francesco Merlo scrive in un altro articolo  su Repubblica di ieri 21 aprile: 

"Qui ci sono quelli di Rifondazione, i cani sciolti, quelli che manifestano tutta la vita, e poi le organizzazioni alternative, i rivoluzionari di professione, i singoli militanti di Sel, sono i "compagni" che ogni tanto vedono arrivare un sessantotto e non vogliono perderselo: per tutti loro Rodotà è di sinistra e Napolitano è di destra. 

Ridurre gli indignados nei confronti della politica corrotta a una manciata di facinorosi estremisti significa non ascoltare il disagio sociale della gente. Vuol dire fare un'informazione che sia appendice solamente di chi ha il potere, piuttosto che cercare di cogliere la realtà della difficile situazione sociale, politica ed economica del nostro Paese. 

Io ero, come dicevo, vicino ad una Piazza Montecitorio transennata e blindata da agenti. Tanti si sono fermati davanti alle transenne a protestare, per chiedere maggiore partecipazione alla vita politica. La Piazza voleva solo che il Palazzo grigio e sordo ascoltasse il proprio lamento. Francesco Merlo scrive: 
"Ieri la piazza di Montecitorio si riempiva mano a mano che si avvicinava l'arrivo di Grillo. [...] Ed era in fondo divertimento di piazza che però con l'andar del tempo è diventato tensione perché i più facinorosi non volevano crederci che il capo non veniva". 
Io posso testimoniare invece che i manifestanti non sembravano interessati a cosa avrebbe fatto Grillo. Per fortuna il più assennato Curzio Maltese scrive nella stessa pagina di Repubblica, in un altro articolo: 
"Bersani ha finto per cinquanta giorni di volere un accordo con i grillini. Ma quando si è trattato di compiere l'atto più importante di questo inizio di legislatura, la scelta del Quirinale, di colpo si è girato dalla parte di Berlusconi [...]." 
I manifestanti protestavano contro l'inciucio tra destra e sinistra, che è abbraccio letale per il Pd. Il centro-sinistra ormai non esiste più, è scomparso, crollata sotto le macerie delle larghe intese. Mi dispiace doverlo dire ma Napolitano ha sbagliato

Se il Capo dello Stato - che pure è stato un uomo di sinistra - fosse stato davvero responsabile, avrebbe ascoltando la volontà di cambiamento che le nuove generazioni chiedono: avrebbe quindi consigliato Rodotà ad un Pd verso lo sbando. Avrebbe così salvato, almeno temporaneamente, il maggiore partito dalla dissoluzione e tranquillizzato gli animi in piazza. Avrebbe dato un segnale forte e chiuso il settennato in bellezza, dimostrando di non volere più accordi con l'oscuro uomo di Arcore. Insomma, la più grande responsabilità, a volte, risiede nella rinuncia piuttosto che nell'impegno.  


Marco Di Caprio.

domenica 21 aprile 2013

Napolitano chiude la Prima Repubblica come Presidente della Camera, ora chiude la Seconda come Presidente della Repubblica-bis.


Ho studiato attentamente il ruolo di Giorgio Napolitano come Presidente della Camera dei Deputati durante la XI Legislatura: una legislatura difficile, caratterizzata da scandali, tangenti, amicizie torbide, personaggi silenti che passano come bisce dietro le poltrone lasciando solamente brividi irrisolti. Se la parola abusata in questo periodo è “Responsabilità” a quel tempo era “serenità”: i deputati si scaldavano facilmente, troppo inclini a fare lo scarica-barile, ad additarsi vicendevolmente, consapevoli di essere rei davanti alle dichiarazioni di Craxi. Giorgio Napolitano riuscì a mantenere sempre un grande equilibrio all’interno della Camera, calmando le forti esternazioni di Bonino e Pannella, mitigando i toni di Sgarbi, permettendo che Craxi potesse fare mea culpa ma anche incentivasse la confessione dei peccati collettivi che non avvenne. Quello fu un momento storico, eppure tutti facevano riferimento a Napolitano e la Prima Repubblica si chiuse con un grande moderatore-cardine, che più volte richiamò l’allora Presidente del Consiglio Amato all’ordine. Poche volte fu assente e la sua coerenza, lucidità e lungimiranza si sono palesate più volte durante la Presidenza della Repubblica.

MA bisognava osare. Rodotà ora appare più una questione di principio che reale convinzione: bisognava sfruttare un’ignoranza. Quel M5S che vorrebbe fare tabula rasa del passato, falcidiando a destra e a manca, mettendo in crisi l’ordine della Costituzione, ha assunto come vessillo della propria battaglia proprio la personalità che più di tutti è garante dell’ortodossia Costituzionale. E tutto il Movimento, dai bassi ranghi fino ai vertici iperuranici eterei della Cas-Ass, si erano dimostrati a favore di una scelta che andava contro il fondamento distruttivo con cui è nato tutto questa amalgama polimorfa. Bisognava sfruttare questa ignoranza e ci saremmo sentiti più sicuri da eventuali attentatori alla Carta Costituzionale.

MA Napolitano non è il segno dell’inciucio: no. Napolitano è il simbolo di un uomo che vorrebbe garantire pace, stabilità al paese e l’ha fatto richiamandosi alla forma comunicativa che è in grado di far proseguire l’umanità: il dialogo, il confronto, l’unione per un bene comune, che trascende. Saranno felici ora i Corazzieri n°1 e n°2, sarà felice “la viva e vibrante soddisfazione” di Crozza mentre la signora Clio, che già aveva prenotato il marito per una bella vacanzuccia fatta di Burraco e passeggiate placide, ha dovuto chinare di nuovo il capo verso la grande amante di Giorgio: l’Italia. E disfa le valigie. Mannaggia, il Quirinale, con tutte quelle tappezzerie è pieno d’acari della polvere.

Infine i partiti.
I partiti che fine fanno? Non può esistere un partito di sinistra. Per il fatto che la democrazia di sinistra e l’ideologia che la caratterizza si basa sulla garanzia dell’identità di ogni individuo, non si avrà mai la compattezza supina dietro la mente o lo sponsor di uno solo. Il PdL è coeso perché tutti rispondono ad un’ideologia: Berlusconi. Il M5S è coeso perché risponde a quello che passa Grillo(*). Il Pd invece lascia tutti liberi di essere, di credere, di pensare e tutti dentro per il bene comune. Ma tra bersaniani, renziani, dalemiani, giovani turchi, cattocomunismi, ex-margherita e ex-ulivo, veltroniani sembra di stare in un grande supermercato in cui proliferano le più svariate marche di prodotti alimentari: e ora, quale scelgo? Tutti mi sembrano buoni!


*(Tra l’altro l’avete comprato il Dvd di Grillo? E’sponsorizzato sulla banda laterale del suo blog. Potete comprarlo in comodo cofanetto e i proventi verranno devoluti per un sapone biologico creato tramite il cerume e le secrezioni sebose dei migliori grillini. Anche noi potremmo sponsorizzare nostri libri sulla banda laterale e finanziare questa testata ma non lo faremo. Vogliamo stimolare il dibattito, e non il mercato personale).

                                                                                                                            Miriam Di Carlo.