sabato 27 luglio 2013

IL DECRETO DEL (NON) FARE.

Il decreto del fare (decreto legge 21 giugno 2013, n.69 che reca il titolo  DISPOSIZIONI URGENTI PER IL RILANCIO DELL'ECONOMIA
ha innanzitutto il compito di rilanciare la piccola e la media impresa, di abbassare il prezzo dell'energia elettrica e finanziamento dell'acquisto di nuovi macchinari. Questi provvedimenti devono rilanciare l'industria, anche se i fondi impiegati potrebbero non essere adeguati. L'utilizzo dei fondi strutturali europei (art. 9) potrebbe essere il modo giusto per immettere liquidità nelle casse dello Stato per le riforme più importanti. Ottimo il provvedimento in merito al wi-fi libero sul territorio nazionale, anche se pochissime sono le zone coperte da wifi pubblico. Nella stessa Capitale non molte sono le zone coperte dal wifi della Provincia di Roma. Non sono contrario al credito d'imposta per produzione, distribuzione ed esercizio cinematografico (art 11), ma vanno riveduti i criteri in base al quale (decreto Urbani) sono finanziati i migliori film italiani; purtroppo nell'era Berlusconi hanno ricevuto fondi i cinepanettone al posto di pellicole di reale interesse culturale.
    L'art 18 si occupa di opere di pubblica utilità come i lavori della C nel tratto Colosseo-San Giovanni e prevede l'apertura della tratta Pantano-Centocelle entro il 15 ottobre 2013. Già purtroppo la giunta Marino ha fatto sapere che la tratta non sarà attiva prima del 2014, facendo slittare ulteriormente l'apertura che per Alemanno doveva essere pronta già all'inizio del 2013. Il fondo per le opere pubbliche, dal 2013 al 2017, ha a disposizione 2069 milioni di euro per opere che negli altri Paesi europei sarebbero completate nel giro di un anno, o massimo due. Nel decreto leggiamo (art.26) una proroga in merito agli appalti pubblici, fenomeno che non risolve la corruzione in ambito edilizio. Ha un valore sicuramente positivo la semplificazione per l'acquisto della cittadinanza degli stranieri in Italia (art. 33).
    A sostegno dell'Università e della ricerca (art 57) il governo promuove maggiore cooperazione tra aziende e atenei, ma provvede al finanziamento della ricerca con fondi troppo esigui (il fondo per la ricerca aumenterà di soli 3.6 milioni di euro nel 2014, art 58 comma 2), né provvede a maggiore razionalizzazione delle risorse a disposizione. Non è chiara l'espressione 'rafforzamento della ricerca fondamentale' (lettera a, comma 1): esistono quindi per il governo esplicitamente ambiti di ricerca di seria A e di serie B. La distinzione non è evidenziata, ma forse delinea quella tra materie umanistiche e scientifiche: la distinzione non può essere così netta poiché la ricerca in ambito umanistico può essere impiegata in settori scientifici e viceversa. In ambito giudiziario è estesa la disciplina dell'ineleggibilità e incompatibilità valida per  i magistrati ordinari. (art 69) .
    In definitiva io credo che ci siano luci e ombre in questo decreto. Il dl, se da un lato dà un sostegno alla piccola e media impresa o alle infrastrutture e ai trasporti - sostengo di cui si dovrà vagliare l'efficacia reale - d'altro canto penalizza l'istruzione e la ricerca universitaria, che è responsabile dello sviluppo e della crescita del Paese. Dubito purtroppo che gli emendamenti potranno davvero migliorare in maniera profonda il testo del decreto.
Marco Di Caprio.

GIOVANNI ALLEVI: CHI E' COSTUI?

