Mitizzare se stessi. Il caso della politica moderna.
Il mito di se stessi. Il mito personale. Sono definizioni
che spesso compaiono nei testi di critica letteraria a proposito di alcuni
soggetti e personalità letterarie che hanno contribuito a costruire la nostra
cultura. Alcuni lo fecero palesemente come D’Annunzio, altri celebrarono se
stessi in una forma più umile e pacata al pari di un Pascoli o di un Leopardi.
Ma che significa? Significa guardare al proprio passato, interpretando il
vissuto remoto o prossimo come un’impresa compiuta da un eroe: se stessi. C’è
un fondo di autocommiserazione (per i dolori visti come titani soffocanti), e
di autocompiacimento (per le imprese folli viste come coraggi unici e assenti
negli altri). Per sapere se si è attuata una mitizzazione di se stessi, basta osservare che alcune
frasi e concetti diventano standard nell’uso della personalità in analisi e che a
volte vengono assurti a cavalli di battaglia da sfoderare sempre per mantenere
vivo il contatto con il destinatario (funzione fatica), il quale si sente
rassicurato.
Bene il sito di Beppe Grillo è l’esempio più lampante dell’operazione
di mitizzazione di se stessi: tutto, grafica, titoloni, immagini, concetti ma
soprattutto veste linguistica mandano ad una visione di se sstessi sempiterna e
che cozza con la liquidità della rete. La rete tutto divora e logora ma Grillo
sta contribuendo a creare il mito monolitico (al pari di un Menhir o di un faro
portuale) di se stesso: punto di riferimento e modello statico.
1)
Veste grafica. Banda superiore, lato destro una
foto di Giuseppe che ride bonariamente: autocelebrazione del proprio altruismo
e bontà. Peccato che il suo finto-altruismo non abbia portato proprio a un bel
niente. Bande laterali: abbiamo qui un esempio lampante della mitizzazione di
se stesso. “Tutta la storia di beppegrillo.it in 4 DVD” “4 DVD a soli 9,90[1]”. Per
giustificare i proventi derivanti dal blog di Giuseppe, si creano ben 4 DVD[2] che si
vendono aumentando i proventi del blog, creando così un circolo vizioso in cui
ciò che naviga è sempre lui: il denaro. Infatti il signor Grillo disse una
volta in un suo intervento satirico prima del terremoto politico: “Il denaro
ora è elettronico. Le banche ci levano il denaro e noi non ce ne rendiamo conto
perché è liquido”. Non dico nulla. A buon intenditor poche parole[3].
2)
Veste linguistica e concettuale. Ci sono degli “stilemi”[4] che
ricorrono e che rappresentano l’autocompiacimento della propria trovata
linguistica. Esempio sono: Pdmenoelle (che è inappropriato visto che PD non
reca la L quindi dovrebbe dire PDLmenoelle: logica), Rigor Montis e altre
trovate linguistiche-metaforiche del tipo Capitan Findus, Morfeo o altro.
Vicino alle trovate linguistiche-metaforiche vi sono dei punti forti
concettuali imprescindibili: il giornalismo da abbattere, la corruzione generalizzata
a tutto il mondo politico, la scala categoriale dei vari partiti, il giudizio
verso un politico. Queste pietre miliari che non si possono abbattere,
costituiscono il modello non-liquido all’interno del web. Se una normale
testata giornalistica prevede correnti e idee a volte contraddittorie poiché sono
molteplici le menti che intervengono (sebbene ci sia un redattore che comunque
è innegabile che vagli le varie proposte) qui le menti che vengono analizzate,
devono soddisfare i requisiti fondamentali del programma e dei topoi concettuali
proposti da Grillo: anche qui vige un controllo redazionale ma che deve fare
capo al progetto e scopo del M5S che in fin dei conti è beppegrillo.it. Cosa
significa ciò? Che si sta adoperando una mitizzazione del soggetto politico che
ha proposto l’analisi imposta a livello generale e universale e cui ci si deve
adeguare se si vuole esprimere un’idea (che non diventerà più personale a quel
punto) per avere visibilità all’interno del blog. Il mito personale perché? Perché
già sta avvenendo che, in un sistema liquido e in continuo divenire come il web,
Grillo ha posto pali fondanti che sono punti di riferimento e cui non si può
prescindere: in poche parole si è gasato per le visualizzazioni del suo blog,
ha alimentato il suo narcisismo, ha fatto delle sue idee generaliste una
bandiera e ha trovato il modo, attraverso calembour, giochi di parole facili e
di immediata ricezione, associazioni di idee, di riabilitare quella sua parte
frustrata di comico che fu ghettizzata in seguito all’ostracismo politico
subito in Rai. Si dice che da una grande frustrazione e da una grande
insofferenza nasca la voglia di una grande rivincita-vendetta: e così sta
avvenendo.
