Ha vinto l’astensionismo.
Grandissimo risultato del Pd: è riuscito nuovamente a far
vincere un'altra entità. A volte concreta a volte astratta ma vince sempre
qualcos’altro.
D’altra parte stamattina ho comprato il Fatto Quotidiano
giusto per sapere cosa dice la stampa “indipendente”. L’editoriale di Travaglio
“Il grillo Marino” mi sembra a dir poco agghiacciante. Denuncia ma liscia: ma
lo sappiamo bene, la peculiarità di Travaglio è questa oltre al fatto di
trovarsi sempre un nemico da abbattere tramite cui sussistere nutrendosi della
sua vigoria[1]. Ma il
nemico non diventa mai Grillo: questa volta Travaglio finge di essere super partes. Finge perché magistralmente
termina la sua bella colonnetta con i due pregi del Movimento. E si sa, la
parte finale di un articolo è la parte più forte e che rimane impressa. Però si
è tirato fuori, indenne da un eventuale capitombolo del M5S.
Poco fa invece arriva la risposta di papà-Grillo che di
certo anche questa volta non dimostra di essere una papà Gambalunga, sia
fisicamente che moralmente. E’ come se avesse ripreso la scritta che campeggia
in alto sul Colosseo Quadrato dell’Eur la quale cita:
“Un popolo di poeti di
artisti di eroi
di santi
di pensatori di scienziati
di navigatori di trasmigratori” aggiungendo
alla fine “e di coglioni”.
Infatti la grande analisi di Grillo parte da un'altra assiologia
tassonomica ma dicotomica quindi a dir poco banale per descrivere il tessuto
sociale variegato e molteplice italiano: ma che ci importa? La sua campagna
elettorale è stata condotta sulla base di banalizzazioni e riduzioni a minimi
termini fin troppo minimi. Quindi secondo Grillo l’Italia è composta da due
classi. Quelli interessati allo status
quo e quelli che soccombono ogni giorno. Un’analisi degna del più grande
statista. E lui dove si colloca? Sicuramente se anche lui, conformemente alle
esortazioni rivolte ai parlamentari da lui tutelati e da lui osteggiati, avesse
buttato dalla finestra tutti i suoi beni al pari del Santo d’Assisi[2], avrebbe
raggiunto maggiore credibilità agli occhi dell’elettorato, avrebbe dato un
esempio di coerenza e concretezza senza che questa fosse demandata ai suoi
figli. In maniera del tutto palinodica (ovvero attraverso finta ritrattazione),
non incolpa della sconfitta tutto ciò che ha additato fin d’ora: non è colpa
dei giornali, non è colpa delle reti televisive. Ma in fin dei conti sì. Perché
vi hanno distorto talmente tanto la mente da non capire, mentre io sì. Questo è
un ulteriore sbaglio di Grillo: dare una visione totale e onnisciente del reale
(cosa che il vero politico non dovrebbe fare), compreso a livello visionario
soltanto da lui: in questa maniera chi dissente da lui e si sente un po’
insicuro, si reputa un imbecille e segue chi pensa possa capirne un po’ di più.
La più grande “rosicata” poi è stata maturata questa
nottata, seguendo i risultati di Siena: vero cavallo di battaglia del Movimento
che ha sempre cercato di convincere anche la gattara de Tor Pignattara che il Monte
dei Paschi di Siena è il motivo più valido per non avvicinarsi al Pd. Veramente leggendo la storia del Movimento,
Grillo mi ricorda in tutto e per tutto questo pezzo di Aldo, Giovanni e Giacomo
in Tre uomini e una Gamba: non va
bene niente, niente di niente, poi trovato il modo di urlare ecco come ci si
ritrova, perdendo il timone. http://www.youtube.com/watch?v=MX9wJV9XKqE
In fin dei conti dopo queste elezioni l’Italia mi sembra la
grande eroina delusa e abbandonata di Ovidio[3] che
rimpiange il suo amato (una politica sana) affinché la conduca: spera che torna
vigoroso e forte ma in fin dei conti è rimasta delusa dalla sua troppa assenza
e tale delusione la induce a non fidarsi più. Per questo si chiude e rimane
muta, aspettando.
Ma nella strada, tra la gente, la vita va avanti e sebbene
il ruolo del politico sia quello di stare sopra tutti, non farsi intenerire da
piccole affettività locali per garantire un benessere collettivo e complessivo
in cui ogni entità abbia la sua buona dose di libertà e diritto nonché dignità,
la gente continua ad intenerirsi, a sperare, a mettere le mani in pasta anche
nelle piccole cose giornaliere, che si sa, sono il sale dell’esistenza.
