sabato 8 marzo 2014

RENZI SPIEGATI MEGLIO...

Il premier Renzi ha detto che varerà la settimana prossima, per la precisione martedì 12 marzo, il suo Jobs Act. Noi pensiamo che si dovrebbe ricominciare a parlare in italiano, perché molti non capiscono il reale significato dei termini politici in inglese. 

Se analizziamo il contenuto della sua riforma del lavoro, visto che di questo si tratta, notiamo che i punti salienti sono i seguenti: eliminazione del contratto a tempo determinato a favore di un contratto unico, abolizione dell'articolo 18 (legge che reintegra i licenziamenti non legittimi) per i primi tre anni di assunzione e abolizione dell'apprendistato. Quali miglioramenti dovrebbe portare questa riforma del lavoro? Praticamente favorirà la Confindustria e le imprese, che potranno assumere e i licenziare più facilmente i neo-laureati. Sappiamo che Renzi vuole la flessibilità delle assunzioni, basata sul modello inglese: maggiori licenziamenti liberano più posti di lavoro per eventuali nuovi assunti. Il problema di fondo è il seguente: in Italia la corruzione e le strutture economiche non sono ancore pronte per accogliere questo modello di tipo anglosassone.

 Renzi, inoltre, ha intenzione di varare il taglio delle aliquote Irpef e il taglio del cuneo fiscale con i fondi dell'Unione Europea: già insorge l'Europa, poiché quei soldi non possono essere destinati a questo compito, ma solamente per opere infrastrutturali. Renzi, inoltre, ha detto di voler destinare nuovi fondi all'istituzione scolastica. Anche per questo scopo si riscontra il problema della copertura finanziaria: il premier ha detto che vuole ricorrere alla Cassa depositi e presiti, che è il tesoretto dei risparmiatori muniti di libretti postati. Se lo Stato usa la Cassa per le riforme non accumula debito con le aziende private, ma con i contribuenti, peggiorando di gran lunga la situazione. 


Non si parla ancora di tagliare i costi della politica, anzi per ora si parla solo di riforma costituzionale del Senato: per approvare questo provvedimento ci vorrà almeno un anno. Difficile che si riuscirà sul serio a raggiungere la maggioranza dei due terzi del Parlamento per questa riforma: i senatori non potranno mai votare per l'abolizione della propria poltrona. Ultimo nodo al pettine è la Tasi: Letta, dopo aver abolito l'Imu, ha introdotto un'imposta che tassa non solo la prima casa, ma anche i servizi a essa connessi come lo smaltimento dei rifiuti. Renzi l'ha confermata. Il problema di fondo è il seguente: la Tasi è una tassa comunale che ciascun municipio può aumentare a seconda delle proprie esigenze. Ciò aggrava la situazione per molti contribuenti del centro-sud, che sono sotto amministrazioni largamente indebitate. 

Caro Matteo, lei aveva promesso chiarezza e trasparenza. Da lei non chiediamo parole, ma action: glielo diciamo in inglese, visto che lei si sente così anglosassone. Prenda dagli inglesi il loro empirismo e non nomi inutili; non prenda dagli italiani le chiacchiere vuote e inutili.


Marco Di Caprio e Alessio D'Aco.

mercoledì 5 marzo 2014

Vladimir, lo zar diplomatico.

Putin ha deciso di fermare la marcia delle sue truppe in Ucraina: il dittatore russo ha occupato pacificamente la Crimea a maggioranza russofona e ha raggiunto il suo obiettivo di mettere pressione sull'attuale governo ucraino. Le bandiere russe sventolano però anche nella parte orientale del paese, al di là del fiume Dniepr. 

Kerry e la diplomazia euro-americana hanno minacciato l'embargo nei confronti della Russia qualora Putin dovesse continuare la sua marcia. Il leader russo non ha alcun interesse a occupare militarmente l'Ucraina, anche perché gli interessi dell'élite russa che vive in Europa e negli Usa sarebbero in pericolo nel caso di embargo. Nel caso di sanzioni contro i russi, sarebbe in pericolo anche l'Occidente stesso, che ha un punto di riferimento in molti uomini dell'alta finanza russa. Per motivi di natura economica Putin dovrà per forza dialogare con gli americani per trovare un accordo diplomatico in merito alla spartizione delle risorse che l'Ucraina offre in materia di gas. 


La diplomazia occidentale ha sbagliato nel supportare il moto di piazza che ha destituito Yanukovich. Con questo non intendo dire che l'ex-dittatore d'Ucraina sia meglio dei ribelli: è un criminale, ha provocato centinaia di morti a piazza Maidan e va biasimato nella maniera più assoluta. Ma quando Putin dice che l'attuale governo dei ribelli è estremista non sbaglia. I ribelli hanno infatti minacciato di mettere al bando la lingua russa, la quale è prima lingua di un terzo della popolazione ucraina. Gli americani, supportando l'attuale presidente Yatsieniuk, rischiano di cadere nello stesso errore fatto nel 1989, quando supportarono i terroristi islamici in Afghanistan per opporsi all'Unione Sovietica. Gli americani rischiano anche di ripetere un errore fatto più recentemente, precisamente due anni fa, quando hanno supportato gli estremisti islamici contro Mubarak.


