mercoledì 22 agosto 2012

LA GENERAZIONE PERDUTA D'ITALIA.

Mario Monti in settimana ha parlato davanti alla platea di Comunione e Liberazione, associazione cattolica ormai da anni non velatamente di stampo politico. L'uscita della crisi è vicina per il premier, e l'assemblea applaude. Ho notato che oggi su Famiglia Cristiana è stata aspramente criticata Cl per il suo plauso passivo a qualunque leader passi sui suoi palchi. Ciò non è proprio corretto. Quando Prodi parlò al loro convegno fu accolto con freddezza. Berlusconi ed altri leader di centro-destra sono sempre stati osannati. Ricordo che due anni fa l'ex-premier era definito un salvatore della Patria dai giovani del meeting. Andreotti, poi, è sempre stato salutato nella sua sede come un onesto servitore della Nazione. Oggi invece tutti sarebbero pronti a feroci invettive contro entrambi per i loro trascorsi politici. Ma ovviamente è sempre bene fare i distinguo tra il demagogo populista che è il Cavaliere e lo statista dal passato poco chiaro che è Andreotti. Comunque è innegabile che c'è sempre stato un corteggiamento da parte di Cl di leader democristiani e della destra moderata, indipendentemente dalla valutazione di loro meriti. Un plauso fazioso da parte di molti cattolici italiani verso chi non merita.


Stavolta invece personalmente mi sento d'accordo però con il plauso di Cl verso Monti. Oggi Moody's e S&P hanno elogiato l'operato di Mario Monti, hanno sottolineato che l'uscita dalla crisi potrebbe vedersi nel 2013 per l'Italia. Ciò sarà dovuto alla riforme strutturali fatte dal premier e dal suo esecutivo. Le agenzie di rating, specialiste nel diffondere panico e malumore sui mercati internazionali con le loro dichiarazioni, hanno fatto questa volta un'acuta osservazione. Hanno notato la discontinuità del governo Monti con i vecchi esecutivi del nostro Paese. Le riforme strutturali, nel bene o nel male, sono state fatte. Difficile pensare a diverse proposte in un'Italia ormai in crisi economica da due anni. La crisi, che è ovviamente di natura globale, ci ha colpito di più, perché il precedente esecutivo presieduto da Silvio Berlusconi ha solo levato annunci e non ha mai fatto le riforme strutturali necessarie. L'attuale Presidente del Consiglio ed i suoi ministri hanno dato una svolta di concretezza all'azione di governo.


Ora può sembrare ingiusto, ed io sono il primo a dirlo, che l'imposizione di tasse pesi soprattutto sempre sui ceti medi e medio-bassi. Le nuove imposte, come l'IMU, sono state necessarie per porre il freno alla gestione dissestata della finanza pubblica effettuata dal governo Berlusconi IV. E' da non dimenticare che, malgrado il governo Prodi II sia stato così impopolare, ha avuto il merito di diminuire il debito pubblico dal 106% del 2006 al 103% del 2007. Il biennio in cui è stato registrato il più alto innalzamento del debito è quello 2008-2009, che coincide con l'insediamento di Berlusconi IV. Il debito pubblico è cresciuto dal 106,3% del 2008 al 116,1%. La responsabilità dell'ex-premier, quindi, non può per niente essere esclusa in questo frangente. E con il 120% l'Italia ha bruciato totalemente il disavanzo di cui ha beneficiato in seguito all'entrata nell'Euro.


Mario Monti sta portando una soluzione, che seppure tardiva potrebbe mettere in salvo la nostra economia. Il premier è vicino all'area democristiana, nonostante non sia schierato politicamente. Potrebbe quindi mettere d'accordo i cattolici e i democratici per un secondo esecutivo da lui presieduto. Il premier ha poi ragione a parlare di Generazione Perduta, quando si rivolge ai giovani. I giovani di oggi purtroppo sono svantaggiati da una situazione politica ed economica ereditata fatta di gravi negligenze. La gestione della finanza pubblica italiana tra gli anni Ottanta e Duemila, con la breve parentesi positiva del Governo Prodi I, è stata disastrosa. Romano Prodi e il suo ministro dell'economia (il presidente emerito Ciampi) hanno per fortuna permesso al nostro Paese di entrare nell'Euro.


E' giusto puntare quindi sull'Europa per una crescita comune che possa dare le soluzioni alle sfide dei colossi americano, cinese e russo. L'unico invito che alla Generazione Perduta dei giovani ci si sente di dare è di lavorare più di quanto hanno fatto i loro genitori, ma soprattutto di aspirare ad una maggiore mobilità. Nel nostro contesto è opportuno aspirare a spostarsi, anche frequentemente, per motivi di lavoro negli altri Paesi dell'Eurozona. Ciò permetterebbe anche, io credo, una maggiore integrazione tra i giovani del nostro continente rivolta alla nascita di uno Stato federale europeo.   


