domenica 5 agosto 2012

QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DI BERSANI.


Bersani apre all’alleanza a Vendola per un nuovo centrosinistra. Un’alleanza con i progressisti sarebbe un ottimo modo per ottenere i voti di chi vuole un cambiamento radicale nel Paese. Ma quale è il ruolo di Casini? Come spera il Pd attirare a sé con un’alleanza con Sel il leader dell’Udc?

Il Partito Democratico è un partito spaccato, in cui ancora si nota la netta differenza tra ex-comunisti ed ex-democristiani. Bersani, che è vicino agli ex-comunisti, ha ascoltato chi alla base del partito ha chiesto a gran voce l'alleanza con Sel. Ma lo schieramente degli ex-democristiani chiede a gran voce l’alleanza con l’Udc. L’alleanza con Sel sarebbe stata un'ottima scelta se a prevalere nel suo Partito fossero stati gli ex-comunisti. I democratici invece sono ancora divisi in due fazioni che sostanzialmente si equivalgono. Bersani vorrebbe accontentare anche i democristiani e tentare l’alleanza con Casini. Ma siamo sicuri che questa sia la scelta giusta?

Ora due scenari si aprono: quella della grande coalizione da progressisti a moderati, buona alternativa migliore per un paese che ha bisogno di una stagione di riforme condivise. L’altro scenario è quello di un’altra stagione di litigi, coalizioni traballanti per governi deboli. Si pensi in merito al Governo Prodi II. Quest'ultimo scenario sembra il più probabile: l'Italia, in serie difficoltà economiche, dovrebbe assolutamente evitarlo.

Bersani vuole accontentare le due anime del suo partito. Anziché sanare i contrasti, li porta al di fuori, tentando un’alleanza tra due partiti completamente opposti. Il segretario del Pd dovrebbe lavorare per creare nel suo schieramento una nuova classe dirigente, che vada oltre i vecchi dissidi. Vendola, tergiversando sull’ipotesi di alleanza con Casini, ha affermato che non può allearsi con con chi appoggia ancora il liberismo. Casini, convertiti, è stato il suo appello. Il leader di Sel, facendo questa affermazione, non sembra poi così convinto di un'alleanza con i moderati. La perplessità di Vendola è la stessa dei suoi elettori, che su twitter hanno esposto i motivi del loro dissenso. Gli elettori dell’Udc esprimono dall'altro lato un netto rifiuto all’alleanza con chi è a favore di matrimoni gay e di eutanasia. Ma Casini si prende tempo, non è ancora convinto sul da  farsi. 

La verità è che l’artefice di quer pasticciaccio brutto è solo Bersani: decida il leader del Pd la sua linea politica, faccia chiarezza all’interno del suo partito. Anche io sarei favorevole ad una grossa coalizione. Gli svantaggi, tuttavia, di un mancato successo dell'unione sarebbero troppo duri da accettare in una situazione economica così difficile. Negli anni 60, quando Moro e Nenni siglarono un patto di governo, i democristiani si allearono con i socialisti, non i comunisti di Togliatti. Il partito di Vendola affonda le sue radici, invece, nell'estremismo. Il leader di Sel ha infatti un passato in Rifondazione comunista, e il suo partito è di ex di rifondazione. La sinistra estrema, nelle due precendti esperienze di governo con Prodi, ha fatto cadere il governo la prima volta, lo ha fatto traballare per l'intera legislatura la seconda volta. E in questi casi si tentava un'esperienza interamente di centrosinistra. Non oso immaginare gli eventuali dissidi in un governo di grossa coalizione tra sinistra e centro.

Il paese è in una situazione economica difficile e la radicalizzazione della politica può essere troppo destabilizzante. Se i progressisti di Vendola andassero al governo, non potrebbero convivere con Casini. Difficile che Vendola accetti compromessi con i moderati, visto che il suo partito è radicale. Difficile che Casini accetti la radicalizzazione visto che il suo partito è moderato. L'artefice di questo pasticciaccio è Bersani. Faccia lui chiarezza nel suo Partito: virata a sinistra o al centro? Non si può virare contemporaneamente in due direzioni. La spaccatura del Pd tra moderati e progressisti non porti ulteriori danni al Paese in crisi.

Marco Di Caprio.



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