Il fatto è questo. Che la realtà si rispecchia nella
comunicazione.
Un esempio: non esisteva il frigorifero. E’ stato inventato.
E’ nata la parola “frigorifero” che poi la frequenza con cui si usa, la fretta
della situazione quotidiana ha abbreviato più comodamente in “frigo”.
Ora anche per quanto riguarda dei sentimenti e condizioni
astratte nuove, neonate nella società, nascono neologismi per indicare tale
tendenza o sentimento. E’ il caso di stereotipi nuovi come radical chic, hipster, emo, writers e chi più ne ha più ne metta.
Ora vorrei analizzare, servendomi del dizionario dei
linguisti G. Adamo e V. Della Valle (“2006
parole nuove, un dizionario di neologismi dai giornali”), il Novelli-Urbani
(“Dizionario della II Repubblica”) e
un saggio molto approfondito di Caffarelli in “Lessicografia e onomastica” dal titolo “Googlizzare i cognomi nella lingua di internet”, la proliferazione
di neologismi a partire dal cognome di personaggi importanti: questa tipologia
di neologismo si chiama deonomastico ed è di formazione molto semplice. Basti
pensare ad gramsciano, andreottiano,
craxiano. Come si vede sono tutte personalità che hanno segnato la storia
della Repubblica Italiana, personalità di spicco.
La personalità più importanti e incisive quindi, hanno avuto
l’onore di vantare un neologismo, deonomastico che riprendesse il proprio
cognome: di solito si tratta di un aggettivo come i casi precedenti. Ma a
proposito di Silvio Berlusconi non ci si può limitare al semplice aggettivo con
suffisso –ano/a ma constatare una proliferazione
enorme di composti e di derivati. Talmente tanto enorme che reca imbarazzo se
non a volte ribrezzo.
Cominciamo con il Novelli-Urbani che si riferisce al periodo
antecedente al 1997 essendo il dizionario stato pubblicato prima di suddetto
anno. Abbiamo:
- - Berluschino
- - Berlusclonare
- - Berlusconata
- - Berluscones
- - Berlusconia
- - Berlusconi boys
- - Berlusconide
- - Berlusconi pensiero
- - Berlusconismo
- - Berlusconista
- - Berlusconizzarsi
- - Berlusconizzato
- - Berlusconizzazione.
Di tutti questi neologismi, nati per la maggior parte dalla
mano di giornalisti si può ben vedere che molti sono occasionalismi destinati
poi all’estinzione, ma anche molte parole che sono rimaste nostro patrimonio e
poi introdotte nel lessico quotidiano: il caso più eclatante riguarda berlusconismo.
Adamo-Della Valle anche riporta una serie di neologismi
molto interessanti. Il dizionario prende in esame un periodo più recente, fino
al 2006, anno in cui vinse il centrosinistra di Prodi contro il centrodestra di
Berlusconi. Era il periodo della lotta individuale tra Prodi e Berlusconi,
delle tribune politiche trasmesse 24 ore su 24 in tv e della mitizzazione dei
due nemici giurati. Quindi abbiamo:
- - Berluschese (lingua usata da Silvio)
- - Berluschista
- - Berlusconardo
- - Berlusconeide
- - Berlusconi Boy
- - Berlusconite
- - Berlusconizzante
- - Berlusconizzare
- - Berlusconizzarsi
- - Berlusconizzato
- - Berlusconizzazione
- - Imberlusconirsi
- - Postberlusconiano
- - Neoberlusconiano
- - Contrberlusconizzare
- - Deberlusconizzato
E
che dire invece dei deonomastici derivati da Prodi? Abbiamo il debole “prodismo” che non sappiamo nemmeno più
cosa designi realmente, “prodizzazione” “sprodizzare”:
il significato sta proprio in questa differenza. Il centrosinistra vinse le
elezioni per un pugno di voti in più ma vinse e vinse grazie alla figura di
Romano Prodi: quindi avremmo dovuto inneggiare a tale personaggio, formare una
sequela di còni e neoformazioni che attestassero la sua forza in campo… colui
che aveva vinto le elezioni. No, la debolezza del centrosinistra si vede anche
a livello linguistico: nessuna personalità fu mai tanto forte e potente, non è
riuscita mai a sollevare le sorti della sinistra e ad imporla tanto da creare
un alone di intangibilità aulica intorno a sé. E dico menomale perché ben si sa
che ogni forma di democrazia, per il prevalere di una sola identità carismatica
e che catalizza su di sé potere, fascino e onnipotenza, prevede la degenerazione
naturale in tirannide. O in santità e martirio.
