giovedì 11 aprile 2013

ANTI-POLITICA E ANTI-DEMOCRAZIA DI UN NON-PARTITO.


Da questa brodaglia i telegiornali e i talk show colgono fior da fiore, con lerci e studiati copia e incolla per spiegare che Grillo è un eversivo, che il Movimento 5 stelle è spaccato. Prima vomitano commenti sul blog e poi li rivomitano nelle televisioni” afferma Grillo pochi giorni fa. Quindi partiamo proprio dalle parole di Grillo, analizziamole e arriviamo a fatti concreti senza dover sfruttare elementi paralleli. Ne tratterò solo 2 dei 5 che ho analizzato:

          1) Durante la campagna elettorale davanti a Montecitorio: 
    “Questa non è una rivoluzione ordinata. Le rivoluzioni ordinate portano a sovvertire poteri con altri poteri. La nostra è una pseudo rivoluzione disordinata, ognuno viene con la propria mentalità, ognuno con le proprie idee ma coadiuvate da un’energia della rete su dei progetti: il progetto è riprenderci il paese”.
    Con “disordinata” si intende qualcosa che esce da un ordine preesistente.  Questo ordine è la coesione intorno a qualcosa di ben definito, un’ideologia, uno scopo che renda vitale la rivoluzione. Il M5S non si riconosce in nessuna ideologia, ne’ di destra ne’ di sinistra ne’ di centro, per questo appare disordinato. Ma almeno un collante ci deve pur essere affinché ci sia coesione in una rivoluzione.

Grillo stesso parla e dice quale è il collante: “idee coadiuvate da dei progetti”. Ma poi parte uno scatto improvviso che fa saltare la collettività, gli interessi particolari e le esigenze che uno si aspetterebbe siano il vero collante: il progetto (uno solo, e non plurale) è riprenderci il paese. Quindi una Rivoluzione a tutti gli effetti, che nasce con un’ideologia ben precisa: sostituire un vecchio potere con un nuovo potere per arrivare al 100% del Parlamento. Sta proprio in quel cambiamento repentino da singolare a plurale la motivazione che spinge Grillo ad essere il garante di un Movimento che rispecchia un obiettivo.

Umberto Bossi si presentò alle elezioni del 1992 esattamente come colui che, essendo fuori dai giochi politici si faceva garante del concetto di cittadino qualunque motivato, che partecipasse alla cosa pubblica senza usare il politichese, oscuro e inviso a molti. Si installò nel Parlamento, e guarda caso, ironia della sorte, ha finito per essere parte integrante di quel sistema che tanto combatteva, buttato nella mischia dei partiti citati da Grillo come casta: quindi che ci possiamo aspettare?
    Semplicemente la sostituzione di un vecchio potere con uno nuovo, con la differenza che quello nuovo è talmente impreparato a gestire il vero potere che potrebbe abusarne o potrebbe scivolargli dalle mani come un liquido, al pari della democrazia che tanto si vagheggia.

    2) Il progetto di democrazia diretta, liquida è un altro punto di forza e punto debole del M5S. Essa è democrazia, ma fino ad un certo punto. A livello strutturale e comunicativo anzitutto internet non è uno strumento democratico: se esiste un politichese, un linguaggio specialistico della politica esiste un lessico specialistico di internet  a cui non  tutti possono accedere
     
        Prendiamo ad esempio questo brano rilasciato pochi giorni fa: 
    Da mesi orde di trolls, di fake, di multinick scrivono con regolarità dai due ai tremila commenti al giorno sul blog. Qualcuno evidentemente li paga per spammare dalla mattina alla sera.
     Penso che la media, le persone che viaggiano normalmente in internet trovino difficoltà a capire subito di cosa Grillo stia parlando al pari di un fiscal drag, di un condono fiscale, di un lodo: parole oscure a caldo, che proprio per questo rendono tutt’altro che trasparente il nuovo linguaggio di Grillo. 
     
    Ma il problema centrale della democrazia diretta è che essa è apparsa efficace a livello locale: il modello-Sicilia ha abbagliato gli occhi e fantasticato una struttura che a livello più globale è infattibile. Se a livello locale, poniamo caso 32 persone presentassero uno stesso disagio, la voce si farebbe forte e poderosa perché in percentuale considerevole su un territorio in cui solo i diretti interessati fanno sentire la loro necessità. 
     
    In Italia (territorio nazionale) proliferano post, commenti, idee perché siamo 20 Sicilie, ovvero 20 particolarismi da preservare e tutelare e che nella loro specificità possono collaborare e coadiuvarsi. Ma come? Di certo non facendo sentire, “disordinatamente” e scompostamente voci momentanee e difficilmente reperibili attraverso il web: una voce che appare un tuono a livello locale, diventa una gocciolina all’interno di un mare magnum in cui tutti possono dire tutto e il contrario di tutto. Per questo esiste una struttura politica che secoli e secoli hanno collaudato: la democrazia rappresentativa e non liquida.  

    E se si ammettesse che tramite internet fosse possibile una qualche rappresentanza, servirebbe un’epurazione di ciò che viene ritenuto utile dalla sporcizia che fa perdere solo tempo. 
   Ma questo discernimento da chi è fatto? Da un’elezione fatta dal popolo come per la democrazia rappresentativa? No, da una mente pensante che legge i commenti sul suo blog e decide: questo sì e questo no. 

Miriam Di Carlo.

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