Hanno esordito nella mia vita solo per il concertone Rai del
Primo Maggio. Chi? Sono i Ministri che augurano a tutti di lavarsi per bene i
denti con l’Antica Erboristeria (per ascoltare questa band geniale http://iministri.com/hello/ ) . Eh, sì
ce ne vorrebbero di ministri così al giorno d’oggi. Ma ci accontentiamo anche
di una frase emblematica
“Non sono di colore, sono nera”. Orgoglio di essere donna.
Dopo tanto tempo. La storia di questa ministra che non si lava la pelle ma la
lascia piena della terra del suo Congo è una meraviglia: conta ben 38 fratelli
e dichiara da Gad Lerner che il concetto di fratellanza nell’enorme Africa è
diversa da quella europea. Sebbene dispersi in tanti luoghi del mondo, tutti si
sentono uniti da uno stessa pietra, quel padre che diede loro l’idea che lo
studio è una della grandi risorse che l’umanità mette a disposizione per ogni
vita umana, e bisogna sfruttarla. Così la nostra ministra, prende fa le valigie
e se ne va in Italia, il primo paese che le desse l’opportunità di studiare e
di avere una dignità come donna. La famiglia l’ha sostenuta moralmente, spiritualmente
e con tutta la mente (e soprattutto il cuore) ma purtroppo non economicamente.
Quindi che fare? Lavorare e diventare quella che oggi viene chiamata “badante”,
che lava e cura le persone anziane. Così si è pagata gli studi all’università
del Sacro Cuore, laureandosi alla facoltà di Medicina, presso il Policlinico Gemelli.
E chi più di lei può capire cosa significhi essere straniera? Straniera ma con
un tronco le cui tre radici sono il Congo, l’Emilia-Romagna e Roma. Sentendo la
trasmissione di Lerner viene intervistata una ragazza nera che dice “il fatto
che ci sia al Governo una donna del Congo, penso sia incoraggiante”: carissima
è incoraggiante anche per me sentire una persona nera che parla italiano con i
congiuntivi meglio di un mio coetaneo! E allora noi ci riterremmo più italiani solo
perché siamo autoctoni, indigeni? No, cari miei io riscontro più italianità e
legalità in tante figure straniere che accarezzo per Roma. E non mi vengano a
dire “oggi un tal dei tali straniero ha fatto questo” perché i tal dei tali
italiani a volte fanno cose assai peggio.
E che dire della donna? Beh, anche lì il fatto che esista la
parola “femminicidio” è agghiacciante: esiste forse “uominicidio”, “maschilicidio”?
no. Abbiamo creato questa parola per designare un fenomeno, altrimenti non ne avremmo
avuto bisogno. Ciò è preoccupante. Non sono stata mai femminista e guardo con
diffidenza Femen. Penso che la donna abbia risorse e capacità in più e
complementari rispetto a quelle dell’uomo ed è tramite questo completamento che
si potrebbero creare grandi cose. Non credo che le donne siano superiori né tantomeno
che lo siano gli uomini: penso solo che lucidità e immaginazione caratterizzino
ora l’uno, ora l’altro sesso, dipendentemente dall’ambito, dal periodo, dalla
personalità e dall’intelligenza di ogni singolo individuo. Che la nostra
società ponga in continuazione un “perché” sulla condizione della donna
dimostra che la società è strutturata in modo tale che si ponga tale problema,
come coro polifonico proveniente da diverse parti. Per quanto riguarda la mia
esperienza posso solo dire che: in ambito accademico non ho mai sofferto una
discriminazione poiché ho sempre fatto il mio lavoro non curandomi di eventuali
diversità. Ho curato la mia preparazione senza pensare a quella degli altri.
Per quanto riguarda i recenti sviluppi lavorativi ho notato una corsia
preferenziale verso i canali e le risorse maschili che vengono presi più in
considerazione (anche con soli semplici sguardi o gesti che hanno solo una
direzione: quella dell’uomo) finché una donna non dimostra, con carte alla
mano, con intelligenza sempre pronta e acuta per captare, quanto valga: è
vabbè, è pure stimolante. Ma dobbiamo pur ammettere che essere donna, implica
una debolezza. Innanzitutto fisica: quante donne si sentono sicure ad andare in
giro di notte da sole a Roma? Molte di noi si fanno accompagnare e questo perché,
possiamo fare tutti i muscoli che vogliamo ma rimarremo sempre e comunque più
deboli fisicamente. Grandi donatrici della vita biologica e dell’amore filiale
ma mai nerborute lottatrici.