Arriviamo
a Caffarelli e il suo saggio sul “Googlizzare
i nomi in intenet”. Lo studioso afferma a proposito di Berlusconi “l’esposizione mediatica e gli aspetti
politici, sociali, etici ed economici connessi con la figura dell’imprenditore
(…), e alle sue molteplici attività, (…), ad apprezzamenti di diversa qualità e
natura” hanno prodotto una grandissima quantità di neologismi basati sul
cognome del politico. Caffarelli ne rileva una quantità enorme, data anche dall’ampiezza
di trasmissione e facilità di scrittura peculiare di internet. Ne faccio solo
alcuni esempi: si va da aggettivi come berluscabile
e berluscaioli o imberlusconito,
a sostantivi come berluscaggine e berluscanesimo, verbi come berluschizzare, deberlusconizzare e sberlusconare, avverbi come berluscamente e berlusconiamente, prefissati come preberlusconisno, suffissati come silvioberlusconismo, confissati berlusconifobia,
berlusconopoli, composti come berlusconipensiero,
nazionalberlusconiano, parole macedonia come berluscandalo, berlusconsumista, Berluscraxi, calembour come bar Lusconi, Belluscone, Berlusc One,
Paperon de’ Berlusconi, giustapposizioni come ciclo Berlusconi, virus Berlusconi.
Conclusione:
Giustizia
si spera venga fatta, ma non si pensi minimamente che un personaggio del genere
se ne vada dalla mente degli italiani solo grazie alla Giustizia. Una
personalità sfuma nella storia fino a lasciare un ricordo vago solo a patto di
una sconfitta politica: i casi sono molti che si perdono nella notte dei tempi.
Ma un’identità politica del genere ormai è talmente tanto radicata nella nostra
mentalità, nella nostra società da essere divenuta un background generale: si è
infiltrata come acqua mefitica nel nostro terreno troppo argilloso e mai lo
abbandonerà finché l’acqua non evaporerà totalmente ovvero fino a che tutte le particelle
di H2O saranno scomparse totalmente ed evaporate con lui(quella più ostinata sarà
la particella-Santanchè ma anche la Micky Biancofiore). E anche lì avrei i miei
dubbi, perché il monumento alla persona ormai è stato effettuato e mai
abbandonerà i nostalgici che tanto hanno sperato in lui, che tanto lo hanno
amato e che tanto faranno ancora uso di una retorica becera di serie Z.
Ma
che dire invece dell’ ”antiberlusconismo”?
Anche dall’altra parte non si è pensato di fondare una politica su un
sentimento nuovo che si svincolasse da Silvio. No, si è prelevato pari pari il
suo cognome e si è fatta bandiera, rafforzando il suo mito e stigmatizzazione.
Perché ben si sa, tanti nemici, tanto onore e “beati i perseguitati per causa
di Silvio” perché di essi è il regno di Arcore e delle Olgettine. Allora rassegnamoci,
dopo questo godimento iniziale dato dalle notizie ultime, che la nostra Italia vedrà
tra le icone da bancarella il Colosseo, il papa, il nasone di Dante ma anche Mussolini
e ovviamente lui, Silvio che fa le corna e sbeffeggia tutti quanti noi: c’è
modo e modo per rimanere immortali.
Miriam
Di Carlo
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