martedì 21 febbraio 2012

IL CARNEVALE DELL'ARTE.

Ci si chiede sempre spesso perché i critici parlino bene di artisti che hanno venduto poco o nulla, mentre svalutano fortemente artisti che hanno venduto parecchio. I critici di musica rock non si sognerebbero mai di svalutare i Led Zeppelin o Pink Floyd, ma se parlano male dei Queen per la loro incompetenza tecnica direi che hanno fin troppo ragione. Celeberrimi artisti come Frank Zappa e i Doors sono da elogiare altrettanto come i poco conosciuti Roxal Trux, Foetus, Faust e Klaus Schulze. 

Non conta quanto gli artisti hanno venduto ma quanto sono stati in grado di creare opere innovative, in grado di trasmettere ciò che le altre non hanno trasmesso. Il successo di artisti di dubbio valore come Michael Jackson è dovuto più a pratiche commerciali, a motivi extra-musicali e pubblicitari che non per meriti intrinseci delle loro opere. Jackson ha venduto la sua musica come panini perché il suo modo di ballare e di muoversi sul palco mandava in visibilio i suoi fan. Il suo spettacolo da cabaret inebriava milioni di persone. Ma la sua qualità della sua musica che cosa c'entra in questo discorso? 

Jacko è stato un fenomeno da baraccone, che grazie alla sua capacità di intrattenere il pubblico ha venduto i suoi dischi; ma la sua musica nell'ambito pop non è né straordinaria, né innovativa. La sua fama con il tempo sarà destinata a calare, sicché tra duecento anni non si parlerà così tanto di Jackson come si parlerà di veri musicisti come i Pink Floyd o i Velvet Underground. I Velvet, quando hanno pubblicato il loro album di debutto, hanno venduto pochissime copie e sono rimasti in classifica solo due settimane. Il loro capolavoro fu un flop per i temi scabrosi e per la musica troppo innovativa. Il loro album, in anticipo sui tempi, racchiudeva tutti i generi della musica rock che si sarebbero sviluppati nei trenta anni a venire. Il loro album era così in anticipo sui tempi che ancora oggi un ascoltatore medio, non specialista, difficilmente può apprezzare il loro virtuosismo. I Velvet Underground furono riscoperti in seguito al successo della carriera solista di Lou Reed. E la loro fama è cresciuta sempre di più con gli anni, e sarà sicuramente consegnata all'immortalità. 

Beethoven, alla sua epoca, non fu di certo l'artista più popolare: le sue sinfonie e le sue composizioni, in anticipo sui tempi, furono anche boicottate da alcune corti in Europa. Alla pubblicazione della Nona Sinfonia e dopo la morte del compositore cominciò a cristallizzarsi la sua fama di immortale. Beethoven era considerato un genio anche in vita ovviamente, ma solo dagli intenditori e dai musicisti. Così come oggi gli intenditori, gli appassionati e gli studiosi sanno che la storia del rock difficilmente vedrà nuovi artisti di spessore come Velvet Underground, Pink Floyd e Frank Zappa. 


Ma oggi è difficile selezionare ciò che vale davvero perché molti prodotti, pubblicizzati ed etichettati come di grande qualità, hanno invece dubbio valore. Molti artisti come Queen e Bowie sono stati definiti dai mass media come migliori per motivi pubblicitari. Grandi campagne pubblicitarie hanno gettato il fumo negli occhi. Anche nell'ambito cinematografico la pubblicità ha reso capolavori di primo piano nella storia del cinema Avatar, Titanic e Il Signore degli Anelli. Questi, spesso premiati non solo al botteghino ma anche ai premi Oscar, non sono tra i primi film promossi dagli storici del cinema. Avatar e Titanic di Cameron non valgono neanche un solo film di Kubrick o di Tarantino. E che Kubrick non ha mai vinto l'Oscar non ci può importare più di tanto. 

In ambito di musica rock, gli AC/DC sono spesso stati sbeffeggiati dalla rivista Rolling Stone. Meglio così: è meglio che siano elogiati da esperti che conoscono davvero la musica piuttosto che da una rivista di gossip e costume, che finge di essere di esperti di musica come quella. Che Celentano e Battisti vendano milioni di dischi, che Erri De Luca e Fabio Volo vendano milioni di libri non ci può importare di meno. Possono piacere a chiunque, ma l'importante è che non si confonda il piacere di fruire con la qualità musicale o letteraria. 

Non importa che Paulo Coelho o Nicholas Sparks vendano cento libri come quello di debutto, che la Rowling abbia fatto tutto quel successo planetario. Costoro hanno venduto per una serie di circostanze fortunose, per motivi commerciali. Non mi pare che nessuno di loro abbia scritto Waiting for Godot o Ulysses. Il marketing getta fumo negli occhi, detronizza ciò che vale e non vende, poi incorona spesso ciò che non vale, con parole enfatiche in cui la verità è solo mera illusione. Come il carnevale, che detronizza l'alto e mette ben in rilievo gli aspetti puramente corporali e bassi della vita per far ridere. Ma Carnevale dura solo un giorno, e l'eternità rimane a chi merita.

Marco Di Caprio.

Nessun commento:

Posta un commento