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sabato 1 giugno 2013

Ma che senso ha? di Vincenzo Quagliarella

Se spulciate un po’ tra i tormentoni giornalieri di facebook potrete facilmente imbattervi in un sondaggio che, tra le sue opzioni di scelta, presenta: "pratichi anche tu lo sport nazionale: criticare Grillo?" Ecco, lungi da noi voler risultare i Savonarola di turno, ma una riflessione sui fatti va fatta, se ne faccia una ragione l'autore del sondaggio.

Grillo giovedì ha risposto a Stefano Rodotà, il suo (tanto sbandierato) candidato alla Presidenza della Repubblica, che due giorni fa sul Corriere aveva contraddetto il leader del #M5s. Come un politico consumato, il comico genovese aveva dato la colpa dello scarso successo elettorale a qualcun'altro (gli elettori), pienamente in coerenza con la italica tradizione di scaricate sempre le responsabilità. In fondo qualcosa dei vecchi partiti i grillini l'hanno mutuato: se le elezioni vanno male la colpa non è loro ma dei cittadini che non hanno capito.

Ad ogni modo, finché Grillo utilizza la canonica grammatica politica (anche se enfatizzata dai suoi toni apocalittici) non c'è nulla di strano (diciamo). Di più: finché il #M5s, come avvenuto in questi mesi,  ha tenuto una linea politica rigida, disprezzando tutto e tutti, rifiutando ogni forma di compromesso, nessuno ha potuto obiettare; è una scelta, magari discutibile, ma legittima.
Tuttavia, quando si arriva ad offendere velatamente il proprio candidato al Quirinale (dicendo ottuagenario si capisce che si trattiene ma sottintende "rimbambito", e a poco valgono precisazioni in merito) cosa si vuole comunicare? Questa uscita piccata che senso ha?
Grillo, con una punta di apparente rispetto, fa sapere all'ottuagenario che, senza di lui, sarebbe potuto tranquillamente rimanere nel mausoleo della sinistra italiana. Quindi, se i giornali tornano ad intervistarlo, è merito del Movimento. Figuriamoci se uno che dovrebbe essere riconoscente può permettersi di contraddire il gran capo.

Allora ci chiediamo: il rifiuto di ogni critica che senso ha? Che senso ha prendersela con i giornalisti di Report e la Gabanelli, altra candidata del #M5s al Quirinale, per aver sollevato interrogativi sui proventi del blog?
Ma davvero Grillo (e i suoi ortodossi) credono di essere al di sopra di ogni giudizio?  Essere estranei al vecchio circuito di gestione del potere (per quanto corrotto esso sia) non conferisce automaticamente un’investitura divina, di santità immacolata. Di politici che affermano di essere in odore di santità ce ne sono già in abbondanza.

Si può essere d'accordo o meno con l’impronta del Movimento, ma questa linea non giova a nessuno: non serve agli italiani, perché la protesta “a prescindere” non serve a  "controllare" l'attività del governo, ruolo che in democrazia spetta all'opposizione; né serve a sconfiggere gli avversari politici, perché si perde credibilità, finendo per criticare gli stessi che poi, alle elezioni, dovrebbero venire a votarti.

In un servizio del 1 marzo, Paolo Pagliaro descriveva il programma del M5s “per un quarto dadaista, per un quarto concretamente riformista, per un quarto politicamente impegnativo e per un quarto ispirato a un diffuso bisogno di pulizia e moralità.”

http://www.youtube.com/watch?v=siGYAmdxHtA

Mantenendo una ottusa linea di non comunicabilità con le altre forze politiche e con i media tradizionali, questo programma è destinato a diventare per quattro quarti inutile.
Vincenzo Quagliarella

Ps. I mal di pancia di questi mesi è la batosta elettorale di domenica hanno già avuto i loro effetti: cominciano a vedersi i primi grillini in tv (e, udite udite, riescono pure a ben figurare).

http://www.youtube.com/watch?v=ZYwTZbthUsA

min. 10:40

mercoledì 15 maggio 2013

Serve determinazione.


Serve determinazione.

Ieri stavo ascoltando una canzone, bella, colorata, piena di luce. Mi ha fatto pensare, e mi sono chiesto: sono capace di meravigliarmi? Può sembrar banale, ma spesso uno dà per scontate le cose. Poi arriva un momento, un incontro, una persona che ti colpisce, che fa riflettere. Arriva qualcuno che ha una storia profonda, di quelle da raccontare.

