mercoledì 24 aprile 2013

La spada di Damocle: riflessioni su Letta a Palazzo Chigi.

Enrico Letta a palazzo Chigi: lo dico con grande franchezza, non me lo sarei mai aspettato. Non per la sua età: a 46 anni sarà il secondo presidente del Consiglio più giovane della storia Repubblicana (il più giovane, a 43 anni, è stato Giovanni Goria). Ma perché, seppure figura di primo piano, negli ultimi cinque anni è stato all'ombra del segretario Bersani. Ricordo che si candidò alle primarie contro Veltroni nel 2007, strappando un modesto 11 % di consensi. 


Il legame di parentela - è nipote di Gianni Letta, il consigliere principale di Quello-lì - non è stata condizione necessaria né sufficiente per l'affermazione di Enrico; quando suo zio, laureato in giurisprudenza ed ex-giornalista, è entrato in politica l'attuale premier incaricato era già stato membro del governo Ciampi come sottosegretario.  

Per il suo ruolo di moderato nel Pd, non poteva essere scelto un altro personaggio per il prosieguo dell'attività del Governo Monti. La posizione politica di Letta non è molto distante da quelle da Scelta Civica, partito fondato da Monti in occasione delle scorse elezioni politiche. 

Non posso dare torto a Grillo però, che ha detto: Enrico e Gianni sono un'unica famiglia. Il guru del Movimento ha enfatizzato il legame di parentela tra i due. E' anche vero però che l'appartenenza alla stessa famiglia non implica le stesse idee politiche: anche io ho familiari di idee politiche molto diverse e, anche se loro facessero i parlamentari o i sottosegretari, non li appoggerei per essere coerente con me stesso. 

In questo caso si è detto che l'alleanza era indispensabile per le sorti del Paese: premettendo quindi l'interesse collettivo a quello individuale, Enrico Letta avrebbe fatto una scelta per il bene del Paese. La sua posizione di vicinanza con suo zio, stratega del Pdl, può mettere d'accordo i due partiti principali, pronti a confluire in questa nuova esperienza di governo. Pd e Pdl, in questo abbraccio, saranno vincolati in una morsa costituita tra parenti-serpenti. 

Il ruolo del serpente sarà sicuramente del Pdl, che sfrutterà la favorevole congiuntura per accrescere i propri consensi, proprio come è accaduto quando, dimentico della difficile situazione economica, il Cavaliere ha staccato la spina al Governo Monti. 

Ancora una volta il Joker di Gotham City, cioè Quello lì, ha sotto controllo le istituzioni politiche in Italia. E' per questo che  ed è per questo che ha ricevuto il plauso dei suoi quando ha mostrato il suo raggiante sorriso dopo la rielezione di Napolitano. Ha fatto tutto lui: ha fatto rieleggere Napolitano alla Presidenza, ha affossato la candidatura di Renzi al Governo, preferendo Amato o il nipote del suo mentore Gianni, ha deciso che non punterà più al voto, ha messo a tacere i falchi nel suo partito, ha imposto un governo politico e non tecnico. Sempre e solo lui. 

Buona parte del Pd è convinta che l'alleanza con Quello-lì sarà l'unico modo per uscire dalla crisi economica e politica. E' incredibile: è stato proprio l'uomo di Arcore a non prendere provvedimenti nel novembre del 2011, portando lo spread a quota 576 e i tassi d'interesse sui titoli a quota 6 %. Ha poi abbandonato il governo Monti, quando era in procinto di altre importanti riforme in ambito economico-finanziario. 

Ma Enrico Letta ha detto di non volere accordi con Quello-lì: "Se è vero che Quello-lì è un problema grave, è una mina” che “blocca la trasformazione del Pdl” da “predillino” a “moderno partito conservatore europeo”. Letta invece ritiene un interlocutore affidabile Alfano: dimentica che il segretario del Pdl non ha mai detto neanche una parola in vita sua che non fosse stata già concordata con il burattinaio di Arcore. Spero di sbagliarmi, ma difficilmente il Pd troverà intese con il Pdl per mitigare la crisi economica in cui versa il nostro Paese. Purtroppo il Pd ha sprecato una grande occasione: votare Rodotà e rinnovare la politica. 

 Oggi Enrico Letta ha inoltre definito il Pdl molto meglio rispetto al Movimento 5 Stelle.  Secondo lui il Movimento ha solo tre obiettivi: non ripagare i debiti, uscire dall’euro e non dare la cittadinanza ai bambini immigrati nati in Italia”. Ciò che dice è cosa buona e giusta. Ma è anche vero che Quello lì non la pensa diversamente su questi temi. Il Movimento 5 Stelle purtroppo fa molte proposte che a livello finanziario potrebbero non avere la giusta copertura, anche in seguito ad eventuali tagli ai costi della politica: abolizione dell’Irap, pagamento dell’Iva solo a incasso avvenuto, sblocco immediato dei fondi che lo Stato deve agli enti e alle imprese.
 

Insomma, se le politiche del governo Monti in ambito economico sono state abbastanza decise, il Pd, ora che ha scelto la peggiore strada delle larghe intese, può solo puntare sui montiani che hanno provato a mitigare la nostra situazione economica. 

Inoltre il Pd dovrà attuare un programma snello e conciso: legge elettorale, riduzione dei costi della politica, riduzione del numero dei parlamentari, abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. Tutto volto ad una maggiore giustizia sociale, per non aggravare ancora le tasche dei contribuenti. 

Last but not least, il Pd dovrà svincolarsi quanto prima dall'abbraccio mortale con Quello lì. Se tutto ciò non avverrà presto, non saranno solo i giovani del partito - che sono generazione perduta e non ritrovata, cui è stato sottratto il futuro - a ribellarsi, ma tutto il Paese. Tutti insieme contro il Pd.

Marco Di Caprio.

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