giovedì 23 maggio 2013

L'ITALIA, PARCO GIOCHI DEL JOKER.

Quello lì sì o Quello-lì no? Non è ancora finita l'epoca di un Paese spaccato in due sulla figura del Joker di hARdCORE. Il Mov 5Stelle vuole proporre nella giunta per le elezioni in Senato un ddl che lo renda ineleggibile. Ma già Epifani chiude la partita: per me non è ineleggibile. 

Eppure non ci voleva così a tanto a capire la posizione del Pd sulla figura di Quello lì, se i democratici hanno accettato di formare un governo con lui. Il sistema politico italiano è talmente corrotto che i pochi anti-berlusconiani sono messi quasi ai margini della vita politica. 

Mentre in Austria e in Belgio, sono stati formati governi di grande coalizione per ostacolare partiti di estrema destra, in questo Paese il governo di coalizione si contrappone agli anti-berlusconiani. 

Io sono ben favorevole all'ineleggibilità di Quello-lì, ma tuttavia capisco anche le ragioni di chi vuole evitare un provvedimento di questa sorta contro di lui. L'ex premier, fin quando avrà a disposizione potere mediatico, potrà sfruttarlo a suo vantaggio. Nel caso fosse dichiarato ineleggibile, potrà facilmente convincere molti italiani in merito alla teoria del complotto contro di lui. 

Il ventennio berlusconiano è stato negativo non solo perché abbiamo visto l'indagato fare leggi per evitare i processi a suo carico. Ma anche perché nella politica è nato un reazionismo nei suoi confronti, che non è riuscita a farlo fuori. Questa fazione giustizialista, prima capeggiata da Di Pietro e ora dai 5Stelle, ha giustamente tentato di farlo fuori, spiegando alla popolazione che il Cavaliere merita di essere condannato per le sue malefatte, così come avviene in qualunque altro Paese. Niente di più giusto. 

Ma in un Paese come l'Italia, in cui buona parte della popolazione non è interessata al tema della corruzione e dell'evasione fiscale, come fare a battere Quello lì? Semplice. Di Pietro prima e ora il Movimento 5 Stelle sono stati protagonisti di un errore strategico: hanno orientato la lotta contro di lui come una lotta contro un individuo solitario. 

Non hanno spiegato nella maniera adeguata i disastri di natura economica che ha portato il decennio di Governo del Cavaliere, dal 2001 al 2011 (da cui è da espungere solo il biennio del centro-sinistra di Prodi tra 2006 e 2007). Molti di questi giustizialisti non hanno capito che l'unico modo per far fuori Quello-lì è sottolineare la sua incompetenza come presidente del Consiglio e i suoi fallimenti politici. 

Quello lì ora rischia una condanna in Cassazione, che potrebbe metterlo  in disparte. Eppure non sarà neanche un'eventuale sentenza a fermare il suo operato in politica: i suoi oppositori politici dovranno insistere sulla sua incompetenza di leader e fare di tutto, per quanto è possibile, anche tramite internet, per aprire e allargare il dibattito intorno ai disastri di natura economica che lui ha portato al nostro Paese. 

Per il resto, non credo che il Pd potrà fare nulla contro il Cavaliere, dal momento che governa con lui, o meglio fa governare lui. E' colpa di Quello-lì se il Governo Letta non darà una legge elettorale adeguata a questo paese e manterrà il Porcellum, seppur lievemente modificato.  

Il Pd si è lamentato dell'intenzione del Presidente del  Consiglio di ascoltare il Pdl in merito alla riforma elettorale. D'altronde Letta (Enrico) sembra più interessato ad ascoltare le opinioni di suo zio Gianni che non la base del suo partito. Per quanto riguarda la ritrovata compattezza del Pd contro la scelta dell'esecutivo in merito alla riforma elettorale, non ho molte parole da spendere. Il Pd si è meritato tutto questo. Quanto mai opportuno un detto popolare: chi è causa del suo mal pianga se stesso.

Marco Di Caprio.

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