Il giorno in cui apprendo del grande successo in Francia del
Movimento Nazionale, comincio a capire quanto l’Europa, soffocata dall’economia
mondiale stia diventando, nelle varie manifestazioni nazionali, xenofoba,
esterofoba, violenta verbalmente e fisicamente. Hollande è preoccupato. Ma caro
Hollande, che dovrebbe dire l’Italia?
Infatti proprio oggi esce un nuovo post di Grillo dal titolo
“Reato di clandestinità”[1]. Tutti
si meravigliano, tutti esprimono il proprio diniego. Ma da un Movimento che
faceva l’occhiolino a Casa Pound, quale proposta alternativa si poteva avere?
Una precisazione: da notare, con grande gioia che l’opinione dei due capoccia non corrisponde con quello
degli onorevoli e senatori a 5 stelle, i quali hanno dimostrato di essere
coerenti con i principi umanitari di cui credevano essere portavoce. Eh, no.
Non ci siamo. Grillo lo ha ribadito più volte nei suoi comizi: Beppe ha
mostrato la volontà di chiusura dell’Italia, su diversi fronti. Vediamoli:
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Prima cosa la chiusura dell’Italia verso l’Europa
(politica anti-outcoming). La paura di essere schiacciati dalla Germania, ha
indotto Grillo, secondo un’analisi semplicistica e con ottica prettamente
europeistica ma anche senza un minimo di visionarietà sul futuro, a proporre
una chiusura all’euro entrando di nuovo alla Lira. In un primo momento devo
essere sincera che mi sono quasi persuasa di questa soluzione, perché leggendo
articoli di alcuni economisti avevo notato quanto l’Italia guadagnasse da
questa scelta. Ma il problema è un altro. Ormai l’Italia non è niente se non c’è
l’Europa. E questo non vale solo per l’Italia ma per tutti gli stati dell’Unione
Europea. Guardiamo un attimo un mappamondo. Quanta superficie ha l’Europa?
Quanta crisi sta avvertendo l’Europa? I paesi che stanno dimostrando capacità e
risorse economiche non sono solo Cina e Brasile ma tutti gli altri Paesi in via
di sviluppo, i quali, consapevoli della grande debolezza dell’economia
occidentale stanno entrando in gioco, e velocemente. Ora, con questi colossi
che si affacciano e crescono sempre di più (e noi contribuiamo ad alimentarli poiché
i prodotti cinesi sono molto più economici di quelli italiani), che opportunità
ha l’Italia senza l’Europa. Se qualcuno di buona volontà riesce a spiegarmelo
ne sarei felice. L’Italia, da sola con il settore moda e la gastronomia? Un
settore automobilistico che investe all’estero, l’Alitalia che non esiste, gli
altri campi industriali fagocitati, e scusate…ah, sì. Il famoso artigianato italiano.
Ma dove andiamo? Se non uniamo le forze di tutti gli stati europei, finirà che
l’Europa sarà il grande relitto del Mondo, messo sotto vetrina solo per andare
a vedere il passato di una civiltà antica. E da questa osservazione si può
capire che, a mio avviso, anche in un futuro, la vera forza dell’Europa e dell’Italia
in particolar modo è il Turismo. Come ha acutamente osservato Diego Della Valle[2] (uno dei
pochi imprenditori italiani che sappiano il loro mestiere applicando un’ottica
trasversale) bisogna ripartire dal turismo per rilanciare l’Italia in Europa, e
l’Europa nel mondo. Se poi ci chiudiamo, ecco che diventeremo automaticamente
la Calabria dell’Europa. E il rudere antico
del Mondo.
-
Seconda chiusura dell’Italia verso l’immigrazione
(politica anti-incoming). La paura economica cavalcata da Grillo nella
precedente affermazione, ritorna anche nel post di oggi nella denuncia all’abolizione
del reato di clandestinità. Una domanda che mi sono sempre fatta ascoltando
Grillo e la Lega: si può fare politica usando le paure dell’uomo?[3] Grillo appare
convincente a tutta quella popolazione che non riesce a sostenere
economicamente la propria vita: li chiama personalmente davanti al tribunale
del voto al M5S. Il concetto basato sul perbenismo e cieco egoismo è: gli
extracomunitari lavorano, gli italiani no, perché dobbiamo tenere questi a casa
nostra, perché dobbiamo accogliere persone che ci tolgono quello che è nostro?
Caro Grillo, il diritto umano è solo tuo? Caro Grillo, la terra è solo tua?
Caro Grillo non fai parte di un’umanità o non ti riconosci nell’uguaglianza dei
popoli? Caro Grillo non pensi che tu sei stato molto fortunato e furbo ad avere
tutti gli agi che hai e che invece ci sono persone che vivono in paesi
terribili in cui non hanno mai vissuto pace politica o pace economica? Caro
Grillo, sei investito dall’alto per decidere chi deve vivere e chi no? Cosa
cambia dal “farsi i fatti propri” del berlusconismo? Che Berlusconi lo faceva
semplicemente con la sua villa e che ora tutta l’Italia lo fa con gli altri
paesi secondo il principio: sto in difficoltà, andate a cagare tutti perché
devo sopravvivere solo io? Un calcio di qua e un calcio di là, via qualche
diritto umano, adottiamo qualche diritto europeo, facciamo un ritaglio di qua,
cerchiamo di progredire così. E invece dietro si nasconde la più grande
involuzione umana, la cecità dello Stato chiuso per paura, l’incapacità di
considerare l’intera umanità nella sua completezza, complessità. Non si tratta
di fare i perbenisti. Si tratta di essere umani, concetto e sentimento che a
vedere dalle manifestazioni di Casa Pound nel quartiere Vittorio Emanuele di
Roma, è stato completamente dimenticato. Una paura intrinseca dell’uomo, quella
di perdere la propria identità e di perdere in generale ha cavalcato la crisi
economica del momento abbinandosi alla paura della mancanza di denaro.
Sono dell’idea che calpestare i diritti fondamentali di un
qualsiasi essere vivente attraverso una legge che renda lecito il danno etico a
causa del problema materiale dell’uomo sia la più grande illusione che possa
portare l’uomo nel buio.
[1] Accanto
potrete comprare anche il nuovo libro di Gianroberto Casaleggio che, dopo l’intervista
concessa a Oggi o Chi (non frequento questi giornali) invia il suo nuovo
messaggio alle nuove generazioni attraverso un’ironica stigmatizzazione della
propria vita. Come se l’ironia possa eludere dall’impressione che ci sia dietro
un intento quasi mitico. Gianroberto, ma prima di questo, chi eri?
[2] Diego
Della Valle ha recentemente sovvenzionato i lavori di restauro del Colosseo.
Ora pensateci…il simbolo nazionale italiano, che ha 2000 anni, ristrutturato.
Bene, che sia uno stimolo di rinascita dell’Italia intera.
[3] Alla fine
persino Berlusconi ha fatto leva sulla speranza. Su una speranza cieca e
illusoria, priva di senso e completamente vuota ma ha puntato su una speranza:
la visibilità glitterata dell’uomo e il condono delle proprie inettitudini
morali.
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