L'unica pecca vistosa dei provvedimenti del Governo Monti riguardano la scuola e l'università: l'esecutivo ha varato tagli all'istruzione. E' inutile insistere ancora sul pessimo stato dei ricercatori in Italia. Ma io penso che innanzitutto lo sviluppo parta dall'istruzione scolastica. Spesso diplomati e laureati non hanno le conoscenze e le competenze previste dal conseguimento del loro titolo di studio. In Italia si è cercato di aumentare il numero dei laureati per portarli al livello degli standard europei. La crescita del numero è di tipo meramente quantitativo e non qualitativo. Il futuro riparte dalla scuola.


Un'ultima analisi sarebbe necessaria per quanto riguarda il mondo cattolico. Sin dall'alba dell'umanità la religione è stata strumentalizzata a fini politici. E mi fa sorridere amaramente leggere che i candidati alla presidenza degli Stati Uniti, Obama e Romney, sbandierano la loro fede a fini elettorali. Per il presidente Obama il predecessore Bush è deprecabile da un punto di vista politico, ma un uomo di fede, un ottimo marito e un buon padre di famiglia. Inutile aggiungere che un uomo di fede non dovrebbe gioire spudoratamente la notte dell'esecuzione di Saddam Hussein, seppure questi sia stato un feroce criminale. Un uomo di fede non inventa prove false per attaccare l'Iraq, là dove sono morti tanti civili a cause dei bombardamenti dell'USAF. Se il criminale Saddam ha giustiziato tanti per motivi politici o etnici, Bush non doveva fornire prove false come casus belli per far eliminare il dittatore. Con lui, infatti, sono morti migliaia di civili iracheni innocenti. 


Per quanto riguarda il discorso sui cattolici in Italia, evito di passare in rassegna la storia millenaria dello Stato della Chiesa.  Mi limito solo agli ultimi ottanta anni. I cattolici e il Vaticano hanno appoggiato un criminale come Mussolini per motivi di convenzienza politica. Hanno poi appoggiato la Democrazia Cristiana incondizionamente per motivi logistici. Hanno poi preferito Forza Italia e il centrodestra, nonostante spesso abbiano fatto il disinteresse della classe media e dei più deboli, che dovrebbero invece essere difesi dai cosiddetti uomini di fede. Quindi, se guardiamo ai fatti, il potere politico in Italia è stato realmente detenuto da chi ha ottenuto il loro appoggio.
La Chiesa ancora ha un enorme potere ed influenza sullo Stato ed è a volte anche in contrasto con esso. Ancora oggi la Banca Vaticana non si attiene alle norme della trasparenza bancaria internazionale. Facilmente ipotizzabile che possa riciclare soldi sporchi della criminalità organizzata e del narcotraffico.


Un ultimo episodio che vorrei richiamare all'attenzione è quello di Lucera. Questa cittadina pugliese, in base al decreto sulla spending review, sarà privata del suo tribunale, poiché esso ha un bacino d'utenza di soli 170mila abitanti. Lucera è una zona ad alto rischio di criminalità, territorio in balia delle cosche della Sacra Corona Unita e della Camorra. Il sacerdote della cittadina si è quindi fatto portavoce del malcontento dei suoi concittadini, contrari alla soppressione del tribunale. Ma anziché farsi promotore di una petizione ha promosso ed assistito alla consegna delle tessere elettorali dei cittadini. Una donna, scrive Repubblica di ieri  21 agosto, ha gettato nel cestino della parrocchia la sua tessera.


La consegna della tessera implica un irrispettoso atteggiamento nei confronti dello Stato da parte dei cittadini. L'autonegazione del dovere civico di voto (art. 48, Cost.) è grave. E' ovvio che l'attuale legge elettorale non permette di scegliere il candidato, è chiaro che il sistema politico è marcio. Ma la rinuncia al voto significa negarsi l'unico modo che si ha, seppur irrisorio, di partecipare alla vita pubblica. Inoltre indica un'estraneità, soprattutto nei piccoli centri, da parte delle masse nei confronti del sentimento di Unità nazionale. Nei piccoli Comuni, infatti, la Chiesa è ancora forte come lo era anche nelle grandi città cinquanta, sessanta o cento anni fa. Roma, ad esempio, definita capitale della cristianità, è oggi multietnica e fatta di una popolazione poco vicina alla religione cristiana. E il numero di fedeli è bassissimo tra i giovani.


