mercoledì 8 maggio 2013

Mitizzare se stessi nella liquidità. Critica letteraria di un blog.


Mitizzare se stessi. Il caso della politica moderna.
Il mito di se stessi. Il mito personale. Sono definizioni che spesso compaiono nei testi di critica letteraria a proposito di alcuni soggetti e personalità letterarie che hanno contribuito a costruire la nostra cultura. Alcuni lo fecero palesemente come D’Annunzio, altri celebrarono se stessi in una forma più umile e pacata al pari di un Pascoli o di un Leopardi. Ma che significa? Significa guardare al proprio passato, interpretando il vissuto remoto o prossimo come un’impresa compiuta da un eroe: se stessi. C’è un fondo di autocommiserazione (per i dolori visti come titani soffocanti), e di autocompiacimento (per le imprese folli viste come coraggi unici e assenti negli altri). Per sapere se si è attuata una mitizzazione di se stessi, basta osservare che alcune frasi e concetti diventano standard nell’uso della personalità in analisi e che a volte vengono assurti a cavalli di battaglia da sfoderare sempre per mantenere vivo il contatto con il destinatario (funzione fatica), il quale si sente rassicurato.
Bene il sito di Beppe Grillo è l’esempio più lampante dell’operazione di mitizzazione di se stessi: tutto, grafica, titoloni, immagini, concetti ma soprattutto veste linguistica mandano ad una visione di se sstessi sempiterna e che cozza con la liquidità della rete. La rete tutto divora e logora ma Grillo sta contribuendo a creare il mito monolitico (al pari di un Menhir o di un faro portuale) di se stesso: punto di riferimento e modello statico.
1)      Veste grafica. Banda superiore, lato destro una foto di Giuseppe che ride bonariamente: autocelebrazione del proprio altruismo e bontà. Peccato che il suo finto-altruismo non abbia portato proprio a un bel niente. Bande laterali: abbiamo qui un esempio lampante della mitizzazione di se stesso. “Tutta la storia di beppegrillo.it in 4 DVD” “4 DVD a soli 9,90[1]”. Per giustificare i proventi derivanti dal blog di Giuseppe, si creano ben 4 DVD[2] che si vendono aumentando i proventi del blog, creando così un circolo vizioso in cui ciò che naviga è sempre lui: il denaro. Infatti il signor Grillo disse una volta in un suo intervento satirico prima del terremoto politico: “Il denaro ora è elettronico. Le banche ci levano il denaro e noi non ce ne rendiamo conto perché è liquido”. Non dico nulla. A buon intenditor poche parole[3].
2)      Veste linguistica e concettuale. Ci sono degli “stilemi”[4] che ricorrono e che rappresentano l’autocompiacimento della propria trovata linguistica. Esempio sono: Pdmenoelle (che è inappropriato visto che PD non reca la L quindi dovrebbe dire PDLmenoelle: logica), Rigor Montis e altre trovate linguistiche-metaforiche del tipo Capitan Findus, Morfeo o altro. Vicino alle trovate linguistiche-metaforiche vi sono dei punti forti concettuali imprescindibili: il giornalismo da abbattere, la corruzione generalizzata a tutto il mondo politico, la scala categoriale dei vari partiti, il giudizio verso un politico. Queste pietre miliari che non si possono abbattere, costituiscono il modello non-liquido all’interno del web. Se una normale testata giornalistica prevede correnti e idee a volte contraddittorie poiché sono molteplici le menti che intervengono (sebbene ci sia un redattore che comunque è innegabile che vagli le varie proposte) qui le menti che vengono analizzate, devono soddisfare i requisiti fondamentali del programma e dei topoi concettuali proposti da Grillo: anche qui vige un controllo redazionale ma che deve fare capo al progetto e scopo del M5S che in fin dei conti è beppegrillo.it. Cosa significa ciò? Che si sta adoperando una mitizzazione del soggetto politico che ha proposto l’analisi imposta a livello generale e universale e cui ci si deve adeguare se si vuole esprimere un’idea (che non diventerà più personale a quel punto) per avere visibilità all’interno del blog. Il mito personale perché? Perché già sta avvenendo che, in un sistema liquido e in continuo divenire come il web, Grillo ha posto pali fondanti che sono punti di riferimento e cui non si può prescindere: in poche parole si è gasato per le visualizzazioni del suo blog, ha alimentato il suo narcisismo, ha fatto delle sue idee generaliste una bandiera e ha trovato il modo, attraverso calembour, giochi di parole facili e di immediata ricezione, associazioni di idee, di riabilitare quella sua parte frustrata di comico che fu ghettizzata in seguito all’ostracismo politico subito in Rai. Si dice che da una grande frustrazione e da una grande insofferenza nasca la voglia di una grande rivincita-vendetta: e così sta avvenendo.
3)      Veste etico-morale. La mitizzazione avviene anche, come avevamo detto attraverso l’autocompiacimento (già analizzato a livello retorico-concettuale) e l’autocommiserazione mista anche a auto frustrazione e vittimismo (al pari del Pd, tra l’altro). L’autocommiserazione passa in quei post in cui gli elettori e il M5S vengono visti come la pecora sbranata dai lupi, in cui l’inesperienza di cui si accusa il cinquestellato viene reinterpretata come debolezza dell’ingenuità fanciullesca da preservare. Il tutto per solleticare un sentimento nel destinatario del MoVimento: la frustrazione mista a rabbia che fa urlare. E’ il sentimento di difesa dei deboli secondo una giustizia superiore che viene incarnata da Grillo. Se il vittimismo tipico del Pd coinvolge solo il partito e gli sbagli dei vari dirigenti che fanno in continuazione mea culpa, il vittimismo del MoV riguarda invece tutti gli elettori (presi in giro a detta di Grillo), e gli esponenti del MoV (gabbati dai grandi politici) ma anche il popolo stesso: quindi non è autoreferenziale ma coinvolge tutti e tutti abbiamo così l’autorizzazione ad indignarci e dire quello che il giustiziere ci propone. Senza una critica equilibrata a riguardo. Ecco come nasce il mito etico e morale.

