Lo psicanalista di Mentana è andato dallo psicanalista. Lo
aveva iniettato di fiducia, di adrenalina per il nuovo format “Bersaglio Mobile”
su la7 e invece il Bersaglio è rimasto sempre e solo lui: @ementana. Insulti su
insulti e quella sua vocina nasale e sgraziata,
viene ripetutamente interrotta dal vocione di Giulianone Ferrararone:
“E’ l’ultima volta che metto piede in questo cesso, dove si
fanno queste notizie del cazzo, chiaro?”
“Puoi andare anche adesso”
“No non vado non vado, sto qua a rompere i coglioni”
“Lei, poco prima ricordava…” rivolto a Bisignani
“Ipocrita”
“Ipocrita sarai tu”
“Ma dai, su parlaci di Montezemolo invece di parlare di
Bisignani, forza di tutta la tua carriera con Berlusconi…[…]”
Ma Ferrara non ricorda che anche lui ha avuto tutta una
carriera con Berlusconi, militando anche in Forza Italia. Secondo poi, prima
Ferrara dà del giornalista “laureato” a Enrico (o con patentino, come qualcuno
sottolinea, perché @ementana non ha la laurea), poi alla fine asserisce in
chiusura “tu e Gomez siete giornalisti, ovvero carogne”.
Beh, è chiaro che nel mondo di oggi, sia in politica, sia
nel giornalismo, vince chi attacca per primo, chi sbugiarda le pecche dell’altro
occultando così le proprie, ovvero cambiando di focus. Lo ha fatto Sgarbi,
quando ancora pivellino entrò in Parlamento, lo perpetuò sempre il medesimo
arrivando in televisione e unendo insieme a Pannella, la politica e show
televisivo, lo riprese Berlusconi e tutta la sua equipe-fotocopia, infine
arriva a Grillo e a tutta la sua diplomazia nel dire le cose: siete merde e
andate a cagare.
Ma quanto è efficace la parolaccia? Tantissimo: infatti già
Plauto capì il solletico godurioso che procura il turpiloquio tanto che chi
legge le sue opere in lingua, si rende conto di quante parolacce esistessero
già agli albori del latino. E perché Catullo è tanto amato? Non solo per quell’epigrammatico
Odi et amo, ma per tutte le allusioni
disfemiche nonché parolacce vivaci ben inserite nella metrica latina e nella
politica del tempo:
“ Ve lo darò nel culo
e nella bocca,
Aurelio checca passiva
e Furio frocio,
voi che mi giudicaste
effeminato
per i miei versetti
alquanto licenziosi […]
Ve lo darò nel culo e
nella bocca”[1].
Così come Petronio, e poi nella letteratura italiana Er
Belli (Quanto l’avrei voluto su twitter) che fa un elogio linguistico senza
pari:
La madre de le sante
“Chi vò chiede la
monna a Caterina,
Pe ffasse intenne da
la gente dotta
Je toccherebbe a dì:
vurva, vaccina,
E dà giù co la cunna e
co la potta.
Ma noantri fijacci de
miggnotta
Dimo cella, patacca,
passerina,
Fessa, spacco,
fissura, bucia, grotta,
Fregna, fica,
ciavatta, chitarrina.
Sorca, vaschetta,
fodero, frittella,
Cicia, sporta,
perucca, varpelosa,
Chiavica, gattarola,
finestrella.
Fischiarola,
quer-fatto, quela-cosa,
Urinale, fracoscio,
ciumachella,
La-gabbia-der-pipino,
e la-brodosa.
E si vòi la cimosa,
Chi la chiama
vergogna, e chi natura,
Chi ciufeca, tajola e
sepportura.”
Ma anche nella vita di tutti i giorni, in contesti formali
come può essere un’aula scolastica o in chiesa, se il professore o il sacerdote
usa una parola come “merda”, tutti
drizzano le orecchie e dopo il brusio “ma
ha detto merda?aò, o ha detto merda o l’ho sentito solo io?” si comincia ad
ascoltare per bene tutto il sermone perché magari vien detta pure un’altra
volta. Quindi la parolaccia in fin dei conti, è strategia linguistica per destare
l’attenzione, perché fa parte del registro basso, e crea uno straniamento in
contesti istituzionali: al pari del dialetto, dei toni alti, dei diverbi non è
situazione “normale” ma come si dice in linguistica “marcata”.
Ora, l’uso del turpiloquio però è anche perseguibile dalla
legge: motivo per cui Sgarbi, avendone abusato decise di optare per un
magnifico “capra ignorante”, non
incappando quindi in querele. Proporrei anche “Gnu ‘gnurante” che è assonanza. Mentre in politica vediamo come ha
avuto efficacia Grillo con il suo vaffa e i suoi spergiuri rabbiosi che hanno
reso possibile questo brano televisivo di Bersaglio Mobile. Efficacissimo a
livello televisivo per due motivi:
-
È tribuna politica. Ringraziavo idDio che il
mercoledì sera NON c’è tribuna politica. Lunedì Piazza Pulita, Martedì Ballarò,
Mercoledì FERIE, Giovedì Servizio
Pubblico, Venerdì Crozza (satira
politica ma vabbè). Quindi il Mercoledì il fegato respirava, la giugulare
tornava alle sue dimensioni normali, le coronarie si distendevano e si chiudeva
la serata con quel bel faccione della Gruber su collo ipnotico che ricorda quei
clown-sorpresa che escono dalle scatole. No “Bersaglio Mobile” si installa
prepotentemente il mercoledì sfruttando la tendenza di noi italiani di
diventare politologi in tempo di fermento politico, economisti in tempo di
crisi e allenatori in tempi di mondiali. Daje @ementana!!!
-
È talk show alla Maria de Filippi. Avevo l’impressione
che Bisignani fosse il tronista e che i vari giornalisti fossero i
corteggiatori che si insultavano a vicenda, in una partita di tennis in cui le
parolacce-pallina mi hanno fatto venire un collo muscoloso alla Russel Crowe de
Il Gladiatore. Uno rimane ipnotizzato, incollato davanti alla tv, davanti a
quei calzoni opinabili del Ferrarone dalla panza acuta, dal balbettio di
@ementana che intanto spingeva il pulsante rosso per chiamare il suo
psicanalista (che tra l’altro hanno avvistato essere fuggito in Svizzera), da
Gomez monolitico che cerca di placare i toni mentre viene parodiato dal
Ferrarone: e intanto un altro che va in depressione. Bisignani. Nessuno se lo
caga più.
Promemoria per la Rai e Fico: talk show alla De Filippi con
giornalisti, anche terribilmente brutti ma facili di parolacce.
Per vedere il video di Mentana VS Ferrara: http://video.repubblica.it/politica/lite-ferrara-mentana-su-la7/131795/130316?ref=fbpr
Per vedere il video di Mentana VS Ferrara: http://video.repubblica.it/politica/lite-ferrara-mentana-su-la7/131795/130316?ref=fbpr
[1] Carme
XVI “Pedicabo ego vos et irrumabo/Aureli pathice et cineade Furi,/ qui me ex
versiculis, parum pudicum. […] Pedicabo ego vos et irrumabo”. Traduzione di
L.Canali.
Nessun commento:
Posta un commento