martedì 25 giugno 2013

Pagliacci d'Italia.

Condanna a 7 anni e interdizione perpetua dai pubblici uffici: un anno in più rispetto a quanto aveva chiesto l'accusa. B. sembra ormai vacillare definitivamente: già l'8 maggio era stato condannato in appello per il processo Mediaset, a marzo era stato condannato per il processo Unipol; inoltre questa settimana dovrebbe ricevere un altro responso negativo in sede civile per il Lodo Mondadori. 

L'esito di questi procedimenti giudiziari non mi sorprende, e non sorprende neanche il diretto interessato. Questo 2013 è stato e sarà ancora molto difficile per lui, ma la non-sconfitta in ambito elettorale gli ha evitato di ritrovarsi in guai peggiori. Il problema principale è che Quello lì è al governo, anzi è come se ne fosse vice-presidente del Consiglio, poiché Alfano è burattino nelle sue mani. Il Pd ha avuto la colpa di cercare un dialogo con il Cavaliere, dopo che le trattative con Grillo erano fallite: tutto questo è successo - e vorrei ricordarlo di nuovo - perché i democratici si sono spaccati per l'elezione di Prodi come Presidente della Repubblica e hanno dovuto cercare per il Colle un nome condiviso con il centro-destra nella figura 'ambigua' di Giorgio Napolitano. 

La sconfitta del Movimento 5 Stelle alle amministrative e il calo di consensi di Grillo nel suo partito potrebbero aprire un nuovo scenario: i dissidenti grillini animati di buone convinzioni potrebbero formare una nuova maggioranza con il Pd, qualora il Pdl dovesse lasciare l'esecutivo per il cattivo esito dei processi di Quello lì. Io vedo in questa ipotesi un'ottima soluzione per mettere ai margini della vita politica sia Grillo che il Joker di Arcore. La sconfitta del Cavaliere è indissolubilmente legata alla sconfitta di Grillo. L'Italia può e deve fare mettere ai margini della vita politica i due pagliacci contemporaneamente: finché ci sarà l'uno prospererà l'altro e viceversa.

Marco Di Caprio. 

Nessun commento:

Posta un commento