Infine la contraddizione viene sempre dalla banda superiore che dice: “Spegni la Tv e guarda la Cosa”. Silvio si impose attraverso nuovi modelli mediatici passati dalla Tv per cui il Cavaliere e la sua corte divennero l’ideale da raggiungere. Ora attraverso una Tv On line si propone un modello che corrisponde ai suddetti tre parametri[5].
Miriam Di Carlo



[1] Come nei vari negozi è già una grande presa per il culo: una maglietta a 9.99. Metti 10 euri e falla finita ché dopo me devo pure mette le ramine dentro il portafoglio.
[2] Ne bastava 1 guarda, manco il Signore degli Anelli ha fatto 4 DVD. E almeno lì c’era una storia e qualcosa da seguire.
[3] Tra l’altro se si clicca sulla banda laterale in cui una figura di Grillo versione teenager dimagrita che richiama un giovanilismo da strapazzo attraverso il richiamo della bandiera inglese, si apre una finestra “Grillorama”: tutte le battaglie beppegrillo.it in 5 libri. Sai che palle. E poi perché adesso è diventato beppegrillo.it e non più Beppe Grillo? Si avvera così la profezia di Gianroberto che dice che un giorno avremo soltanto un’identità digitale. Eppure Grillo odiava i computer. Da morire http://www.youtube.com/watch?v=4BCKculMFqM
[4] Anche se è ardito chiamarli tali.
[5] A livello visivo invece la mitizzazione stava cominciando nel momento della “vittoria” post elettorale: occhiali scuri, cappotto, personalità schiva e incline al farsi corteggiare. Questo è il nuovo saggio del web cui attingere: un uomo che sa, irraggiungibile. Poi le batoste successive hanno abbattuto questo nuovo modello.

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