Mettiamo in chiaro una cosa: gli F35 sono strumenti di
guerra, punto. Al contrario di quello che asserisce quel genio incompreso di
Boccia non vanno bene per spegnere incendi, per salvare vite umane, non sono
elicotteri e non verranno usati per la parata del 2 giugno, il loro utilizzo è
strettamente collegato ad attività militari in territorio straniero (speriamo).
E al parlamentare PD, scopertosi esperto di tecnologia militare, oggi tenta di
venire in soccorso il Tg1, con un servizio... beh da Tg1. Un servizio dove si
enunciano le innumerevoli innovazioni tecnologiche di questi velivoli, dove si
dice chiaramente che non hanno alcun problema strutturale e di portanza, dove
si intervistano addirittura sedicenti piloti americani impegnati a tesserne le
lodi.. piloti che per quanto mi riguarda potevano essere anche comparse
assoldate per questa pagliacciata, tanto è grottesca la cosa in un periodo di
crisi così nero, tanto è inutile e fuori luogo (proprio nei giorni in cui si
vota la mozione SEL-M5S a riguardo) il servizio del suddetto TG. Ovviamente si
fà riferimento anche agli ambiti occupazionali che l'acquisto dei caccia
porterebbe, paventando cifre da capogiro e un paio di lustri di manutenzione
programmata. Ora, a meno che i vertici della RAI non considerino gli italiani
una massa di idioti, è chiaro anche che tutta la manutenzione di cui gli aerei
abbisognano avrà dei costi astronomici che vanno ad aggiungersi a quelli
altrettanto cosmici per acquistarli. Parliamo in soldoni di decine di miliardi
di euro che da qui a vent'anni potrebbero essere investiti per cambiarlo
davvero il paese. Ma il punto è proprio l'occupazione e il presunto danno che
la rinuncia agli F35 arrecherebbe al sistema economico italiano, peraltro già
molto malandato anche a causa dell'impatto devastante (in termini di costi ed
inutilità) delle missioni all'estero. La questione è a monte, almeno mezzo
paese vuole che i giovani e i non giovani lavorino in ambiti che rispecchino
l'essere del paese, dell'eccellenza tecnologica e scientifica, del Made in
Italy (che oggi investitori molto lungimiranti vanno a produrre in Cina),
dell'agricoltura, della salvaguardia del patrimonio naturale, archeologico e
culturale, della sostenibilità ambientale e, soprattutto, del rispetto della
costituzione. Eh sì, perché all'articolo 11 c'è sempre scritta quella cosetta
riguardo la guerra e le controversie internazionali. Con questo principio,
quello del lavoro a tutti i costi\facile da tramutare in consenso elettorale,
ci siamo beccati, noi e soprattutto le generazioni che verranno, i vari
Eternit, Porto Marghera, Petrolchimici vari (Gela in primis), Sarroch, ILVA,
centrali nucleari che per un migliaio di anni c'hanno messo sul
"groppone" scorie da gestire e via dicendo. Tutte cose delle quali è
meglio non leggere per non rovinarsi giornate e\o settimane intere, tutte cose
ormai diventate mostri mangia-vite umane (sia che si parli di salute che di
lavoro tanto il risultato spesso è analogo), realtà e situazioni ingestibili
delle quali nessuno riuscirà a venire a capo, questioni che hanno mietuto
intere classi dirigenti senza lasciar intravedere luce alcuna. Quindi, prima di
sbandierare l'utilità di cose che una utilità non ce l'hanno nemmeno a cercarla
col lanternino, sarebbe bene che il caro Boccia e tutti quelli a lui allineati
(e di questi tempi la lista è lunga e dolorosa) rivolgessero lo sguardo
all'Italia, ai patrimoni da salvare e ai giovani laureati con le carte in
regola per salvarli che oggi invece stanno nei Call-center, ai territori in
dissesto idrogeologico e alle migliaia di ingegneri costretti ad emigrare per
trovare una occupazione degna, agli ospedali diroccati da trasformare in centri
sanitari e di ricerca all'avanguardia e ai tanti giovani ricercatori in fuga (o
"cervelli", come più vi piace)... Forse allora una destinazioni più
consona a tutti questi miliardi la si troverebbe...
Mauro Presciutti
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