Giovanni Allevi ha detto che Beethoven annoia bambini innocenti a differenza di Jovanotti, che ha un ritmo travolgente. Non posso dire nulla in difesa di Beethoven, il cui nome parla di per sé. Jovanotti e Allevi, secondo me, hanno in comune questo aspetto: scrivono pezzi che non hanno cambio di ritmo.
 Io non disdegno Jovanotti, che è una persona simpatica e un piacevole cantante, ma non apprezzo Allevi, e vi spiego perché. Allevi si finge un compositore classico, ma come può un compositore di musica d'arte non inserire neanche una minima variazione ritmica o melodica nei propri pezzi?
Le sue composizioni sono la trasposizione di motivetti pop, e neanche di grandissima qualità: se solo Allevi prendesse spunto dalle raffinate canzoni da piano dei Velvet Underground (Waiting for the man e All Tomorrow's Parties) io credo si vergognerebbe delle sue stucchevoli canzoni per pianoforte. Le sue canzoni, per quanto siano dal gusto retrò, possono essere piacevoli: ma quanti cantautori nel mondo scrivono canzoni come quelle di Allevi? Centinaia di milioni.
A me piacciono tanto i Beatles, ma non per questo li paragono a Beethoven. Chi tra i cantautori si sente un compositore di musica d'arte classico-contemporanea? Pochi ne conosco, forse solo Allevi. Come se Fabio Volo dicesse: Dante è noioso ed è più interessante Sveva Casati Modigliani. Per fortuna Volo non si paragona a Cavalcanti.

Marco Di Caprio.

martedì 23 luglio 2013

CRISI DEMOCRATICA.

[Questo articolo è una risposta a quello di Ilvo Diamanti dal titolo 'Brutta aria per la democrazia', apparso su Repubblica del 22 luglio]

Pd e Pdl hanno unito le loro forze per un governo di salute pubblica, anche se a tutto stiamo assistendo tranne che alla salute pubblica del Paese. La vicenda kazaka lascia il Paese indebolito da un punto di vista diplomatico e politico: un ambasciatore kazako entra in Viminale e dà ordini ai nostri agenti come se fosse diventato il nostro nuovo Ministro dell'Interno: l'opinione pubblica non sarà informata del misfatto se non qualche giorno dopo. Già nel 2003 abbiamo ceduto la sovranità sul nostro Paese a terzi, quando gli agenti della Cia hanno rapito l'imam Abu Omar. L'agente della Cia responsabile del rapimento è stato condannato ed estradato dalle autorità italiane, ma il governo filo-americano di Panama ne ha rifiutato la consegna. 

Siamo davvero poco credibili in ambito internazionale. E la politica poco si occupa di questa cosa: Letta mantiene Alfano al suo posto per evitare eventuali inasprimenti della nostra situazione economica e finanziaria. Il leader dei 5 Stelle Casaleggio afferma che il popolo si rivolterà contro le istituzioni poiché la crisi li ha troppo vessati. Il popolo, al contrario, dovrebbe lottare per rafforzare quelle istituzioni democratiche che vacillano, in maniera tale che i problemi di natura economica diventino di più facile soluzione per la classe dirigente. Per Casaleggio Internet sostituirà la democrazia rappresentativa e diventerà mezzo di governo diretto da parte dei cittadini: se il guru non rende open source il blog di Grillo, se non apre i server agli iscritti, il blog sarà uno strumento di sua esclusiva proprietà, e non sotto il controllo degli iscritti.

In Italia il concetto di democrazia è divenuto labile, poiché i cittadini non hanno in mano strumenti di autentica rappresentatività: l'attuale legge elettorale non consente un'autentica rappresentanza tra eletti ed elettori. Se condivido per alcuni versi la battaglia del Movimento 5 Stelle, d'altro canto la biasimo, poiché i pentastellati sono nient'altro che una controfigura del Pdl: un partito personale nelle mani di Grillo e Casaleggio. Se da questo lato il Pdl e i 5 Stelle sono simili poiché si riconoscono in leader padroni, d'altro canto il Pd rischia di morire per un dibattito interno che non è democrazia, ma oclocrazia. 

