venerdì 3 maggio 2013

IT'S (NOT) POPULAR MUSIC (prossimamente avremo una sezione musica)

La mia vita è una lunga colonna sonora: penso di aver trascorso forse un quarto della mia vita ad ascoltare solamente musica. Mio padre mi ha fatto ascoltare nell'infanzia i suoi preferiti Vivaldi, Beethoven, Schubert, R. Strauss, Tchaikovski, Bizet e Ravel. Lui amava molto Verdi e Puccini, ma io non sono mai riuscito ad appassionarmi all'opera lirica. 

Mi sento abbastanza incompetente da un punto di vista musicale: ho ascoltato ancora pochissimo e ancora tanto dovrò ascoltare. Mi sono appassionato qualche anno fa alla musica medievale: polifonia, madrigali e canzoni d'arte. Nella mia ignoranza, forse conosco meglio le manifestazioni contemporanee della musica: ho sviluppato una grande sensibilità per l'avanguardia musicale e per le nuove forme musicali che si sono affermate nel Novecento: serialismo, dodecafonia, musique concréte. 

I miei compositori preferiti del Novecento sono i veneratissimi Schoenberg, Edgar Varese, Luigi Nono, Luciano Berio, John Cage. Sto attualmente effettuando ricerche sulla musica classico-contemporanea degli Stati Uniti d'America, su autori più o meno noti come Babbit, Feldman, Elliott Carter e Steve Reich nell'ambito della Modern Music. Sono interessato anche alla musica jazz: i miei musicisti preferiti sono - oltre ai più noti Mingus, Coltrane e Coleman - Sun Ra e Cecil Taylor. 

Mi interesso anche di un genere più democratico e popolare: la musica rock. Sono cresciuto ascoltando il buon rock 'n' roll di Chuck Berry, Buddy Holly, Jerry Lee Lewis e Gene Vincent. La musica minimalista di questi cantautori si è evoluta in lunghe suite e jam sessions - come è accaduto per il jazz - a partire dalla metà degli anni Sessanta. 

Al di là di ciò che i musicologi puristi possano dire, io penso - anche se questo è un parere di un amatore - che l'esperienza rock, come quella jazz, sia essenziale per comprendere la musica del secondo Novecento. Ovviamente quando parlo di musica rock, ho in mente principalmente quella degli americani - e meno noti al grande pubblico - Velvet Underground, Frank Zappa, Don Van Vliet, Red Crayola e Pere Ubu. Il rock come genere musicale ha confini molto ampi, come vale per tutta la musica contemporanea, e ingloba classica, blues, jazz, avant-garde ed elettronica. 

Ovviamente la buona musica rock, come la buona letteratura e il buon cinema, è abbastanza elitaria: molti artisti più conosciuti, e considerati dai più i migliori in questo genere musicale, hanno prodotto opere di modesta qualità, ma pubblicizzate dalle case discografiche come grandi opere. (per maggiori informazioni vedi il mio articolo: marketing: il vero killer del rock.

L'operazione di analisi mira a giudicare la complessità e il valore culturale di ogni opera musicale, a prescindere da quanto essa ha venduto. Lo stesso, infatti, vale per giudizi in merito a qualunque opera letteraria o a qualunque opera d'arte visiva. Il mio giudizio, ripeto, segue comunque mie criteri personali e rispecchia, oltre che i miei studi, la mia visione del mondo e della musica in generale. Ogni obiezione quindi è bene accetta, anche da parte dei milioni e milioni di più o meno esperti musicologi e musico-fili.

Grazie per l'attenzione,

Marco Di Caprio. 

Nessun commento:

Posta un commento