martedì 19 novembre 2013

GIOVANI SENZA LAVORO: IL NASTRO DI MOEBIUS SI RIAVVOLGE.

Il mercato del lavoro in Italia è stagnante. Troppe barriere all'ingresso per i giovani inoccupati che cercano un'esperienza lavorativa. Vorrei innanzitutto spiegare poiché secondo me i giovani trovano difficilmente impiego. La società italiana è formata da caste e corporazioni, che ricordano l'India o forse l'età dei Comuni e delle Signorie. La classe dirigente del paese è vecchia, formata da avvocati, funzionari statali e burocrati. Molti di questi sono stati reclutati tramite concorsi pubblici, spesso truccati e pilotati. I medici possono avere un'ottima posizione sociale, ma non se sono ricercatori. La classe dirigente del Paese non è interessata a promuovere la ricerca, poiché individui pensanti sono pericolosi nel mantimento dello status quo.

La società italiana è retta da un forte clientelismo: se vuoi ottenere una buona posizione economica e sociale, devi trovare qualcuno che ti sponsorizzi. La politica è dovunque conta molto di più che nel resto d'Europa: chi se ne occupa può controllare i meccanismi della macchina burocratica e piegarla a proprio favore. Il duro lavoro e la preparazione culturale non sono mezzi di elevazione sociale validi quanto la politica. La corruzione è ovunque, anche nell'ambito culturale. Se vuoi fare ricerca universitaria devi trovare un professore che possa porti sotto la propria ala protettiva: in qualunque ateneo del mondo è necessario trovare un referente per il proprio lavoro, ma in Italia il fenomeno implica fedeltà e lealtà assoluta a questa persona. Se riesci a entrare in questo sistema, non conta che tipo di ricerca produrrai e quanto sarai competitivo: non esiste un sistema che premi la qualità della produzione di carattere scientifico.

I master e i corsi di alta formazione sono a numero chiuso: non tutti hanno diritto a fruirne, neanche coloro che pagano un'ingente somma, ma solo coloro che sono figli e nipoti dell'élite del Paese. Il sistema scolastico italiano rimane di elevatissima qualità: i giovani italiani sono molto preparati: in qualunque altro Paese emigrino i ricercatori trovano fortuna abbastanza facilmente. La cultura non è condizione necessaria e sufficiente per riuscire a ottenere successo da un punto di vista lavorativo: possedere una laurea non è così importante, anzi è stato appurato che nel mercato italiano del lavoro è più avvantaggiato chi non la possiede. La ricchezza prodotta dalla nazione non viene da ricerca, sviluppo e crescita.Il settore pubblico premia maggiormente l'anzianità piuttosto che la giovane età e le nuove idee dei propri dipendenti. Il settore privato è imbrigliato dalla burocrazia e dalle tasse. Inoltre è connivente alla corruzione del settore pubblico, poiché necessita di protezione politica per poter operare.

Io personalmente già so che purtroppo dovrò lasciare l'Italia per poter aspirare a un lavoro dignitoso e gratificante. La nostra amata Italia, che premia così tanto gli anziani e i parassiti, vive purtroppo un futuro riavvolto nell'eterno ritorno di un passato fallimentare. Il futuro migliore che attendiamo in Italia è un eterno presente riavvolto a spirale, in un nastro di Moebius.  
Marco Di Caprio

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