P.S. Aggiungo una piccola postilla sul caro Alemanno. E' stato veramente carino e tenero stamattina quando ha dato la colpa al derby "ha distolto l'attenzione" (anche la destra al pari del M5S non è vittimistica sulle sconfitte ma addita gli elettori come deficienti i quali, secondo la mentalità dell'uomo-medio-italiano che non concepisce di passare da coglione perché metterebbe in crisi la sua virilità, rispondono con un intelligente "eh no, eh, Adesso vi voto così non passo per deficiente!") e poi ha farfugliato altre scuse da III elementare. Sono sicura che Alemanno veniva picchiato da suoi compagni da piccolo.
P.S. Aggiungo una piccola postilla sul caro Alemanno. E' stato veramente carino e tenero stamattina quando ha dato la colpa al derby "ha distolto l'attenzione" (anche la destra al pari del M5S non è vittimistica sulle sconfitte ma addita gli elettori come deficienti i quali, secondo la mentalità dell'uomo-medio-italiano che non concepisce di passare da coglione perché metterebbe in crisi la sua virilità, rispondono con un intelligente "eh no, eh, Adesso vi voto così non passo per deficiente!") e poi ha farfugliato altre scuse da III elementare. Sono sicura che Alemanno veniva picchiato da suoi compagni da piccolo.
Miriam Di Carlo
[1] Inoltre
aggiungo che la Gabanelli non viene citata con il suo proprio cognome ma
inserita all’interno di una parentesi che riporto testualmente: “(tipo i
delirii della cronista di Report sulla pubblicità del blog)”. Oltre l’errore di
ortografia che confido nell’identità di refuso si nota una certa bruciatura
ancora dolens. Prossimo passo:
studiare l’infanzia frustrata di Travaglio.
[2] Al quale
si appella sempre, rimarcando le analogie tra il Movimento e il Santo.
[3] Le
Heroides di Ovidio rappresentano un’opera innovativa e originale: consistono in
21 lettere che Ovidio immagina essere state inviate da un’eroina antica ad un
suo amato che l’ha abbandonata o che è partito per un lungo viaggio. Quindi per
esempio vicino a Didone possiamo trovare anche Penelope e addirittura Saffo a testimonianza
che nell’antichità si era più scevri dai pregiudizi.
Apparte che fino a prova contraria Alemanno è ancora il sindaco di Roma e il derby l'ha autorizzato lui essendo la massima autorità cittadina.. Apparte questo (e non è poco), è chiaro che il delirio di onnipotenza di Grillo ha pagato in termini elettorali a Febbraio, quando i "grillini" stessi godevano ancora del beneamato "beneficio del dubbio" e quando la classe politica era stata messa in disparte dal governo dell'alta finanza e della presunta serietà capitanato da Mario Monti (che poi, dopo Berlusconi, pure un governo Homer Simpson sarebbe stato presuntamente serio...). Quel risultato lì era lo specchio di un'onda da cavalcare, un Point Break della politica che il comico genovese non s'è lasciato certo sfuggire, sparando a zero su tutto e tutti, tre mesi fà un italano su cento avrebbe letto un programma elettorale. Però le comunali sono tutt'altra cosa, c'è la preferenza, ci sono persone che conosci (e vale soprattutto nei centri più piccoli), che sai se sono serie o meno, se sono "inzeppate", se le ritieni adatte o meno a ricoprire un determinato ruolo istituzionale. A Grillo questo è sfuggito, alle comunali il voto al simbolo è uno dei tanti elementi che danno come risultato una preferenza, e non mi venissero a parlare di casta, di vecchi politici e di dinosauri, non fà tutto schifo come piacerebbe a lui! Le liste erano piene di giovani, in tutta Italia, alcuni alla prima esperienza altri no, alcuni con simbolo di partito altri con le tante liste civiche, ma non fa differenza, stavolta contava anche la fiducia che uno sa imprimere all'elettore. E a conti fatti, mi permetto, mi pare che sia mancato proprio il voto dell'onda di febbraio, quello della protesta a tutto campo e del "tutti a casa". Fossi in Beppe tirerei le somme, scenderei un gradino del piedistallo e farei autocritica... Per le traversate a nuoto e gli Tsunami (termine che trovo orrendo perchè simbolo di morte e distruzione) aspetteri un pò...
