Questo web che ci assale ogni giorno come un oceano troppo
fluido è l’Enigma.
Propongo un quesito logico-matematico da risolvere con la
massima serietà (prego i lettori di aiutarmi senza pensare a leziosità):
-
A. Dal web passa la proposta Rodotà. Sono solo
4.000 voti. Arriva un uragano e sollevazione popolare all’unisono ma dietro ciò
si nascondono solo questi voti. Allora la quantità di voti è inversamente
proporzionale al rumore?
-
B. Dal web (e dalle strade) passa l’insofferenza
Berlusconi. E’ ancora il 30% dell’elettorato che lo vota. MA tutti tacciono. Nessuno
lo sopporta. Vignette, ironie, satire, doppi sensi e inasprimento dei toni
verso il PDL[1]. Allora di
nuovo stiamo all’inversamente proporzionale?
Sono giorni che penso e trovo la soluzione nel titolo del
nostro blog che sembra suonare come un rimprovero o una visione pessimistica.
In realtà anche Proust scrisse “À la
recherche du temps perdu” (Alla ricerca del tempo perduto[2]): noi
siamo una generazione che è stata dissolta nel vento da qualcuno che ci ha
preceduto. È indubbio che siamo vivendo una frizione forte come quando metti la
seconda e vai a 90 km/h: le nuove generazioni vivono peggio rispetto alle
generazioni dei nostri padri e dei 30/40enni che hanno beneficiato di un
livello molto alto e molto confortevole di vita. Non pensando alla nostra
generazione: una generazione che urla e si ritrova, che non è perduta perché ha
bisogno di ritrovarsi nell’umanità e nell’unione per poter ricominciare a
sperare. Siamo sconfortati dai dati economici-finanziari, dalle false promesse:
siamo la generazione allevata a pane e Televisione e che alla fine ha rifiutato
categoricamente il modello proposto dalla tv incarnato dal signor Silvio. E da
buon show man quale è sempre stato, conduce ora una nuova campagna elettorale
degna dei migliori autori di programmi televisivi: se lo scontro con Prodi in
tv attraverso le tribune politiche appariva come un grande ring in cui i
combattenti riprendevano a colpi di parole strategie gladiatoriche d’attacco e difesa
, ora siamo invece al thriller macabro che simula la ghigliottina francese: una
grande pistola puntata contro il Governo Letta in cui la pallottola è targata
IMU. Ulteriore prova che lo show man conduce di nuovo un programma televisivo
elettorale in cui noi pubblico, da tifosi quali eravamo diventiamo spettatori
nella piazza davanti all’esecuzione capitale. Ammirazione per codesto genio
politico, purtroppo. Perché riprende punti, riacquista credibilità, risorge e è
di nuovo sulle copertine patinate e non. Ma perché? Eccola lì la frizione,
eccola lì la generazione. La nostra generazione non c’entra granché: noi non
abbiamo nulla da perdere, non abbiamo una prima casa e sogniamo solo un futuro
e un lavoro, ammortizzatori sociali per la nostra futura famiglia, sanità e
istruzione, strade nuove e senza groviere di asfalto. Non abbiamo soldi sotto
il mattone e cerchiamo solo il contratto IN un tempo indeterminato per poter
cominciare da qualche parte, con qualche speranza. Ma allora chi vede in Silvio
la salvezza? Chi è stato prima di noi, chi non ha saputo gestire il benessere,
la produzione, la legalità, la burocrazia (non si facciano assiologie, non sono
qui per questo, solo una visione storicistica). Ed ecco che la nostra Generazione,
quella ritrovata nel tempo perduto dai precedenti, è quella che si ritrova: ha
l’illusione che il vintage va di moda (e non è riuso di coloro che ci hanno
preceduto), che con il riciclo si possono fare cose homemade molto più alla
moda che gli oggetti appena laccati in fabbrica, che la bici vale più che un
BMW. Che dire? Quale è la Generazione perduta carissimi? Io ho speranza in
questa Generazione, nella mia generazione, con sogni su carta riciclata e a
volte accartocciata ma che dobbiamo avere il coraggio di riprendere dal cestino
per far unire tutti i pezzi in grande collage collettivo. Di uscire e cominciare
dalla nostra risorsa umana, l’umanità che gli altri hanno smarrito in una
giacca e cravatta che stringe il nodo sempre più.
Miriam Di Carlo.
Silvio Berlusconi in 3 generazioni a confronto. La prima è quella che incarna il giovane che c'era prima di noi. Grottesca trasformazione non ecosostenibile, il botox è una tossina cancerogena. Purtroppo ha vissuto una giovinezza di calvizie e una vecchiaia di foltezza.
[1] Tra al’altro
riporto questa considerazione degna di nota e pregio rilevata dal web: scoprire
chi ha votato Berlusconi è come tentare di capire chi ha scureggiato in
ascensore.
[2] Chi ne
fosse interessato c’è un’ottima edizione uscita presso la Einaudi Editore con
traduzione di Natalia Ginzburg.
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