mercoledì 26 giugno 2013

F35, questi sconosciuti...

Mettiamo in chiaro una cosa: gli F35 sono strumenti di guerra, punto. Al contrario di quello che asserisce quel genio incompreso di Boccia non vanno bene per spegnere incendi, per salvare vite umane, non sono elicotteri e non verranno usati per la parata del 2 giugno, il loro utilizzo è strettamente collegato ad attività militari in territorio straniero (speriamo). E al parlamentare PD, scopertosi esperto di tecnologia militare, oggi tenta di venire in soccorso il Tg1, con un servizio... beh da Tg1. Un servizio dove si enunciano le innumerevoli innovazioni tecnologiche di questi velivoli, dove si dice chiaramente che non hanno alcun problema strutturale e di portanza, dove si intervistano addirittura sedicenti piloti americani impegnati a tesserne le lodi.. piloti che per quanto mi riguarda potevano essere anche comparse assoldate per questa pagliacciata, tanto è grottesca la cosa in un periodo di crisi così nero, tanto è inutile e fuori luogo (proprio nei giorni in cui si vota la mozione SEL-M5S a riguardo) il servizio del suddetto TG. Ovviamente si fà riferimento anche agli ambiti occupazionali che l'acquisto dei caccia porterebbe, paventando cifre da capogiro e un paio di lustri di manutenzione programmata. Ora, a meno che i vertici della RAI non considerino gli italiani una massa di idioti, è chiaro anche che tutta la manutenzione di cui gli aerei abbisognano avrà dei costi astronomici che vanno ad aggiungersi a quelli altrettanto cosmici per acquistarli. Parliamo in soldoni di decine di miliardi di euro che da qui a vent'anni potrebbero essere investiti per cambiarlo davvero il paese. Ma il punto è proprio l'occupazione e il presunto danno che la rinuncia agli F35 arrecherebbe al sistema economico italiano, peraltro già molto malandato anche a causa dell'impatto devastante (in termini di costi ed inutilità) delle missioni all'estero. La questione è a monte, almeno mezzo paese vuole che i giovani e i non giovani lavorino in ambiti che rispecchino l'essere del paese, dell'eccellenza tecnologica e scientifica, del Made in Italy (che oggi investitori molto lungimiranti vanno a produrre in Cina), dell'agricoltura, della salvaguardia del patrimonio naturale, archeologico e culturale, della sostenibilità ambientale e, soprattutto, del rispetto della costituzione. Eh sì, perché all'articolo 11 c'è sempre scritta quella cosetta riguardo la guerra e le controversie internazionali. Con questo principio, quello del lavoro a tutti i costi\facile da tramutare in consenso elettorale, ci siamo beccati, noi e soprattutto le generazioni che verranno, i vari Eternit, Porto Marghera, Petrolchimici vari (Gela in primis), Sarroch, ILVA, centrali nucleari che per un migliaio di anni c'hanno messo sul "groppone" scorie da gestire e via dicendo. Tutte cose delle quali è meglio non leggere per non rovinarsi giornate e\o settimane intere, tutte cose ormai diventate mostri mangia-vite umane (sia che si parli di salute che di lavoro tanto il risultato spesso è analogo), realtà e situazioni ingestibili delle quali nessuno riuscirà a venire a capo, questioni che hanno mietuto intere classi dirigenti senza lasciar intravedere luce alcuna. Quindi, prima di sbandierare l'utilità di cose che una utilità non ce l'hanno nemmeno a cercarla col lanternino, sarebbe bene che il caro Boccia e tutti quelli a lui allineati (e di questi tempi la lista è lunga e dolorosa) rivolgessero lo sguardo all'Italia, ai patrimoni da salvare e ai giovani laureati con le carte in regola per salvarli che oggi invece stanno nei Call-center, ai territori in dissesto idrogeologico e alle migliaia di ingegneri costretti ad emigrare per trovare una occupazione degna, agli ospedali diroccati da trasformare in centri sanitari e di ricerca all'avanguardia e ai tanti giovani ricercatori in fuga (o "cervelli", come più vi piace)... Forse allora una destinazioni più consona a tutti questi miliardi la si troverebbe...
Mauro Presciutti

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