sabato 25 maggio 2013

Meditazione su una crisi e una Speranza di Miriam Di Carlo.


Ho parlato con un uomo sconosciuto un giorno. A lungo. E la cosa mi capita spesso. Una volta sono riuscita persino a parlare del braccio di una leva (in gergo fisico-matematico) a proposito della migliore presa per non cadere in metro. Non chiedetemi il perché. Io parlo con tutti quanti abbiano predisposizione al parlare. Perché ogni incontro è un arricchimento: banalità ma vera. E’ una risorsa grandissima, una scoperta continua. Basta solo osservare attentamente, ascoltare aguzzando l’orecchio: il fascino di scoprire storie che camminano. Ognuno con il proprio bagaglio di credenze maturate durante la propria esistenza, e bagaglio di eventi passati che si tramutano in esperienza, e bagaglio di fatti futuri che sono speranze o preoccupazioni, e bagaglio di praticità fattuale. Ma ogni uomo è un evento in potenza, che non sa della grande forza che ha nel divenire atto, ogni singolo momento di vita.

  •           Un autista che mi disse che stiamo vivendo una terza guerra mondiale sotterranea ed economica.
  •           Un vecchio sindaco del PCI cha andava dai suoi parenti all’estero dopo essersi ritirato per le troppe delusioni politiche. Aveva da poco fatto l’impianto ai denti e non riusciva a sorridere per bene.
  •           Una ragazza innamorata che prendeva l’aereo per la prima volta dopo aver conseguito due lauree in tempi record.
  •           Una signora preoccupata per la cena della sera: sarebbero arrivati ospiti da Milano e voleva fare qualcosa di tipico ma non elaborato.
  •           Due ragazzi seminaristi terribilmente giovani ma bellissimi negli occhi, nelle parole, nei sorrisi.
  •           Una coppia di padovani ad aspettare la loro figlia entrata nell’Accademia Militare. Conservo ancora il biglietto della donna, confeziona confetture. Anche mia madre.
  •           Una signora che ho accompagnato fino al luogo d’incontro con il gruppo turistico per visitare i Musei Vaticani. Ho fatto ritardo all’università, ma ne è valsa la pena. Francese.
  •           Una ragazza di rientro dall’erasmus, con tanto pianto nel cuore e tanta paura di vivere.


Ma la visione più concreta di questa crisi necessaria e sufficiente per noi giovani è venuta dalle tre età della vita che incontrai una volta sulla metro B quale apparizione epifanica: tre uomini. Un ragazzino con il cellulare assuefatto dal videogioco o internet; un uomo di 40 anni ricurvo sulla sua valigetta, la fronte corrucciata ricurva anch’essa fino alle sopracciglia cadute pesantemente sugli occhi vacui; un signore anziano dalle mille pieghe e rientranze della pelle. Lo sguardo più lungo e intenso l’ho avuto con quell’uomo assai vecchio e bellissimo nella sua vecchiaia. Ho parlato a lungo con lui in quell’incrocio di sguardo, talmente tanto a lungo che mi sono sentita dentro il monito più dirompente della mia vita: non smettere di sperare nell’umanità. Sebbene tutto, abbandonando giudizi e pregiudizi perché io sono te, con tutti gli errori, con tutte le debolezze, le idiosincrasie, passeggeri su una vita dai dialoghi muti.

Miriam Di Carlo


P.S. Ho pensato sia doveroso segnalare alcune persone di prestigio che possono contribuire ad una visione  non pretenziosa della vita. Essi sono Luigi Ghirri e Gianni Celati. Riguardo il fotografo Luigi Ghirri è appena stata allestita fino a Ottobre una sua mostra fotografica: non credete che siano chissà quali foto introspettive o innovative. No, sono semplici brani di vita, senza ritocchi, senza nulla che possa far pensare ad una fotografia ma solo ad una frazione ottica che vediamo tutti i giorni. Mentre di Gianni Celati propongo questo magnifico filmato di "Mondonuovo", film-reportage uscito nel 2003. A forza di vedere film di Gianni Celati si finisce di vivere la vita con la sua voce accogliente nelle orecchie come se lui fosse un narratore dentro di te. http://193.204.255.75/elephant_castle/web/interviste/inimmaginabile-parte-1/21 

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