Se la democrazia e il dibattito interno sono sospesi sia nei partiti che in Parlamento, anche il nuovo esecutivo l'ha 'sospesa' proprio affinché la grande coalizione risolvesse i problemi di natura economica. Ma se non sono rafforzate le strutture democratiche, non si sconfiggerà la crisi. La vera e trasparente democrazia  che caratterizza gli altri Paesi europei fornisce ai cittadini solide istituzioni che garantiscano la trasparenza del potere; in questa trasparenza la corruzione non può portare lo sperpero dei fondi dei contribuenti come avviene in Italia. Se gli italiani non difendono i valori della democrazia, la crisi italiana sarà senza risoluzione: la crisi economica italiana, dopo il ventennio berlusconiano, è innanzitutto crisi democratica, sia da un punto di vista politico che sociale.         
Marco Di Caprio.

venerdì 19 luglio 2013

L'ULTIMA SPERANZA.

Enrico Letta blinda il suo ministro degli Interni e regala la vittoria a Silvio. Secondo Alfano il blitz contro Alma Shalabayeva è stato concordato dall'ambasciatore kazako con il capo del suo gabinetto, ma lui non è stato informato: come può il capo del suo gabinetto affidare un'incursione a quaranta agenti speciali senza avvisare il proprio superiore? Alfano sapeva tutto. Eppure Letta ha spinto il Pd a votare contro la mozione di sfiducia, poiché secondo lui Alfano non era informato dei fatti. Proprio come Berlusconi non sapeva che Ruby non è la nipote di Mubarak. 

In Italia, da quando l'uomo di Arcore è al governo, anche l'ipotesi più assurda avanzata dalla maggioranza è etichettata come verità dal Parlamento. Letta, con questa mozione, ha mostrato ancora di più la sua reale natura: è alleato in maniera fedele con Berlusconi. Può un alleato fedele di Silvio agire nell'interesse del Paese? Mi riservo i miei dubbi, quando leggo che la riforma elettorale non è stata effettuata, il numero dei parlamentari non è stato dimezzato e non è stato approvato un serio provvedimento per sospendere i fondi ai partiti. E' stata sospesa solamente l'Imu, unico provvedimento che sta a cuore a Berlusconi. 

Il Caimano ha anche ottenuto un ulteriore vantaggio: ha ottenuto un ulteriore appello da Napolitano per la pacificazione nell'interesse nazionale: Letta ha blindato Alfano con questo pretesto. La sfiducia nei confronti di Alfano non avrebbe portato il governo alla caduta, ma semplicemente avrebbe portato un altro membro del Pdl al Viminale. Oggi Scalfari su Repubblica ha spiegato che il Cavaliere farebbe meglio a mettere qualcun altro al posto di Alfano, poiché il suo alleato Pd rischia di sfaldarsi per l'affaire kazako. Se il Pd crolla, cadrà anche l'esecutivo Letta e Berlusconi sarà fuori dal prossimo governo, spiega Scalfari. Io non ci credo: il Caimano ha tutto da guadagnare dalla faida interna nel Pd: il Partito democratico, ormai scisso e allo sbaraglio, rischia di perdere ulteriormente consensi, rafforzando così Berlusconi e il suo schieramento. 

Il Caimano spera che Letta e Napolitano intervengano sottobanco anche per il processo Mediaset, la cui udienza in Cassazione è prevista il 30 luglio: se i giudici riterranno opportuno rinviare nuovamente in appello l'udienza, Quello lì sarebbe nuovamente salvo. Se la politica nulla può contro la disonestà del Caimano e dei vertici del Pdl, che sia la magistratura con una sentenza definitiva a metterla in evidenza. Questa è l'ultima speranza.  

Marco Di Caprio.

mercoledì 17 luglio 2013

Il ruolo del politico e la provincia italiana

Fabrizio Barca va in giro per l'Italia tra le periferie e le grandi città, Nichi Vendola fa altrettanto, tacitamente. Arriva a Vetralla, paese di 13000 abitanti nella TusciaViterbese. Appare un gesto strano agli occhi di molti: c'è chi ci crede, c'è chi fa spallucce e pensa sia una bufala. Quando la notizia si fa certezza, ci sono anche gli scettici: e sono molti. Perché visitare un paesino di 13000 abitanti, molto chiuso sotto certi punti di vista ideologici? 

