giovedì 13 giugno 2013

Mentana VS Ferrara ed efficacia della parolaccia.

Lo psicanalista di Mentana è andato dallo psicanalista. Lo aveva iniettato di fiducia, di adrenalina per il nuovo format “Bersaglio Mobile” su la7 e invece il Bersaglio è rimasto sempre e solo lui: @ementana. Insulti su insulti e quella sua vocina nasale e sgraziata,  viene ripetutamente interrotta dal vocione di Giulianone Ferrararone:
“E’ l’ultima volta che metto piede in questo cesso, dove si fanno queste notizie del cazzo, chiaro?”
“Puoi andare anche adesso”
“No non vado non vado, sto qua a rompere i coglioni”
“Lei, poco prima ricordava…” rivolto a Bisignani
“Ipocrita”
“Ipocrita sarai tu”
“Ma dai, su parlaci di Montezemolo invece di parlare di Bisignani, forza di tutta la tua carriera con Berlusconi…[…]”

Ma Ferrara non ricorda che anche lui ha avuto tutta una carriera con Berlusconi, militando anche in Forza Italia. Secondo poi, prima Ferrara dà del giornalista “laureato” a Enrico (o con patentino, come qualcuno sottolinea, perché @ementana non ha la laurea), poi alla fine asserisce in chiusura “tu e Gomez siete giornalisti, ovvero carogne”.
Beh, è chiaro che nel mondo di oggi, sia in politica, sia nel giornalismo, vince chi attacca per primo, chi sbugiarda le pecche dell’altro occultando così le proprie, ovvero cambiando di focus. Lo ha fatto Sgarbi, quando ancora pivellino entrò in Parlamento, lo perpetuò sempre il medesimo arrivando in televisione e unendo insieme a Pannella, la politica e show televisivo, lo riprese Berlusconi e tutta la sua equipe-fotocopia, infine arriva a Grillo e a tutta la sua diplomazia nel dire le cose: siete merde e andate a cagare.

Ma quanto è efficace la parolaccia? Tantissimo: infatti già Plauto capì il solletico godurioso che procura il turpiloquio tanto che chi legge le sue opere in lingua, si rende conto di quante parolacce esistessero già agli albori del latino. E perché Catullo è tanto amato? Non solo per quell’epigrammatico Odi et amo, ma per tutte le allusioni disfemiche nonché parolacce vivaci ben inserite nella metrica latina e nella politica del tempo:

Ve lo darò nel culo e nella bocca,
Aurelio checca passiva e Furio frocio,
voi che mi giudicaste effeminato
per i miei versetti alquanto licenziosi […]
Ve lo darò nel culo e nella bocca[1].

Così come Petronio, e poi nella letteratura italiana Er Belli (Quanto l’avrei voluto su twitter) che fa un elogio linguistico senza pari:
La madre de le sante
Chi vò chiede la monna a Caterina,
Pe ffasse intenne da la gente dotta
Je toccherebbe a dì: vurva, vaccina,
E dà giù co la cunna e co la potta.

Ma noantri fijacci de miggnotta
Dimo cella, patacca, passerina,
Fessa, spacco, fissura, bucia, grotta,
Fregna, fica, ciavatta, chitarrina.

Sorca, vaschetta, fodero, frittella,
Cicia, sporta, perucca, varpelosa,
Chiavica, gattarola, finestrella.

Fischiarola, quer-fatto, quela-cosa,
Urinale, fracoscio, ciumachella,
La-gabbia-der-pipino, e la-brodosa.

E si vòi la cimosa,
Chi la chiama vergogna, e chi natura,
Chi ciufeca, tajola e sepportura.”

Ma anche nella vita di tutti i giorni, in contesti formali come può essere un’aula scolastica o in chiesa, se il professore o il sacerdote usa una parola come “merda”, tutti drizzano le orecchie e dopo il brusio “ma ha detto merda?aò, o ha detto merda o l’ho sentito solo io?” si comincia ad ascoltare per bene tutto il sermone perché magari vien detta pure un’altra volta. Quindi la parolaccia in fin dei conti, è strategia linguistica per destare l’attenzione, perché fa parte del registro basso, e crea uno straniamento in contesti istituzionali: al pari del dialetto, dei toni alti, dei diverbi non è situazione “normale” ma come si dice in linguistica “marcata”.

Ora, l’uso del turpiloquio però è anche perseguibile dalla legge: motivo per cui Sgarbi, avendone abusato decise di optare per un magnifico “capra ignorante”, non incappando quindi in querele. Proporrei anche “Gnu ‘gnurante” che è assonanza. Mentre in politica vediamo come ha avuto efficacia Grillo con il suo vaffa e i suoi spergiuri rabbiosi che hanno reso possibile questo brano televisivo di Bersaglio Mobile. Efficacissimo a livello televisivo per due motivi:
-          È tribuna politica. Ringraziavo idDio che il mercoledì sera NON c’è tribuna politica. Lunedì Piazza Pulita, Martedì Ballarò, Mercoledì FERIE, Giovedì Servizio Pubblico, Venerdì Crozza (satira politica ma vabbè). Quindi il Mercoledì il fegato respirava, la giugulare tornava alle sue dimensioni normali, le coronarie si distendevano e si chiudeva la serata con quel bel faccione della Gruber su collo ipnotico che ricorda quei clown-sorpresa che escono dalle scatole. No “Bersaglio Mobile” si installa prepotentemente il mercoledì sfruttando la tendenza di noi italiani di diventare politologi in tempo di fermento politico, economisti in tempo di crisi e allenatori in tempi di mondiali. Daje @ementana!!!
-          È talk show alla Maria de Filippi. Avevo l’impressione che Bisignani fosse il tronista e che i vari giornalisti fossero i corteggiatori che si insultavano a vicenda, in una partita di tennis in cui le parolacce-pallina mi hanno fatto venire un collo muscoloso alla Russel Crowe de Il Gladiatore. Uno rimane ipnotizzato, incollato davanti alla tv, davanti a quei calzoni opinabili del Ferrarone dalla panza acuta, dal balbettio di @ementana che intanto spingeva il pulsante rosso per chiamare il suo psicanalista (che tra l’altro hanno avvistato essere fuggito in Svizzera), da Gomez monolitico che cerca di placare i toni mentre viene parodiato dal Ferrarone: e intanto un altro che va in depressione. Bisignani. Nessuno se lo caga più.
Promemoria per la Rai e Fico: talk show alla De Filippi con giornalisti, anche terribilmente brutti ma facili di parolacce.
Per vedere il video di Mentana VS Ferrara: http://video.repubblica.it/politica/lite-ferrara-mentana-su-la7/131795/130316?ref=fbpr
 Miriam Di Carlo




[1] Carme XVI “Pedicabo ego vos et irrumabo/Aureli pathice et cineade Furi,/ qui me ex versiculis, parum pudicum. […] Pedicabo ego vos et irrumabo”. Traduzione di L.Canali. 

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