venerdì 19 luglio 2013

L'ULTIMA SPERANZA.

Enrico Letta blinda il suo ministro degli Interni e regala la vittoria a Silvio. Secondo Alfano il blitz contro Alma Shalabayeva è stato concordato dall'ambasciatore kazako con il capo del suo gabinetto, ma lui non è stato informato: come può il capo del suo gabinetto affidare un'incursione a quaranta agenti speciali senza avvisare il proprio superiore? Alfano sapeva tutto. Eppure Letta ha spinto il Pd a votare contro la mozione di sfiducia, poiché secondo lui Alfano non era informato dei fatti. Proprio come Berlusconi non sapeva che Ruby non è la nipote di Mubarak. 

In Italia, da quando l'uomo di Arcore è al governo, anche l'ipotesi più assurda avanzata dalla maggioranza è etichettata come verità dal Parlamento. Letta, con questa mozione, ha mostrato ancora di più la sua reale natura: è alleato in maniera fedele con Berlusconi. Può un alleato fedele di Silvio agire nell'interesse del Paese? Mi riservo i miei dubbi, quando leggo che la riforma elettorale non è stata effettuata, il numero dei parlamentari non è stato dimezzato e non è stato approvato un serio provvedimento per sospendere i fondi ai partiti. E' stata sospesa solamente l'Imu, unico provvedimento che sta a cuore a Berlusconi. 

Il Caimano ha anche ottenuto un ulteriore vantaggio: ha ottenuto un ulteriore appello da Napolitano per la pacificazione nell'interesse nazionale: Letta ha blindato Alfano con questo pretesto. La sfiducia nei confronti di Alfano non avrebbe portato il governo alla caduta, ma semplicemente avrebbe portato un altro membro del Pdl al Viminale. Oggi Scalfari su Repubblica ha spiegato che il Cavaliere farebbe meglio a mettere qualcun altro al posto di Alfano, poiché il suo alleato Pd rischia di sfaldarsi per l'affaire kazako. Se il Pd crolla, cadrà anche l'esecutivo Letta e Berlusconi sarà fuori dal prossimo governo, spiega Scalfari. Io non ci credo: il Caimano ha tutto da guadagnare dalla faida interna nel Pd: il Partito democratico, ormai scisso e allo sbaraglio, rischia di perdere ulteriormente consensi, rafforzando così Berlusconi e il suo schieramento. 

Il Caimano spera che Letta e Napolitano intervengano sottobanco anche per il processo Mediaset, la cui udienza in Cassazione è prevista il 30 luglio: se i giudici riterranno opportuno rinviare nuovamente in appello l'udienza, Quello lì sarebbe nuovamente salvo. Se la politica nulla può contro la disonestà del Caimano e dei vertici del Pdl, che sia la magistratura con una sentenza definitiva a metterla in evidenza. Questa è l'ultima speranza.  

Marco Di Caprio.

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