3)
Veste etico-morale. La mitizzazione avviene
anche, come avevamo detto attraverso l’autocompiacimento (già analizzato a
livello retorico-concettuale) e l’autocommiserazione mista anche a auto
frustrazione e vittimismo (al pari del Pd, tra l’altro). L’autocommiserazione
passa in quei post in cui gli elettori e il M5S vengono visti come la pecora
sbranata dai lupi, in cui l’inesperienza di cui si accusa il cinquestellato viene
reinterpretata come debolezza dell’ingenuità fanciullesca da preservare. Il
tutto per solleticare un sentimento nel destinatario del MoVimento: la
frustrazione mista a rabbia che fa urlare. E’ il sentimento di difesa dei
deboli secondo una giustizia superiore che viene incarnata da Grillo. Se il
vittimismo tipico del Pd coinvolge solo il partito e gli sbagli dei vari
dirigenti che fanno in continuazione mea culpa, il vittimismo del MoV riguarda
invece tutti gli elettori (presi in giro a detta di Grillo), e gli esponenti
del MoV (gabbati dai grandi politici) ma anche il popolo stesso: quindi non è
autoreferenziale ma coinvolge tutti e tutti abbiamo così l’autorizzazione ad
indignarci e dire quello che il giustiziere ci propone. Senza una critica
equilibrata a riguardo. Ecco come nasce il mito etico e morale.
Infine la contraddizione viene
sempre dalla banda superiore che dice: “Spegni la Tv e guarda la Cosa”. Silvio
si impose attraverso nuovi modelli mediatici passati dalla Tv per cui il Cavaliere
e la sua corte divennero l’ideale da raggiungere. Ora attraverso una Tv On line
si propone un modello che corrisponde ai suddetti tre parametri[5].
Miriam Di Carlo
[1] Come nei
vari negozi è già una grande presa per il culo: una maglietta a 9.99. Metti 10
euri e falla finita ché dopo me devo pure mette le ramine dentro il
portafoglio.
[2] Ne bastava
1 guarda, manco il Signore degli Anelli ha fatto 4 DVD. E almeno lì c’era una
storia e qualcosa da seguire.
[3] Tra l’altro
se si clicca sulla banda laterale in cui una figura di Grillo versione teenager
dimagrita che richiama un giovanilismo da strapazzo attraverso il richiamo
della bandiera inglese, si apre una finestra “Grillorama”: tutte le battaglie beppegrillo.it
in 5 libri. Sai che palle. E poi perché adesso è diventato beppegrillo.it e non
più Beppe Grillo? Si avvera così la profezia di Gianroberto che dice che un
giorno avremo soltanto un’identità digitale. Eppure Grillo odiava i computer. Da
morire http://www.youtube.com/watch?v=4BCKculMFqM
[4] Anche se
è ardito chiamarli tali.
[5] A livello
visivo invece la mitizzazione stava cominciando nel momento della “vittoria”
post elettorale: occhiali scuri, cappotto, personalità schiva e incline al
farsi corteggiare. Questo è il nuovo saggio del web cui attingere: un uomo che
sa, irraggiungibile. Poi le batoste successive hanno abbattuto questo nuovo
modello.
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