Infine il problema del web. Capisco le affermazioni della
Boldrini e anche le considerazioni di chi dice che il web è anarchia e va
preservato come tale. In particolare mi viene alla mente il nuovo fenomeno. Gli
hacker del Pd: per prima cosa se io fossi un hacker non so se userei la mia
bandiera politica come interfaccia per presentarmi al pubblico. Infatti comprometterei
il mio credo politico e non avrebbe senso. Secondo poi stiamo assistendo ad un
atto di strozzinaggio e ricatto pubblico che non è sancito dalla legge. Cioè,
per quanto io possa essere avversa al M5S e soprattutto quanto non ami Grill
and Cas, non vedo di buon occhio questo atto di ricatto pubblico che mischia il gusto del
rapimento vintage (stile Moro), l’intelligence di spionaggio americana ma
soprattutto i più moderni scandali mediatici con un pizzico di conoscenza
informatica. Non credo sia legale ma soprattutto preservi la libertà della
persona: sta all’intelligenza delle persone capire che Grill and Cas hanno un
progetto un po’ (ma solo un po’, non vi spaventate) diverso da quello
altruistico politico. Quindi anche il web deve essere monitorato altrimenti andremmo
a finire come Napoli un po’ di anni fa: produciamo produciamo e poi siamo
sommersi da spazzatura. Forse se al tempo di Mosè fosse esistito internet, ci
sarebbe sicuramente stata la piaga degli hacker telematici.
Miriam Di Carlo
Cara Miriam, sono d'accordo con te. Cecile Kyenge è sicuramente una donna da ammirare: pochissimi, messi nelle sue condizioni d'origine, sarebbero riusciti ad arrivare dove è ora lei (compreso il sottoscritto, credo). La neo-ministra è un ottimo esempio di spirito di sacrificio, intelligenza e saggezza.
RispondiEliminaPurtroppo l'Italia è ancora lontana dall'integrazione con i cittadini immigrati, e per di più con i neri. Il nostro Paese ha vissuto il fenomeno dell'immigrazione relativamente tardi rispetto agli altri Paesi d'Europa e vivrà sicuramente più tardi il fenomeno dell'integrazione. Spero tuttavia che il nuovo governo darà una maggiore spinta alla solidarietà degli autoctoni verso i nuovi italiani.
Siamo in un paese avanzato da un punto di vista economico, ma arretrato e sottosviluppato sotto altri punti di vista. La maggior parte della gente non capisce e comprende le risorse che all'Italia l'immigrazione porterà.
Hai fatto anche un altro paragone importante: quello tra la solidarietà che vige nelle famiglie africane e in Italia. La società italiana valorizza molto la famiglia come nucleo fondamentale, e gli italiani stessi sono molto attaccati in genere alle proprie famiglie d'origine. Lo stesso non avviene negli Stati Uniti, dove vige un individualismo più marcato. Il sostegno degli anziani, padri e madri di famiglia, ha aiutato molti giovani a sopravvivere nella difficile congiuntura economica. La cultura del risparmio delle vecchie generazioni ha aiutato le giovani a non affondare completamente nei debiti e nell'impoverimento. Penso che questo sia un ottimo punto in comune tra italiani e immigrati africani, che spesso sono molto attaccati alle famiglie d'origine in rapporto di devozione e di simbiosi.
Hai messo anche ben in evidenza l'emergenza sessismo nel nostro Paese. Anche in questo frangente, siamo molto indietro rispetto agli altri Paesi d'Europa. Per troppi anni abbiamo avuto una classe dirigente formata interamente da uomini. E ancora oggi è più difficile per una donna trovare lavoro oppure entrare a far parte della classe dirigente. Inoltre, quando una donna diventa influente, spesso i colleghi uomini impiegano insulti a sfondo sessista. Molti uomini, infatti, hanno ancora problemi a riconoscere il talento delle loro colleghe e non accettano il fatto che possano essere più brave di loro nel proprio lavoro. Io penso che il nuovo governo dovrà adottare provvedimenti per tutelare di più le donne e la maternità, proprio come in Francia, Germania, Inghilterra. Ovviamente per sbloccare i fondi è importante tenere sempre in mente LA LOTTA ALLA CORRUZIONE E ALL'EVASIONE FISCALE.
Grazie mille per questo articolo, Miriam.
Marco.
A te Marco! Sono contenta ti sia piaciuto! Concordo con te e inoltre una riflessione: l'Italia è ancora razzista per molti motivi.
RispondiEliminaInnanzitutto non abbiamo avuto un impero coloniale come l'Inghilterra o la Francia (anche Spagna o Olanda), per questo non abbiamo da scontare nulla: a volte l'integrazione è solo il modo che si ha per esorcizzare i peccati precedenti. Inoltre non abbiamo avuto lo sterminio che ha caratterizzato invece la Germani: quindi essendo sempre stati poco risoluti (e menomale) abbiamo questo sentimento che serpeggia ancora come sempre sul punto di scoppiare. Ammirazione da una parte (perché l'Italia alla fine ha mantenuto sempre una delle caratteristiche per cui viene amata: la solidarietà e accoglienza) ma rimprovero dall'altra per non aver guardato oltre e aver accelerato verso gli altri mondi, così sempre piegati su di noi.