Purtroppo in una società dominata dal marketing politico e dal consenso a basso costo, ottenuto tramite populismi plateali non viene più concepito un gesto del genere. Un gesto del genere che dovrebbe essere l'atteggiamento tipico del politico. Il politico, se vuole fare questo mestiere nella vita deve TOCCARE il popolo italiano in tutta la sua eterogeneità, in tutte le sue idiosincrasie, in tutte le sue contraddizioni, in tutte le sue manifestazioni, non arroccarsi su un proprio personale piedistallo che aliena dalla realtà vera, che indora la pillola della crisi e chiude verso quell'egoismo becero che ha caratterizzato la nostra classe politica uscente. Abbiamo bisogno di politici che abbiano voglia di sporcarsi le mani con noi, che abbiano voglia di capire i disagi sperimentando i disagi con noi, persone che vadano a visitare tutte le identità multiformi di cui si compone l'Italia al fine di farsi un quadro completo della situazione e trarre le conseguenze più opportune per il bene di tutti. Non c'è chissà quale dietrologia dietro questo: il politico nascerebbe con questa vocazione, poi persa nella notte dei tempi. Quindi rispondiamo a tutti coloro che sono stati diffidenti, quelli che vedono solo commercio di anime e di cose nella loro vita: no, possiamo ripartire dalla base, da politici competenti che mettano le mani nel tessuto pastoso, argilloso, a volte vischioso dell'Italia. Ma si sa, dalla materia repellente dell'argilla, possono nascere vasi ed anfore dalla bellezza singolare. 
Riportiamo di seguito quindi l'articolo di un cittadino vetrallese, iscritto a SEL che ha preso parte all'evento e che ci dà la sua testimonianza. 

"Nichi è qui a Vetralla" di Mauro Presciutti.

Tutto ciò che mediaticamente ci raggiunge è incentrato su un modello di società che spesso non riflette la reale composizione del tessuto sociale italiano, soprattutto dal punto di vista della distribuzione geografica. Nel corso degli anni Tv, radio, giornali ed ora internet hanno dipinto l'Italia come un paese dove la vita è totalmente indirizzata alle grandi città e dove, al di fuori di queste, non esiste nulla o poco più. Allora ecco pubblicità di qualunque cosa (dall'automobile, alla crema viso, passando per i cereali) che ritraggono scene di presunta vita reale ambientate in metropoli che, a onor del vero, non sembrano più nemmeno europee. E la provincia italiana (l'importantissima e ricchissima provincia italiana)?  Ridotta ad essere nulla più che uno scenario da week end o da Spa dove poi il lunedì mattina si smantella tutto e ci si rivede il venerdì. E la politica non s'è sottratta da questo processo, intervenendo per incentivare la nascita di immensi agglomerati, dimenticandosi di milioni e milioni di cittadini sotto ogni punto di vista, da quello dei trasporti fino a quello occupazionale. Ecco che allora la presenza di Nichi Vendola in un paese di 13000 abitanti circa, ha un valore elevato, molto elevato. Parla di massacro della cementificazione, di dramma della spopolazione dei territori e parla di una italianità sempre più lontana da quella originale, sostituita passo passo da modelli non reali e non applicabili, che finiscono per ledere diritti e ambiente in un colpo solo (il passaggio su Marchionne è chiaro ed inequivocabile). Si guarda intorno, guarda le mura e le case colorate della piazza, guarda la gente che annuisce ad ogni sua parola e spesso lo interrompe per applaudirlo. Ha un carisma che hanno in pochi, una capacità di coinvolgere che è una rarità, ma il suo lato migliore è quello che mostra quando scende dal palco (e anche prima di salirci in realtà). Risponde a tutto ciò che gli chiedono in maniera precisa e senza giri di parole, risponde a chi lo saluta e gli fa i complimenti ma rimane anche a parlare con chi solleva problematiche politiche e ambientali. Va verso i bambini o le persone più anziane, riserva una parola per tutti, nessuno escluso, mette a dura prova la pazienza di quelli che devono scortarlo e che preferirebbero entrasse subito in auto. Nichi dice chiaramente che la politica è uno strumento e una ricchezza a disposizione di tutti e non un'entità inarrivabile, ci dice di concentrarci su questo concetto, di rispettare e di batterci per il nostro territorio perché tutto ciò lo renderà migliore. Prima di partire sfoglia i libri su Vetralla che gli ho regalato e fa: "bravissimi, continuate sempre così mi raccomando, davvero..." Quattro parole che saranno per sempre un monito per lavorare duramente e migliorarlo davvero questo territorio.
Mauro Presciutti

