mercoledì 17 luglio 2013

Il ruolo del politico e la provincia italiana

Fabrizio Barca va in giro per l'Italia tra le periferie e le grandi città, Nichi Vendola fa altrettanto, tacitamente. Arriva a Vetralla, paese di 13000 abitanti nella TusciaViterbese. Appare un gesto strano agli occhi di molti: c'è chi ci crede, c'è chi fa spallucce e pensa sia una bufala. Quando la notizia si fa certezza, ci sono anche gli scettici: e sono molti. Perché visitare un paesino di 13000 abitanti, molto chiuso sotto certi punti di vista ideologici? 

Purtroppo in una società dominata dal marketing politico e dal consenso a basso costo, ottenuto tramite populismi plateali non viene più concepito un gesto del genere. Un gesto del genere che dovrebbe essere l'atteggiamento tipico del politico. Il politico, se vuole fare questo mestiere nella vita deve TOCCARE il popolo italiano in tutta la sua eterogeneità, in tutte le sue idiosincrasie, in tutte le sue contraddizioni, in tutte le sue manifestazioni, non arroccarsi su un proprio personale piedistallo che aliena dalla realtà vera, che indora la pillola della crisi e chiude verso quell'egoismo becero che ha caratterizzato la nostra classe politica uscente. Abbiamo bisogno di politici che abbiano voglia di sporcarsi le mani con noi, che abbiano voglia di capire i disagi sperimentando i disagi con noi, persone che vadano a visitare tutte le identità multiformi di cui si compone l'Italia al fine di farsi un quadro completo della situazione e trarre le conseguenze più opportune per il bene di tutti. Non c'è chissà quale dietrologia dietro questo: il politico nascerebbe con questa vocazione, poi persa nella notte dei tempi. Quindi rispondiamo a tutti coloro che sono stati diffidenti, quelli che vedono solo commercio di anime e di cose nella loro vita: no, possiamo ripartire dalla base, da politici competenti che mettano le mani nel tessuto pastoso, argilloso, a volte vischioso dell'Italia. Ma si sa, dalla materia repellente dell'argilla, possono nascere vasi ed anfore dalla bellezza singolare. 
Riportiamo di seguito quindi l'articolo di un cittadino vetrallese, iscritto a SEL che ha preso parte all'evento e che ci dà la sua testimonianza. 

"Nichi è qui a Vetralla" di Mauro Presciutti.

Tutto ciò che mediaticamente ci raggiunge è incentrato su un modello di società che spesso non riflette la reale composizione del tessuto sociale italiano, soprattutto dal punto di vista della distribuzione geografica. Nel corso degli anni Tv, radio, giornali ed ora internet hanno dipinto l'Italia come un paese dove la vita è totalmente indirizzata alle grandi città e dove, al di fuori di queste, non esiste nulla o poco più. Allora ecco pubblicità di qualunque cosa (dall'automobile, alla crema viso, passando per i cereali) che ritraggono scene di presunta vita reale ambientate in metropoli che, a onor del vero, non sembrano più nemmeno europee. E la provincia italiana (l'importantissima e ricchissima provincia italiana)?  Ridotta ad essere nulla più che uno scenario da week end o da Spa dove poi il lunedì mattina si smantella tutto e ci si rivede il venerdì. E la politica non s'è sottratta da questo processo, intervenendo per incentivare la nascita di immensi agglomerati, dimenticandosi di milioni e milioni di cittadini sotto ogni punto di vista, da quello dei trasporti fino a quello occupazionale. Ecco che allora la presenza di Nichi Vendola in un paese di 13000 abitanti circa, ha un valore elevato, molto elevato. Parla di massacro della cementificazione, di dramma della spopolazione dei territori e parla di una italianità sempre più lontana da quella originale, sostituita passo passo da modelli non reali e non applicabili, che finiscono per ledere diritti e ambiente in un colpo solo (il passaggio su Marchionne è chiaro ed inequivocabile). Si guarda intorno, guarda le mura e le case colorate della piazza, guarda la gente che annuisce ad ogni sua parola e spesso lo interrompe per applaudirlo. Ha un carisma che hanno in pochi, una capacità di coinvolgere che è una rarità, ma il suo lato migliore è quello che mostra quando scende dal palco (e anche prima di salirci in realtà). Risponde a tutto ciò che gli chiedono in maniera precisa e senza giri di parole, risponde a chi lo saluta e gli fa i complimenti ma rimane anche a parlare con chi solleva problematiche politiche e ambientali. Va verso i bambini o le persone più anziane, riserva una parola per tutti, nessuno escluso, mette a dura prova la pazienza di quelli che devono scortarlo e che preferirebbero entrasse subito in auto. Nichi dice chiaramente che la politica è uno strumento e una ricchezza a disposizione di tutti e non un'entità inarrivabile, ci dice di concentrarci su questo concetto, di rispettare e di batterci per il nostro territorio perché tutto ciò lo renderà migliore. Prima di partire sfoglia i libri su Vetralla che gli ho regalato e fa: "bravissimi, continuate sempre così mi raccomando, davvero..." Quattro parole che saranno per sempre un monito per lavorare duramente e migliorarlo davvero questo territorio.
Mauro Presciutti

Infine da vetrallese, nata e cresciuta nella Tuscia, ma da sei anni ormai nella capitale laziale, posso con certezza dire che le province (ora come si chiameranno?) laziali sono state deprivate di molto, proprio a causa di una Roma che tutto ingloba e assorbe. Lavoro, soldi, tempo. Abbiamo dei meravigliosi patrimoni territoriali e culturali, una storia invidiabile all'estero (un nostro paese in Inghilterra sarebbe  messo sotto vetro e fatto visitare da milioni di turisti), eppure non si ha modo di far ripopolare la Tuscia, con i suoi tesori etruschi disseminati nei boschi, con i suoi paesi medievali di raminga memoria, con i suoi fascinosi eremi nascosti agli occhi dei pellegrini, con tanti beni ancora da scoprire e documentare. 
Date un aiuto concreto alla casa editrice Ghaleb Editore, al fine di finanziare un rapporto con il patrimonio territoriale, agricolo, archeologico e storico del territorio della periferia italiana. http://www.ghaleb.it/home.htm
Miriam Di Carlo
Vetralla




Piramide Etrusca, Bomarzo.

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