Cecile Kyenge è sicuramente una donna da ammirare: pochissimi, messi nelle sue condizioni d'origine, sarebbero riusciti ad arrivare dove è ora lei (compreso il sottoscritto, credo). La neo-ministra è un ottimo esempio di spirito di sacrificio, intelligenza e saggezza. Purtroppo l'opinione pubblica, che ha mal sopportato una persona di valore come lei per un ministero, rivela un retroscena importante: è ancora lontana dall'integrazione degli italiani con i cittadini immigrati.
Il nostro Paese ha vissuto il fenomeno dell'immigrazione relativamente tardi rispetto agli altri Paesi d'Europa e vivrà sicuramente più tardi il fenomeno dell'integrazione. Spero tuttavia che il nuovo governo darà una maggiore spinta alla solidarietà degli autoctoni verso i nuovi italiani.
La stessa Miriam ha fatto un importante paragone: L'Italia è ancora razzista per molti motivi.
Innanzitutto non abbiamo avuto un impero coloniale come l'Inghilterra o la Francia (anche Spagna o Olanda), per questo non abbiamo da scontare nulla: a volte l'integrazione è solo il modo che si ha per esorcizzare i peccati precedenti. Inoltre non abbiamo avuto lo sterminio che ha caratterizzato invece la Germani: quindi essendo sempre stati poco risoluti (e menomale) abbiamo questo sentimento che serpeggia ancora come sempre sul punto di scoppiare. Ammirazione da una parte (perché l'Italia alla fine ha mantenuto sempre una delle caratteristiche per cui viene amata: la solidarietà e accoglienza) ma rimprovero dall'altra per non aver guardato oltre e aver accelerato verso gli altri mondi, così sempre piegati su di noi. (Miriam Di Carlo)
L'Italia ha avuto un modesto impero coloniale - modesto ovviamente per estensione territoriale rispetto ad altri - formato da Albania, Etiopia e Somalia, paesi da cui proviene la maggior parte di nuovi italiani. L'idea del contrappasso di natura dantesca, impiegato da Miriam, mi piace molto: è un'ottima metafora per spiegare che molti Paesi hanno dovuto, per il loro passato coloniale, accogliere - senza essere preparati a questo - tantissimi immigrati provenienti dalle ex-colonie. La pena, però, è stata inflitta non tanto ai paesi accoglienti ma sempre a quelli migranti, che hanno dovuto lottare per farsi accettare e per far riconoscere i propri diritti. l'accoglienza di cittadini non autoctoni rappresenta una risorsa in qualunque nazione accada; non a caso la potenza americana è sorta grazie al fenomeno del multiculturalismo, seppure mitigato e represso dalla cultura del melting pot.
Io credo che gli immigrati potranno dare un'importante spinta al nostro Paese per la crescita economica e anche morale: la convivenza tra gli italiani e gli autoctoni è un'opportunità da cogliere immediatamente. Gli immigrati non solo, con il loro lavoro, producono reddito, ma danno anche un contributo a livello demografico: l'Italia è a crescita zero non solo per quanto riguarda l'economia, ma anche da un punto di vista demografico. Se non ci fossero stati gli immigrati, il nostro Paese sarebbe entrato in forte flessione demografica.
Siamo in un paese avanzato da un punto di vista economico, ma arretrato e sottosviluppato sotto altri punti di vista. La maggior parte della gente non capisce e comprende le risorse che all'Italia l'immigrazione porterà.
Spero che i migranti saranno presto sostenuti con aiuti sia di natura economico e morale: la crescita del nostro Paese parte e riparte anche e soprattutto da loro. Ma per sbloccare i fondi, sarà opportuno combattere le metastasi che il cancro della corruzione e dell'evasione fiscale hanno portato al nostro Paese.
Marco Di Caprio.
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