lunedì 5 marzo 2012

IL MIRAGGIO DELLA DEMOCRAZIA.

Ancora una volta Putin diventa presidente di Russia, per la terza volta. Il suo consenso raggiunge oltre il 60 %, mentre il suo rivale principale, del partito comunista, si attesta solo al 23 %. E' ovvio che la Russia non è assolutamente un paese democratico, in cui si tengono libere elezioni. Le protesta contro i presunti brogli divampano in tutta la capitale e tanti sono stati gli arresti. Mi meraviglio che Putin abbia preso solo il 60 %. Nella Bulgaria della Guerra Fredda i vincitori ottenevano oltre l'80%. 


E' ovvio che lo "zar" Vladimir non è soprannominato così a caso. Ormai è il monarca assoluto di un Paese, la cui transizione verso la democrazia probabilmente è cominciata e finita con Gorbaciov. Putin ha in mano in potere dal 1999, quando è diventato primo ministro. Nel 2000 è stato eletto presidente; ha lasciato il ruolo di Capo dello Stato solo dal 2008 ad oggi al delfino Medvedev, che però è sempre stato in ombra rispetto a lui. Gli anni in cui Putin non è stato alla presidenza hanno visto comunque una gestione della cosa pubblica da parte sua. 


La Russia, nonostante gli incontri con Obama, rimane una potenza militare oscura, che in ambito internazionale continua ancora a difendere i nemici degli Stati Uniti. Mosca non ha mai condiviso la guerra in Libia, la linea politica dura sostenuta da Washington contro l'Iran e contro la Corea del Nord. In qualunque affare di politica internazionale le posizioni di Stati Uniti e Russia tendono a divergere. E in questo frangente è importante ricordarsi del conflitto in Ossezia (2008), regione filorussa della Georgia rivendicata da Mosca. Quando i russi hanno invaso la regione in questione, gli americani hanno raggiunto Tbilisi e difeso il governo georgiano di Saakashvili, che Putin avrebbe voluto rovesciare. 


Una nuova guerra fredda tra le due superpotenze? No, ma le divergenze di interessi sono ancora tante. Gli stessi Stati Uniti non hanno fatto niente per allentare la tensione, anzi hanno permesso l'ingresso nella NATO e nell'Unione Europea delle nazioni baltiche, per poter installare basi americane nei loro territori, proprio in prossimità del territorio russo. Bush aveva addirittura progettato uno scudo spaziale da utilizzare contro Mosca, che non sarebbe stata disposta a farsi spiare dentro casa. 


I rapporti tra Stati Uniti e Russia non sono di certo ottimi. L'allontanamento delle due nazioni è palese, quando penso ai tanti arresti che a Mosca sono stati effettuati per placare le proteste contro i brogli elettorali. Il dialogo tra la Casa Bianca e il Cremlino sembra impossibile nel momento in cui vediamo l'ennesimo trionfo poco chiaro di Putin. In Russia la democrazia è solo un miraggio.  


Marco Di Caprio.

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