Infine da vetrallese, nata e cresciuta nella Tuscia, ma da sei anni ormai nella capitale laziale, posso con certezza dire che le province (ora come si chiameranno?) laziali sono state deprivate di molto, proprio a causa di una Roma che tutto ingloba e assorbe. Lavoro, soldi, tempo. Abbiamo dei meravigliosi patrimoni territoriali e culturali, una storia invidiabile all'estero (un nostro paese in Inghilterra sarebbe  messo sotto vetro e fatto visitare da milioni di turisti), eppure non si ha modo di far ripopolare la Tuscia, con i suoi tesori etruschi disseminati nei boschi, con i suoi paesi medievali di raminga memoria, con i suoi fascinosi eremi nascosti agli occhi dei pellegrini, con tanti beni ancora da scoprire e documentare. 
Date un aiuto concreto alla casa editrice Ghaleb Editore, al fine di finanziare un rapporto con il patrimonio territoriale, agricolo, archeologico e storico del territorio della periferia italiana. http://www.ghaleb.it/home.htm
Miriam Di Carlo
Vetralla




Piramide Etrusca, Bomarzo.

martedì 16 luglio 2013

TUTTO E' NIENTE.

Matteo Renzi è osannato dalle masse come il futuro della politica italiana. Sebbene si possa facilmente apprezzare la sua figura carismatica, non si comprendono i contenuti politici che la sua immagine veicola. Il suo programma e le sue idee mutano rapidamente, tanto quanto quelle del Cavaliere. Quali sono le idee di Matteo Renzi? Elencherò in breve gli aspetti salienti delle sue posizioni politiche. 

  • Renzi sta esprimendo il suo dissenso nei confronti del governo di larghe intese; era stato il primo, in seguito alla vittoria mutilata del Pd, ad invocare una grande coalizione. Non è chiaro perché Renzi ha cambiato idea così in fretta.
  • Durante le primarie del centro-sinistra nel dicembre 2012 Renzi ha affermato di non voler ritoccare l'Imu; coerentemente con questa posizione il 20 maggio 2013 Renzi non si è mostrato d'accordo con Letta sulla sospensione dell'Imu. Il 5 febbraio 2013 Renzi, remando contro il candidato premier Bersani, aveva invece affermato di essere favorevole all'abolizione dell'Imu. http://www.formiche.net/2013/02/05/renzi-via-limu-fattibile-ma-berlusconi-non-credibile/
  • Renzi ha spiegato di voler combattere l'evasione fiscale mediante un accordo con la Svizzera, proprio come ha affermato Quello lì, senza specificare un metodo valido di recupero dei fondi. Durante il confronto televisivo per le primarie si è smentito, parlando di nuove tecnologie informatiche per recuperare i fondi frodati al fisco. Renzi, però, non ha spiegato dove prendere i fondi per informatizzare le banche dati della pubblica amministrazione. 
  • Renzi ha dato il suo endorsment al patto di stabilità europeo del 2012, ma allo stesso tempo ha sostenuto di voler puntare sulla crescita. Le due posizione non sono nettamente antitetiche, ma il sindaco di Firenze non ha spiegato come conciliarle. 
  •  Durante il dibattito su Sky per le primarie, Renzi ha affermato che il centrosinistra deve farsi perdonare la caduta per ben due volte di Romano Prodi. Il giorno della sconfitta di Prodi per la corsa al Quirinale 101 membri del Partito democratico hanno ostacolato la candidatura del Professore sostenuta da Bersani. A quale corrente appartengono i 101, se la maggioranza del Pd - i bersaniani e i dalemiani - erano con Prodi? Renzi ha escluso ogni responsabilità, ma nessun altro nel partito avrebbe tratto un vantaggio concreto dalla 'bocciatura' di Prodi se non lui e i suoi seguaci. 
  • Renzi ha proposto l’elezione diretta del premier sul modello dei sindaci, una proposta che richiede una radicale riforma della Costituzione. Non fate riforme peggiori del Porcellum, poi ha aggiunto: questa riforma può essere effettuata solo con l'appoggio del centrodestra, che è fautore del Porcellum e da anni promuove il presidenzialismo.
Non è ancora chiaro quale alternativa Renzi abbia in mente per l'Italia. Le sue idee sono imprecise: lotta all'evasione fiscale, liberalizzazioni, rinnovamento e informatizzazione della pubblica amministrazione, maggiore impiego per i giovani, fine al nepotismo e alle rendite di posizione; un programma roseo, ma il sindaco di Firenze difficilmente entra nel dettaglio dei propri programmi. L'unica proposta concreta è quella che concerne maggiore flessibilità in entrata e in uscita per i dipendenti di medie e grandi imprese. Che cosa garantisce che il sistema americano della flexsecurity funzioni in Italia, dove vige una struttura politica ed economico-finanziario molto dissimile da quella statunitense? 