Qualcosa nella diplomazia occidentale si sta spezzando: è stato proprio Putin a frenare l'attacco americano contro il laico Assad in Siria. Gli americani, negli ultimi venticinque anni, per opporsi a molte dittature hanno supportato estremismi e fanatismi che si sono rivelati ben peggiori dei regimi che hanno sostituito. La macchina diplomatica americana forse dovrebbe imparare da Putin, che per quanto sia un dittatore e un fanatico ha una visione della politica mediorientale molto più lucida di Obama e Kerry.   

Marco Di Caprio.

Coerenza a 5 stelle.

 Al centro delle continue critiche soprattutto di chi segue tanto, forse troppo la televisione, c'è sempre lui: Beppe Grillo. Il "comico" genovese viene continuamente e ripetutamente attaccato da ogni canale televisivo, ad ogni ora, su ogni trasmissione. Ci sembra anche abbastanza ovvio, soprattutto perché le televisioni e i giornali hanno dei padroni potenti che non vogliono promuovere ciò che va contro la propria politica. Non è normale però, a mio parere, che le critiche a Grillo vengano direttamente da coloro che hanno votato il     Movimento 5 Stelle. 

Molti criticano soprattutto il comportamento di Grillo durante l'incontro con Matteo Renzi. Grillo è andato li per volontà di coloro che seguono il suo blog. Sono stati i suoi elettori a spingere Beppe ad andare all'incontro con Matteo Renzi. L'esito dell incontro è noto e chiaro a tutti. Molti grillini si sono lamentati perché secondo loro Grillo avrebbe mancato di rispetto a Renzi nel non farlo parlare. Per Grillo quell'incontro è stato uno sfogo, sfogo che probabilmente tutti noi italiani avremmo voluto attuare nei confronti di un leader che è capo del governo grazie a una labile maggioranza. Renzi ha parlato fin troppo tramite le televisioni, mentre Beppe ha avuto solo a disposizione quei cinque minuti: era ovvio che Grillo reagisse così. 


Io non avrei voluto che si presentasse a quell'incontro. Il fatto che si sia presentato è già un'apertura verso un mondo, quello politico, corrotto e malato, incurabile. Il leader dei 5 Stelle è sempre stato coerente, ha sempre annullato e respinto ogni forma di partecipazione a questi governi fantocci, a questi governi tout-ensemble volti a spartirsi le poltrone e i posti migliori. Il capo del governo non è stato coerente: aveva detto che per il bene del paese non avrebbe mandato via Enrico Letta. Ora ce lo ritroviamo li, a Palazzo Chigi a produrre inciuci con il peggio dell'attuale classe politica, di destra, sinistra, centro e chi più ne ha ne metta. Renzi è d'accordo con Berlusconi (ancora lui?), con Alfano e con tutti i peggiori. E la scelta scelta dei cittadini dov'è? La democrazia dov'è? Le elezioni a cosa servono? Il Pd è democratico solo nel nome, lo dice un ragazzo che ha una famiglia tradizionalmente supporter del centro-sinistra. 

 I 5 stelle possono aver sbagliato molte volte ma mi chiedo chi non lo fa? Hanno sbagliato, ma non hanno mai mancato di rispetto al popolo italiano: hanno davvero rinunciando a una parte dei loro stipendi come promesso al popolo. Popolo sempre più incantato dalla tv e da quei programmi che manipolano il pensiero critico. Che motivo aveva Grillo di fare politica? Si è guadagnato onestamente i suoi soldi grazie ai suoi spettacoli. Avrebbe potuto benissimo goderseli nelle Hawaii, ma invece lotta per tutti noi. 

Svegliatevi, fatevi un'idea vostra ma fatevela. Senza farvi incantare o accecare dal fumo che vi buttano in faccia: troppa gente fondamentalmente è in politica per fare solamente i propri interessi. Non mi rivolgo tanto agli anziani, ma ai giovani che come me amano il proprio paese e vogliono restarci. Questo governo delle larghe intese ha prodotto e sta producendo vantaggi per i giovani? La disoccupazione giovanile si aggrava sempre di più a scapito di una gerontocrazia che immobilizza il paese. La prima manovra del governo Renzi sarà l'approvazione della Tasi ideata da Letta e non un decente piano del lavoro per gli under 30: questo è un Paese falso e immobilista, un paese che non è per i giovani. 

 Alessio D'Aco.