giovedì 18 aprile 2013

Il suicidio assistito.

Bersani ha raggiunto ieri l'accordo con il Pdl e Sc per la candidatura alla Presidenza della Repubblica di Franco Marini. Vendola ha annunciato di essere molto deluso di questa scelta e Renzi ha aggiunto che non lo voterà mai. Non darei torto a chi si sente deluso dalla politica del segretario, più volte disposto a dialogare con i 5 Stelle per il governo del cambiamento. 

Non credo che un accordo con il Pdl fosse necessario: il centro-sinistra ha la possibilità di votare, dopo il quarto scrutinio, il proprio candidato o di condividerlo con il MoVimento di Beppe Grillo, che, nonostante le tante pecche di sistema, è più vicino,da un punto di vista ideologico, agli elettori del Pd di quanto non lo sia il Pdl. 

Questa intesa con il Caimano è un bacio della morte, un suicidio assistito. Non credo che Marini sarà eletto presidente durante i primi tre scrutini, per i quali il quorum richiesto è 672. Se è vero che Pd, Pdl e Sc hanno circa 785 grandi elettori a disposizione, da questi vanno tolti cinquanta renziani e  altrettanti Giovani turchi del Pd. Con questi voti in meno le preferenze per Marini scenderebbero a quota 685: basterebbero altri quindici no a Marini per far saltare l'intesa. 

E' grave che Bersani non converga sulla candidatura di Rodotà. Il rifiuto della proposta fatta dei 5 Stelle significa chiudere la porta ad ogni futura trattativa con loro sul governo del cambiamento. La Grosse Koalition tra Pd e Pdl potrebbe essere l'unica soluzione per Bersani di formare un nuovo governo. Ma è ovvio che questa alleanza porterebbe un calo vertiginoso di consensi per i democratici - azzardo addirittura il crollo di dieci punti in un solo giorno

Se Bersani vuole riacquistare prestigio, dovrà cambiare strategia in itinere. Qualora non dovesse riuscire a portare Marini al Quirinale dopo i primi tre scrutini con maggioranza qualificata, deve convergere su Rodotà, o tirare fuori dal cilindro il nome di Prodi. Non vedo altra soluzione per dare di nuovo unità al partito e per provare a fare un governo del cambiamento. 

Se il Pd sceglierà il presidente della Repubblica con l'ausilio del Pdl, troverà solo l'ex-premier pronto ad appoggiare un suo futuro governo. Questo scenario porterebbe in alto il Cavaliere nei sondaggi e in basso il Pd in vista di una possibile, e quantomai vicina, tornata elettorale. 

Ancora non riesco a capire come Bersani possa tentare di accordarsi con un uomo che un anno e mezzo fa ci stava portando nel baratro, con lo spread ad oltre 500 ed i tassi d'interesse sui titoli di Stato ad oltre 6 %. Un uomo che stava portando in bancarotta l'intero sistema economico e finanziario del Paese. Una persona con cui non sarebbe lecito neanche prendere un caffè. Bersani ha deciso di convergere con lui sul nome del candidato, ma credo che con lui potrà convergere solo sulla fine del Partito democratico.  Il masochismo del Pd non avrebbe eguali in questo suicidio assistito.        

Marco Di Caprio.

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