Tutti incontriamo difficoltà, troviamo e ci creiamo ostacoli, spesso abbiamo paura di non farcela, di non riuscire a trovare lavoro, di non riuscire a laurearci, di non riuscire a passare una esame, di non poter mantenere una relazione.

A volte si incontrano storie che ci fanno riflettere su noi stessi; in quei momenti ci ricordiamo  che le risposte sono dentro di noi.

Una generazione si perde quando non ha esempi da seguire. I padre devono guidare i figli per insegnare loro a non smarrire il senso della vita, per trasmettere I punti di riferimento.

A volte si incontrano uomini che hanno una luce negli occhi, e ci riempiono di meraviglia.

Jack Giacomo Sintini gioca a pallavolo. È pallegiatore nella Trentino Volley. È sposato con Alessia ed è padre di Carolina, nata nel 2008.
Più o meno un anno fa, Jack scopre di avere un tumore. Oggi Jack è tornato a giocare. Di più, domenica 12 maggio Trento ha vinto il campionato italiano.

Questa è l’intervista che Giacomo Sintini ha rilasciato subito dopo la vittoria.




lunedì 13 maggio 2013

Twitto ergo sum: Dinamica della piattaforma dove ognuno si crede il centro del mondo.


Immaginate per un momento un uomo che spara ad un altro uomo; ecco, ora pensate se nella sentenza del processo il giudice decidesse di condannare non l’uomo che ha sparato, ma la pistola.

Questa assurdità è esattamente la vanesia idea che viene strombazzata ai quattro venti da chi, ciclicamente, ripresentandosi alla cronanca problemi e contraddizioni dell’universo del web, dà la colpa ora a facebook, ora a twitter, ora alla fantomatica, dibolica ed incontrollabile “rete”.

Ogni fenomeno sociale si spega attraverso le ragioni e le cause che l’hanno originato, non attraverso i mezzi che lo trasmettono.

Per carità, internet e social network sono strumenti potentissimi, basta un niente e una palla di neve si trasforma in una valanga. Ma davvero possiamo continuare a pensare che il problema sia il megafono, e non il tizio che ci urla dentro?
Allora il problema è sempre lo stesso, l’educazione.

Educazione in senso stretto è quell’insieme di regole di buona creanza come “non appoggiare i gomiti sul tavolo mentre mangi”, oppure “metti la mano davanti la bocca quando sbadigli”. Seppure possa essere considerata una piaga sociale il dover ammirare le tonsille di chi ci sta di fronte, non è questa “l’educazione” di cui stiamo parlando.

In senso lato, l’educazione è l’isieme delle regole del viver civile, nel rispetto degli altri. Alle elementari, quei pochi fortunati che hanno potuto fruire qualche lezioncina di eduazione civica, avranno sicuramente appreso il concetto per cui “la propria libertà finisce laddove inizia quella degli altri”.

Bene, questo tipo di educazione è diventata merce rara, oggi, nell’Italia di inizio millennio. Non che sia necessaria la laurea per avere una basilare educazione civica. In fondo basta un poco far funzionare quell misterioso organo collacato nella calotta cranica, facilmente individuabile perchè posto tra le due orecchie.

È così, che, a causa di un abbandono dell’uso di massa della ragione in favore dell’istinto (maledetto istinto…), twitter, il più social dei social, si trasforma nella piazza dove tutti inveiscono contro tutti. Ma non è tutto: la cosa più divertente è che nessuno ascolta nessuno! Avrebbe potuto Plauto inventarsi una commedia degli equivoci migliore?

Ecco qui, davanti ai nostri occhi, la proiezione plastica e virtuale di una società snob (twitter è estremamente snob) ed egocentrica, dove si esiste solo se si cinguetta (in tempi non sospetti avremmo detto “parla di cazzate”). Su Twitter valore dell’opinione è dato semplicemente dal fatto che “l’opinione è mia”. È chi non è d’accordo non capisce un tubo.

Nel mio modestissimo parere, il dialogo e la comunicazione servono per trovare punti d’incontro, non per convincere e/o inveire contro altre posizioni.
Ma il cervello, per adesso non va di moda. Ha molto più successo l’ormone.

Ps. Un tweet ha al massimo 140 caratteri: uno spazio sufficiente per un commento o una battuta, non per una discussione. Voi usereste mai un cucchiaio per mangiare gli spaghetti?