martedì 21 maggio 2013

SOCIALISMO MALATO.

Capitalismo vs. Socialismo, Destra vs. Sinistra, Liberali vs. Democratici. La società umana, nonostante la sua immensa complessità, è ridotta a un inscindibile binomio di opposti. Ma è vero che nel capitalismo c'è un socalismo, come nel socialismo c'è capitalismo, nella destra c'è sinistra e nella sinistra c'è destra: la reductio a duo diventa riduzione a quattro, poi a otto, sedici, trentadue, etc. Non esistono partiti e movimenti che possano dare una definitiva e stabile posizione che duri in eterno; è anche vero che ultimamente si è creata una frattura in Italia insanabile tra una parte del paese che vuole il cambiamento e una di destra che è intenzionata a mantenere lo status quo. 

Personalmente non credo che i progressisti riusciranno ad avere grande spazio; se anche dovessero vincere le elezioni sarebbero tenuti ai margini dell'azione governativa, così come il partito comunista è stato sempre all'opposizione. La classe politica italiana è intenzionata a mantenere lo status quo, con modesti e minimi cambiamenti che possano dare una parvenza di rinnovamento politico, perché tutto cambi affinché nulla cambi. In questo Paese difficile prospettare uno schieramento progressista che possa combattere effettivamente la corruzione e il malfunzionamento dell'apparato burocratico. 

Di solito gli economisti americani  vedono il socialismo come male di un'Europa che ha aumentato i costi dello Stato e sottratto quel capitale che possibili consumatori rimetterebbero in circolo. Ancora tanti sostengono che il sistema capitalistico-moderato europeo sia peggiore di quello americano, perché prevede troppe imposte,che servono per produrre servizi, il cosiddetto welfare state che accresce una macchina burocratica sempre più ingestibile. Io penso che questo non valga per l'Italia: se è noto che il nostro Paese, a partire dagli anni Sessanta, ha accresciuto il proprio welfare state fino a renderlo parassitismo, è anche vero che il nostro Paese è arretrato per il potere smisurato di una classe politica che ha inglobato tutti i peggiori elementi della vita pubblica. 

Per quanto riguarda il resto d'Europa, il sistema socialista funziona benissimo nel Nord Europa, dove i servizi sopperiscono a tutte le più immediate esigenze dei cittadini: la corruzione lì non è un problema, per cui tutti i soldi effettivamente pagati dai cittadini non sono sperperati o intascati per altri motivi da quelli originari. Il problema della disoccupazione non è dovuto all'aumento del debito e alla difficoltà di ricevere credito, ma piuttosto alla mancanza di politiche che favoriscano la creazione di nuovi posti di lavoro: la Germania dovrà, come spesso si è ribattuto, cambiare la sua politica d'austerità, se non vuole indebolirsi notevolmente rispetto al resto del mondo, trascinandosi con sé tutta l'Europa. 

Gli americani invece hanno un problema opposto agli europei: nonostante la loro ricchezza, non hanno sanità e scuole pubbliche efficienti, non hanno politiche di ammortizzatori sociali; è vero che il loro snello apparato burocratico non grava sul bilancio delle famiglie, ma è anche vero che, senza politiche in aiuto del sociale, rischieranno, qualora la situazione economica diventasse difficile, gravi disordini per la tenuta della propria società. In definitiva, io direi che non sono socialismo o capitalismo il problema, il problema è che cosa si intende per queste etichette.    

Marco Di Caprio.

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