giovedì 8 marzo 2012

Il destino di un'Italia migliore.

Silvio Berlusconi ha annunciato che non andrà da Bruno Vespa. Non vuole mostrarsi come leader del Pdl, dal momento che tra un paio di settimane dovrebbe essere ospite Bersani nel salotto di Porta a Porta. Il Cavaliere ha detto più volte che non si ricandiderà, e che appoggerà solo Alfano come futuro candidato premier, che non solo è il suo delfino, ma la sua controfigura. Berlusconi è forse affetto dalla "sindrome di Putin": fa candidare un suo giovane seguace per gestire saldamente il potere dietro le quinte. Ma Alfano non sembra avere neanche un minimo di personalità, a differenza di Medvedev.

Berlusconi ha deciso di non andare da Vespa dopo che Alfano si è rifiutato di incontrare Monti, Bersani e Casini: il Pdl non è disposto ad aprire il dialogo su televisione e giustizia. Questi sono i nodi irrisolti, gli unici obiettivi che stanno a cuore al Cavaliere. In base alla normativa sulla radiotelevisione, i migliori fornitori di contenuti ottengono le frequenze senza partecipare ad un'asta con le altre imprese del settore. Ma le frequenze sono un bene di stato: Mediaset e la Rai devono mettersi in gioco per ottenerle. Il problema è che un'asta per Mediaset, il cui bilancio è in rosso, sarebbe un duro colpo per il suo patron.

Mediaset è una rete che non si è rinnovata: i suoi programmi sono rimasti pressoché identici a quelli degli anni Ottanta, con pochi cambiamenti. E' una piattaforma che offre poco a livello contenutistico; anche la Rai è rimasta povera da un punto di vista dei contenuti, perché è controllata dalla politica e spesso accoglie conduttori che sono raccomandati, non i più bravi. Basti pensare che la Rai ha licenziato Santoro e Annozero, il programma più seguito in assoluto.

La giustizia è un altro punto cruciale, o meglio l'ingiustizia: il Cavaliere vorrebbe congelare i processi rimasti a suo carico. Per questo non vuole il dialogo con Monti: le sue sono pretese, non prove di dialogo. Il presidente del Consiglio adesso non deve cadere nell'errore di cedere per evitare crisi politiche: deve resistere e fare ciò che va fatto, anche a scapito del Cavaliere che lo appoggia. Adesso Berlusconi è un uomo quasi finito, ma solo la freddezza e la risolutezza del nuovo Governo possono metterlo alla porta. Il destino di un'Italia migliore riparte dalla battaglia coi fantasmi del passato.

Marco Di Caprio.

Nessun commento:

Posta un commento