Se qualcuno mi dovesse chiedere, in definitiva, quali sono le idee politiche di Renzi non saprei cosa rispondere: il sindaco ha posizioni di natura politica molto dissimili, ha in mente tutto e poi il contrario di tutto. La complessità della sua visione politica è un baratro su vuoto che lascia intravedere il nulla. 

Marco Di Caprio.

lunedì 15 luglio 2013

CHI COMANDA IN ITALIA?

La polizia in tenuta antisommossa, alle porte di Roma, ha circondato la casa di una dissidente kazaka, Shabalayeva Ablyazov, e l'ha costretta a prendere un aereo per ritornare nel suo Paese, dove vige un ferreo regime e dove non potrà esprimere il suo pensiero liberamente nella parola e nei fatti. I poliziotti in tenuta antisommossa, agiscono solitamente per l'arresto dei boss mafiosi: ci sono zone della periferia di Napoli in cui per mantenere l'ordine sarebbero opportune retate come questa. La squadra speciale, in Italia, è a quanto pare impiegata per catturare persone innocenti come questa inoffensiva rifugiata per motivi politici. A nulla vale quindi l'art 10 comma 3 della Costituzione: 
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Quali sono le condizioni stabilite dalla legge che ha violato la Ablyazov? La donna è venuta in Italia per sfuggire al regime del dittatore kazako Nazarbayev, amico di Berlusconi. Alfano ha affermato di non sapere nulla della retata; ma è impossibile che un ministro degli Interi non sappia di un'operazione imponente come questa e, per di più, avvenuta alle porte della Capitale. Il fatto che la donna fosse ricercata da un dittatore amico di Berlusconi chiarisce, a quanto pare, tutta la vicenda: è stato Berlusconi a decidere la retata, che non avrebbe altrimenti senso, e a spingere Alfano a mobilitare la polizia in tenuta antisommossa. 

Ancora una volta il Cavaliere, tramite il fido Alfano, sarebbe protagonista di un abuso di potere. Quello lì impiega i corpi di polizia per i propri scopi personali piuttosto che per quelli pubblici: in questo caso lo scopo della retata è stato quello di consolidare la sua amicizia personale con il dittatore kazako. Questo episodio, se manovrato - come è probabile - da Arcore, lascia un interrogativo: che cosa è cambiato dal dopo-Berlusconi se comanda ancora Berlusconi? 

Marco Di Caprio.