Nei piccoli centri invece i devoti sono ancora tanti. Niente da obiettare, ma non è accettabile che sacerdoti come quello di Lucera si facciano promotori di manifestazioni che indichino disprezzo nei confronti dello Stato. Il problema qui non è la soppressione del tribunale di Lucera, esso non rappresenta l'arretramento delle forze dell'ordine, la resa dello Stato nei confronti della criminalità organizzata. La scelta dell'eliminazione della sezione penale di Lucera è da ricondurre ad un tentativo di miglior impiego delle risorse all'interno dell'ambito giudiziario. Con la riduzione del numero di tribunali si spera una miglior razionalizzazione delle risorse. Su questo ho i miei dubbi. Comunque è il modo che offende con cui i cittadini di Lucera, spinti dal loro sacerdote, hanno esposto il loro disappunto nei confronti dello Stato. Spero non sia un'utopia quindi che in Italia possa venir progressivamente meno il peso del Vaticano. Ciò sarebbe utile per un dibattito pubblico più sereno e più adeguato alle nuove esigenze politiche.


Marco Di Caprio.

domenica 5 agosto 2012

QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DI BERSANI.


Bersani apre all’alleanza a Vendola per un nuovo centrosinistra. Un’alleanza con i progressisti sarebbe un ottimo modo per ottenere i voti di chi vuole un cambiamento radicale nel Paese. Ma quale è il ruolo di Casini? Come spera il Pd attirare a sé con un’alleanza con Sel il leader dell’Udc?

Il Partito Democratico è un partito spaccato, in cui ancora si nota la netta differenza tra ex-comunisti ed ex-democristiani. Bersani, che è vicino agli ex-comunisti, ha ascoltato chi alla base del partito ha chiesto a gran voce l'alleanza con Sel. Ma lo schieramente degli ex-democristiani chiede a gran voce l’alleanza con l’Udc. L’alleanza con Sel sarebbe stata un'ottima scelta se a prevalere nel suo Partito fossero stati gli ex-comunisti. I democratici invece sono ancora divisi in due fazioni che sostanzialmente si equivalgono. Bersani vorrebbe accontentare anche i democristiani e tentare l’alleanza con Casini. Ma siamo sicuri che questa sia la scelta giusta?

Ora due scenari si aprono: quella della grande coalizione da progressisti a moderati, buona alternativa migliore per un paese che ha bisogno di una stagione di riforme condivise. L’altro scenario è quello di un’altra stagione di litigi, coalizioni traballanti per governi deboli. Si pensi in merito al Governo Prodi II. Quest'ultimo scenario sembra il più probabile: l'Italia, in serie difficoltà economiche, dovrebbe assolutamente evitarlo.

Bersani vuole accontentare le due anime del suo partito. Anziché sanare i contrasti, li porta al di fuori, tentando un’alleanza tra due partiti completamente opposti. Il segretario del Pd dovrebbe lavorare per creare nel suo schieramento una nuova classe dirigente, che vada oltre i vecchi dissidi. Vendola, tergiversando sull’ipotesi di alleanza con Casini, ha affermato che non può allearsi con con chi appoggia ancora il liberismo. Casini, convertiti, è stato il suo appello. Il leader di Sel, facendo questa affermazione, non sembra poi così convinto di un'alleanza con i moderati. La perplessità di Vendola è la stessa dei suoi elettori, che su twitter hanno esposto i motivi del loro dissenso. Gli elettori dell’Udc esprimono dall'altro lato un netto rifiuto all’alleanza con chi è a favore di matrimoni gay e di eutanasia. Ma Casini si prende tempo, non è ancora convinto sul da  farsi. 

La verità è che l’artefice di quer pasticciaccio brutto è solo Bersani: decida il leader del Pd la sua linea politica, faccia chiarezza all’interno del suo partito. Anche io sarei favorevole ad una grossa coalizione. Gli svantaggi, tuttavia, di un mancato successo dell'unione sarebbero troppo duri da accettare in una situazione economica così difficile. Negli anni 60, quando Moro e Nenni siglarono un patto di governo, i democristiani si allearono con i socialisti, non i comunisti di Togliatti. Il partito di Vendola affonda le sue radici, invece, nell'estremismo. Il leader di Sel ha infatti un passato in Rifondazione comunista, e il suo partito è di ex di rifondazione. La sinistra estrema, nelle due precendti esperienze di governo con Prodi, ha fatto cadere il governo la prima volta, lo ha fatto traballare per l'intera legislatura la seconda volta. E in questi casi si tentava un'esperienza interamente di centrosinistra. Non oso immaginare gli eventuali dissidi in un governo di grossa coalizione tra sinistra e centro.

Il paese è in una situazione economica difficile e la radicalizzazione della politica può essere troppo destabilizzante. Se i progressisti di Vendola andassero al governo, non potrebbero convivere con Casini. Difficile che Vendola accetti compromessi con i moderati, visto che il suo partito è radicale. Difficile che Casini accetti la radicalizzazione visto che il suo partito è moderato. L'artefice di questo pasticciaccio è Bersani. Faccia lui chiarezza nel suo Partito: virata a sinistra o al centro? Non si può virare contemporaneamente in due direzioni. La spaccatura del Pd tra moderati e progressisti non porti ulteriori danni al Paese in crisi.

Marco Di Caprio.