domenica 17 novembre 2013

QUALE FUTURO POLITICO PER L'ITALIA?

Berlusconi rilancia Forza Italia, una formazione politica che riprende gli stessi slogan elettorali di vent'anni fa. E' un Cavaliere stanco, stordito e confuso quello che all'Eur ha parlato per un'ora e mezza. Il suo malore al termine del discorso rende palese lo stress psicofisico di un uomo anziano che non potrà affrontare l'attuale situazione politica, che è fin troppo convulsa. La rinascita di Forza Italia è un déja-vù, il reprise degli stessi stilemi che il suo fondatore ha impiegato venti anni fa. Oggi il contesto è fortemente cambiato: la debolezza della sua formazione politica rappresenta proprio questa impossibilità di aggiornarsi. E' anche vero che l'Italia è un Paese fortemente conservatore, in cui difficilmente politica e società cambiano. Come ha sottolineato Curzio Maltese nel suo articolo di oggi su Repubblica - domenica 17 febbraio - Silvio sa benissimo che le forze d'opposizione saranno nettamente favorite nelle prossima elezioni. 

Letta e Alfano sono molto deboli, poiché sono stati protagonisti di un governo dello 'status quo'. Entrambi hanno annunciato tante riforme senza portarle a termine. Non hanno ridotto il numero dei parlamentari, né hanno promulgato una nuova legge elettorale. Hanno redatto una legge di stabilità che non ha portato sostegno allo sviluppo e alla crescita, così come ci si auspicava. D'altro canto non sarà certo Berlusconi, che ha dominato la scena politica di questo ventennio, a cambiare nulla: il Cavaliere, in circa dieci anni di governo, ha peggiorato enormemente la situazione economica e finanziaria del nostro Paese. Non avrebbe per questo il diritto di interferire ulteriormente nell'attività politica italiana. Purtroppo l'Italia è in costante campagna elettorale. 

Alfano e Letta sono poco spendibili in campagna elettorale, proprio come Monti alle scorse elezioni. Il Caimano, nonostante sia vecchio e spossato, potrebbe di nuovo coinvolgere molti suoi coetanei, con forti toni anti-europeisti, populisti e nazionalisti. Ovviamente non vincerà le elezioni e non sarà più influente come lo era in passato. I suoi avversari più forti alle urne, Grillo e Renzi, sono certamente più credibili. Il primo non formerà mai un governo proprio, poiché non ha l'appoggio dei ceti sociali più influenti del Paese. Renzi, invece, dovrebbe riuscire agevolmente a imporsi perché può trovare i giusti referenti politici all'interno dell'establishment. Ma è un uomo privo di una coerente idea politica e totalmente impreparato davanti alla crisi economica e culturale del nostro Paese.

Marco Di Caprio.

Nessun commento:

Posta un commento