RispondiEliminaCavolo Miriam, scrivi da paura! Davvero pregevoli le citazioni dotte, ci vado matto... Certo quando ho letto "assiologia tassonomica e dicotomica" ho avuto un leggero mancamento... comunque, passando ai contenuti. Concordo su quasi tutto quello che hai scritto tranne due punti: quando Grillo dà agli italiani dei coglioni sbaglia come politico, ma come cittadino che si informa rispetto ad una massa di individui che non leggono un giornale o non vanno su internet e in ogni caso preferiscono la Clerici e la De Filippi piuttosto che approfondire questioni complesse non si può proprio dire che abbia tutti i torti. Secondo punto: il caso MPS. Credi davvero che il Pd o centrosinistra che dir si voglia non abbia alcun tipo di responsabilità su quanto accaduto? E' stata la prova provata che il capitalismo ultrafinanziario spinto ha vinto su tutto e che la sinistra - o quel che ne resta - italiana non solo non è riuscita a frenarne l'avanzata, ma l'ha pure avallata. Mangiandoci sopra. Se ti sembra poca cosa...
RispondiEliminaCaro TipoScontroso, con piacere constato un bel commento che dia possibilità di replica.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la tua prima affermazione credo che tu abbia peccato di circolarità del concetto. Grillo ormai si è proposto quale punto di riferimento politico e il suo essere cittadino si esplica solo nella sue sfera privata, non su un blog in cui volontariamente pubblichi e ti rendi visibile. Entrando in politica (anche solo come garante) diventi punto di riferimento e la tua vita da cittadino viene espletata solo nell'ambito privato. Secondo poi sappiamo benissimo che la nostra società è conseguenza del modello di Berlusconi ma durante le elezioni di febbraio la percentuale approssimata era 30-30-30 a significare che solo un 30% (ancora altissima percentuale a mio avviso)ha votato per Berlusconi e che un buon 60% si è ribellato: il fatto che questi anni passati siano stati caratterizzati dal fare poco e ottenere molto attraverso il culto del corpo, della tv e del buonismo di basa lega italica targata barzelletta e linguaccetta, è anche vero che la democrazia rappresentativa va tutelata ma soprattutto rispettata. Se nella società esiste una parte che la pensa così, molto lontanamente dal mio pensiero), comunque lo devo rispettare e devo garantire che quella parte sia rappresentata in percentuale all'interno del Parlamento affinché tutta la varietà della popolazione che ha avuto le palle di andare a votare abbia una sua voce di rappresentanza. E' il gioco democratico e devo rispettare le parti, sia a livello nazionale che locale come in questo caso. Non condivido il pensiero di certi soggetti e penso siano dei coglioni ma lo devo rispettare e devo rispettare che vengano, al mio pari rappresentati. C'est la vie. Ecco, invece qui non c'è rispetto e Grillo è entrato con forza e visibilità nel pubblico: ha voce in capitolo, è Modello indiscusso per buona parte degli italiani (volenti o nolenti) e ne interpreta anche a una parte. Bene, un punto di riferimento non può essere modello di "Giudizio", "insofferenza", "mancanza di dialogo" perchè questo sarà il modello sociale che verrà propugnato d'ora in poi: e sinceramente far crescere una mia futura famiglia in una società basata sulla mancanza di dialogo, confronto e dialettica tra le parti che è la base dell'evoluzione della crescita e della conoscenza nonché arricchimento mi fa paura: la sterilità e l'immobilismo sarebbero una piaga enorme. Ecco, Grillo un po' di questa speranza me l'ha tolta. Inoltre ti dico a proposito dei MdP di Siena che hai ragione ma basare un'opposizione solo su una retrospettiva non porta a nulla perché le parti politiche si devono sfidare su contenuti politici, lo dico per voi. Su situazioni fattuali e concrete in fieri e non ormai passate: questo è stato a mio avviso il grande errore dell'antiberlusconismo, additare al passato senza sfidare le iniziative fattuali che comporterebbero un declino non solo a livello politico, istituzionale ed economico ma soprattutto sociale. Detto ciò "Assiologia" è la disciplina che studia i valori sociali attribuendoli in maniera descrittiva; "tassonomica" viene dal greco "ταξις" che significa "classificazione" quindi attraverso una classificazione rigida; "dicotomica" cioè basata soltanto su due possibilità del tipo bianco/nero. Ti abbraccio caro TipoScontroso. Miriam Di Carlo